4 30 GRECIA IN GINOCCHIO, PORTOGALLO SULLA GRATICOLA, "IL MIRACOLO" SPAGNA AL 2° DECLASSAMENTO. E L'ITALIA? CON IL TERZO DEBITO PUBBLICO DEL MONDO STIAMO MEGLIO DI TANTI ALTRI. GUARDA CASO, MA COME MAI? C'ENTRA ANCHE LA VALTELLINA
Grecia sull'orlo della fossa. Francesco Forte ha addirittura scritto che bisogna farla fallire, e pare che se lo meriterebbe per tante ragioni. Ne aggiungiamo una. Al TG di oggi, giovedì 29 aprile, in una corrispondenza da Atene si è sentito che una delle misure proposte dal Governo è di aumentare l'IVA dal due al quattro per cento. Quali siano i beni sottoposti a questo regime c'è da dire che siamo fuori del mondo, un po' come i Comuni lombardi col problema dell'atrazina che chiedevano l'aiuto dello Stato - poi concesso - avendo però tariffe pari a un quinto o un sesto di quelle di Sondrio.
Poi ci sarebbe il rischio dell'effetto domino con, via via, gli altri Paesi in difficoltà ma soprattutto ci sarebbe - quello che nessuno dice - il problema dei creditori. Chi ha in mano i titoli di Stato greci? Non lo sappiamo ma certo non li hanno i piccoli risparmiatori europei o neozelandesi o del Burundi ma banche multinazionali o comunque di questo o quel Paese. Una botta si riverberebbe sull'intero sistema Europa per cui l'intervento è indispensabile come a denti stretti ha dovuto ammettere anche la Merkel, ufficialmente ritrosa per via delle elezioni in Westfalia ma forse anche - malignità nostra - perché magari banche o altri di Germania non figurano fra i creditori…
La speculazione ha scelto il fronte e quelli subordinati: Grecia e poi Portogallo e Spagna. Anni fa saremmo stati noi in prima linea, anzi in primissima, visto che, come dice spesso Tremonti, noi abbiamo il terzo debito pubblico del mondo ma non siamo il terzo Paese più ricco del mondo.
Qualche mese fa sentivamo prediche quotidiane che alle critiche serrate accompagnavano una chiara indicazione da seguire, ovvero 'il miracolo' spagnolo. Zapatero dei miracoli? Farne in economia non è come legiferare in materia di etica secondo canoni non laici ma laicisti. E così le agenzie di rating prima han tolto alla Spagna una 'A' sostituendola con un più e cioè 'AA+' e ora han tolto anche il più lasciando solo le due A: 'AA'. Doppio declassamento dunque.
Nei giorni scorsi il Fondo Monetario Internazionale ha diffuso una serie di tabelle dalle quali emerge che noi stiamo meglio di Germania e Stati Uniti e di tanti altri, nonostante quel terzo posto fra i pubblico-debitori.
Parte cospicua del merito di questa situazione va, sia pure indirettamente alla Valtellina visto che è un suo illustre figlio il primo artefice. Che non vi siano molti rapporti fra il Ministro Tremonti e la sua città natale - fossi ancora Sindaco li avrei e come, e sono sicuro in piena condivisione! - non vuol dire. Sta il fatto che c'è una tradizione valtellinese che in fatto di economia che continua, Ministri, politici, accademici, banchieri.
Nel Palazzo si sa bene che la condizione sorprendentemente 'tranquilla' dell'Italia si chiama Tremonti. Lo sanno a sinistra, ma ovviamente ragion politica impedisce che lo si riconosca. Lo sanno nel centro-destra ove più d'uno non è contento perché il Ministro del Tesoro le chiavi del forziere le tiene ben strette, dicendo che questa o quella iniziativa sono sì meritorie ma che non possono essere finanziate con il debito.
La condizione sorprendentemente 'tranquilla' dell'Italia è dovuta in primis dall'intuizione molto anticipata di cosa si stesse preparando nel mondo. Basta andare a leggere che cosa scriveva dopo essersi dimesso nel 2006 da Ministro dopo la polemica con Fini o quello che è andato a dire negli USA in quel periodo preannunciando cosa si stesse preparando('non l'hanno presa bene', diceva commentando le reazioni americane a queste sue valutazioni.
In secondo luogo alla gestione ferrea. Priorità assoluta alla tutela dei conti. E quando, recentemente, a chi gli diceva che ormai con la crisi in via di superamento si poteva intervenire iniettando risorse nel sistema, rispondeva che non è ancora detta la parola fine. Grecia e& C. stanno dimostrando che anche questa volta aveva ragione.
Ed ha ragione nell'assunto di fondo, quando ripete in continuazione che deve essere la politica a governare i processi economici e finanziari, cosa che gli eventi stanno dimostrando essere lapalissiana ma che non piace per nulla a coloro che dovrebbero essere i governati ai quali quel che è successo negli USA evidentemente non ha ancora insegnato nulla.
Alberto Frizziero