3 30 PASQUA
L'Istituto di ricerca inglese Christian Research ha pubblicato non tanto tempo fa, le analisi sulla diffusione delle maggiori religioni mondiali e sul loro incremento relativo. Ne risulta che i cristiani nel mondo sono più di 2,14 miliardi, circa un terzo della popolazione mondiale.
Un dato significativo se si pensa che la crescita media della popolazione mondiale è del 1,2%, mentre il numero dei cristiani è salito del 1,3%. Tale risultato è dovuto all'incremento del numero dei cristiani in Asia e in Africa, rispettivamente del 2,6% e del 2,4%. All'interno del cristianesimo le chiese con il maggior tasso di crescita sono, con un tasso del 2,4%, quelle carismatiche (fonte: christianpost.com).
La domanda da porsi, dopo i tristi scandali dei pedofili che hanno lacerato non poco il tessuto cattolico, è questa: perché tanta umanità dispersa sul globo ama Gesù, il Cristo, morto sulla croce e risuscitato secondo le Scritture il terzo giorno? Per la promessa del Paradiso (ma anche le altre religioni ne promettono uno simile, come la croce è tra i simboli più universali e non sempre significa sofferenza, dolore)), della vita eterna, oppure il non morire, il ritrovarsi per sempre con i propri cari, amici di quanto di buono abbiamo saputo costruire sulla terra? Credere in Lui, commemorare ogni anno il suo percorso doloroso verso la Croce e poi la sua Risurrezione, ci affratella ovunque e ci aiuta a sperare che il domani sia più gioioso e meno triste, proprio in virtù della sua promessa pasquale. Infatti, la prima comunità cristiana, nata dalla cultura ebraica, ha considerato la croce (questo segno in Egitto è uno dei geroglifici più antichi- III millennio avanti Cristo ed è detto ankh , cioè "vita"),
La salvezza dal male é stata portata da Gesù, morto in croce e risorto. Nei testi canonici e non canonici il tema è presente. L'Apocalisse (7,2-3) dice: «Dall'oriente apparve un altro angelo. Aveva in mano il sigillo di Dio vivente. Egli gridò con voce possente ai quattro angeli ai quali Dio aveva dato il potere di devastare la terra e il mare: "Non devastate né la terra né il mare né gli alberi, finché non abbiamo segnato in fronte i servi del nostro Dio"». Nella Lettera degli apostoli, un testo del II secolo, sono messe in bocca a Gesù queste parole: «Tornerò e il mio splendore sarà sette volte superiore a quello del sole. Le ali delle nuvole mi sorreggeranno nella mia gloria, mentre la croce mi precederà». Il tau-croce (l''ultima lettera dell'alfabeto ebraico era la lettera tau, una lettera di significato sacro) è dunque il sigillo del Dio vivente; è un segno di vita e di luce e alla fine dei tempi annuncerà il ritorno di Gesù. Questo credono i più di due miliardi di persone che celebrano la Pasqua 2010, che racconta nei 4 Vangeli la risurrezione di Gesù:
• Giovanni, 20:1: Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.
• Matteo, 28:1: Passato il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro.
• Marco, 16:1: Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù.
• Luca, 24:10: Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli. (Le 4 versioni concordano sulla presenza di un'unica persona: Maria di Magdala e poi il primato del Kerigma è stato attribuito a Pietro! Ah, gli uomini).
Come dire Pasqua in tante lingue per augurarci di vivere con Cristo la sua gloria immortale nell'amore e nella comprensione fraterna:
• afrikaans Pase o Paasfees
• armeno Zadik
• latino Pascha o Festa Paschalia
• greco Πάσχα (Paskha)
• albanese Pashka o Pashkët (Pascha oppure Paschet)
• arabo عيد الفصح (ʿĪd'l-Fiṣḥ)
• bulgaro Великден (Velikden)
• catalano Pasqua
• danese Påske
• esperanto Pasko
• finlandese Pääsiäinen
• francese Pâques
• friulano Pasche
• gaelico Casca
• gallese Pasg
• irlandese Cáisg
• islandese Páskar
• indonesiano Paskah
• inglese Easter
• norvegese Påske
• olandese Pasen
• Farsi Paak
• portoghese Páscoa
• rumeno Paşti
• russo Пасха (Paskha)
• sardo Pasca o Pasca 'e Abrile o Pasca manna' (letteralmente "Pasqua", "Pasqua di aprile", "Grande Pasqua")
• spagnolo Pascua
• svedese Påsk
• basso-tedesco Paisken
• tagalog Pasko ng Muling Pagkabuhay (letteralmente "la Pasqua di Resurrezione")
• tamazight tafaska
• turco Paskalya
Termini derivanti da Risurrezione (di Gesù di Nazaret ):
• Giapponese 復活祭 (Fukkatsu-sai, letteralmente "festa della resurrezione")
• Cinese 復活節 Fùhuó Jié (letteralmente "Festa della Resurrezione")
• Coreano 부활절 (Puhwalchol, letteralmente "Stagione della Resurrezione")
• Croato Uskrs (letteralmente "Resurrezione")
• Serbo Ускрс (Uskrs) or Васкрс (Vaskrs, letteralmente "Resurrezione")
E per coloro che non sanno ancora:
I cristiani non si differenziano dal resto degli uomini
né per territorio, né per lingua, né per consuetudini di vita.
Infatti non abitano città particolari,
né usano di un qualche strano linguaggio,
né conducono uno speciale genere di vita.
La loro dottrina non è stata inventata per riflessione
e indagine di uomini amanti delle novità,
né essi si appoggiano, come taluni,
sopra un sistema filosofico umano.
Abitano in città sia greche che barbare,
come capita, e pur seguendo nel vestito,
nel vitto e nel resto della vita le usanze del luogo,
si propongono una forma di vita meravigliosa e,
per ammissione di tutti, incredibile.
Abitano ciascuno la loro patria, ma come forestieri;
partecipano a tutte le attività di buoni cittadini
e accettano tutti gli oneri come ospiti di passaggio.
Ogni terra straniera è patria per loro,
mentre ogni patria è per essi terra straniera.
Come tutti gli altri si sposano e hanno figli,
ma non espongono i loro bambini.
Hanno in comune la mensa, ma non il talamo.
Vivono nella carne, ma non secondo la carne.
Trascorrono la loro vita sulla terra,
ma la loro cittadinanza è quella del cielo.
Obbediscono alle leggi stabilite, ma,
con il loro modo di vivere, sono superiori alle leggi.
Amano tutti e da tutti sono perseguitati.
Sono sconosciuti eppure condannati.
Sono mandati a morte, ma con questo ricevono la vita.
Sono poveri, ma arricchiscono molti.
Mancano di ogni cosa, ma trovano tutto in sovrabbondanza.
Sono disprezzati, ma nel disprezzo trovano la loro gloria.
Sono colpiti nella fama e intanto si rende testimonianza alla loro giustizia.
Sono ingiuriati e benedicono, sono trattati ignominiosamente e ricambiano con l'onore.
Pur facendo il bene, sono puniti come malfattori;
e quando sono puniti si rallegrano, quasi si desse loro la vita.
I giudei fanno loro guerra, come a gente straniera,
e i pagani li perseguitano.
Ma quanti li odiano non sanno dire il motivo della loro inimicizia.
In una parola i cristiani sono nel mondo
quello che è l'anima nel corpo.
L'anima si trova in tutte le membra del corpo
e anche i cristiani sono sparsi nelle città del mondo.
L'anima abita nel corpo, ma non proviene dal corpo.
Anche i cristiani abitano in questo mondo,
ma non sono del mondo.
L'anima invisibile è racchiusa in un corpo visibile,
anche i cristiani si vedono abitare nel mondo,
ma il loro vero culto a Dio rimane invisibile.
La carne, pur non avendo ricevuto ingiustizia alcuna,
si accanisce con odio e muove guerra all'anima,
perché questa le impedisce di godere dei piaceri sensuali;
così anche il mondo odia i cristiani
pur non avendo ricevuto ingiuria alcuna,
solo perché questi si oppongono al male.
Sebbene ne sia odiata, l'anima ama la carne e le sue membra,
così anche i cristiani amano coloro che li odiano.
L'anima è rinchiusa nel corpo,
ma essa a sua volta sorregge il corpo.
Anche i cristiani sono trattenuti nel mondo come in una prigione,
ma sono essi che sorreggono il mondo.
L'anima immortale abita in una tenda mortale,
così anche i cristiani sono come dei pellegrini
in viaggio tra cose corruttibili,
ma aspettano l'incorruttibilità celeste.
L'anima, maltrattata nei cibi e nelle bevande,
diventa migliore.
Così anche i cristiani, esposti ai supplizi,
crescono di numero ogni giorno.
Dio li ha messi in un posto così nobile,
che non è loro lecito abbandonare.
( Dalla «Lettera a Diogneto», Capp. 5-6; Funk, pp. 397-401)
Maria & Elisa Marotta