Elettrodotti: via libera al referendum per le servitù sui terreni attraversati
La Corte Costituzionale,
Presidente Chieppa - Relatore Marini, con sentenza 30 gennaio -
6 febbraio 2003 44/2003 ha dichiarato ammissibile la richiesta
di referendum popolare per l’abrogazione dell'articolo 119 del
Regio Decreto 11 dicembre 1933, n. 1775 - Testo unico delle
disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici.
Si tratta di tema di particolare interesse per una provincia
come quella di Sondrio nella quale corrono 1700 km di
elettrodotti, gran parte dei quali ad alta tensione.
Secondo l'articolo citato "Ogni proprietario è tenuto a dare passaggio per
i suoi fondi alle condutture elettriche aeree e sotterranee che
esegua chi ne abbia ottenuto permanentemente o temporaneamente
l’autorizzazione dall’autorità competente".
Altro articolo di cui il referendum propone l'abrogazione é il 1056 del
Codice
Civile: "Ogni proprietario è tenuto a dare
passaggio per i suoi fondi alle condutture elettriche, in
conformità delle leggi in materia":
Va ricordato che la Corte di cassazione ai sensi della legge
25.5.1970, n. 352 con sua ordinanza del 9.12.2002 aveva
dichiarato legittima la richiesta di referendum popolare,
presentata il 23 aprile 2002 da trentadue cittadini
Secondo i proponenti la normativa di cui
si chiede l’abrogazione ha favorito un modello di sviluppo
energetico basato sulla concentrazione dei centri di produzione
dell’energia elettrica e sul trasporto e la distribuzione
dell’energia attraverso una rete di elettrodotti di centinaia di
migliaia di chilometri, addirittura sovradimensionata rispetto
alle effettive esigenze del Paese. L’affermazione di tale
modello – dovuta principalmente alla bassa incidenza del costo
di utilizzo del suolo su cui sorgono gli elettrodotti - avrebbe
di fatto impedito lo sviluppo delle tecnologie di produzione
dell’energia ed in particolare di quelle legate alle fonti
rinnovabili, cosicché l’abrogazione delle norme sottoposte a
referendum porterebbe ad un riequilibrio del mercato tale da
favorire l’innovazione tecnologica.
Osservano ancora i proponenti che, secondo una consolidata
interpretazione giurisprudenziale, la installazione di nuovi
elettrodotti non necessita di autorizzazione edilizia per cui
l’abrogazione della normativa interessata dal quesito
referendario avrebbe – ad avviso sempre del comitato promotore -
l’ulteriore effetto di restituire agli enti locali il pieno
controllo del territorio.
La nostra opinione é che il Parlamento verrà chiamato a
pronunciarsi in argomento per evitare questo referendum.
Noi abbiamo un interesse diretto, comunque vada: eliminare la
selva di elettrodotti diffusi sul nostro territorio. La novità
ci aiuta, sempre che non si dorma.
Amarilli
Gds - 18 II 2002 -
www.gazzettadisondrio.it