09 12 04 (Aggiornamento del 4.12) OGGI, 4.12.09, E' IL GRAN GIORNO, IL GIORNO IN CUI SPATUZZA, KILLER FEROCE E COSIDDETTO (MOLTO COSIDDETTO) PENTITO, SPARERA' SU BERLUSCONI IL CUI GOVERNO E' COLPEVOLE DI GRAVEMENTE LESA MAFIA
MAFIA E SPAGHETTI
Oggi, 4 dicembre 2009, è il gran giorno. Tutti con lo sguardo volto verso Torino, con le orecchie tese ad ascoltare quello che dirà un certo Gaspare Spatuzza, quello che avrebbe dovuto ammazzare 100 carabinieri, che ne ha fatte peggio di Bertoldo e che ora ha visto risvegliarsi la sua memoria nonché accendersi la speranza di una futura vita libera e ben pagata da "pentito" eccellente. Sono arrivati da tutta Europa e da oltre Atlantico fritte di giornalisti speranzosi di poter accedere alle prime pagine dei loro giornali rispolverando il famoso detto riferito all'Italia "MAFIA E SPAGHETTI".
IERI E' ANDATA MALE CON ANDREOTTI
E' andata male tempo fa con Andreotti che ha - ci si scusi il termine - fregato gli accusatori, fregato gli avversari politici, fregato gli strateghi dell'invenzione al servizio, di fatto, della mafia e di una certa politica. Li ha fregati per una sola, semplicissima ragione: è sopravvissuto. Nessuno aveva messo nel conto che per anni ad ogni udienza lui sarebbe arrivato - pare che abbia dovuto vendere la pregiatissima collezione di francobolli per pagare le ingentissime spese sostenute in anni sotto torchio per Tribunali -, assistendo ad ogni udienza, prendendo appunti e poi, quando interrogato, rispondendo serenamente, con calma olimpica come se parlasse di terze persone. Non è giusto dire che tutti i magistrati ce l'avessero con lui. Si è avuta l'impressione che qualcuno, sì, ce l'avesse con lui, ma quanto, se così fosse, può essere dipeso da questo aspetto e quanto invece da quello che "terze persone", di ogni tipo, nessuno escluso, facevano avere ai Tribunali? Non è morto, come speravano, durante i dibattimenti. Speravano perché? Perché i processi sarebbero estinti e l'ombra sarebbe rimasta. Invece così non è andata perché il Padreterno, mantenendolo in vita, ha evitato una enorme porcheria, con danni per tutti Italia nel mondo compresa.
Qualcuno ha cercato di consolarsi per quella parte minore di data più antica per cui è stata dichiarata la prescrizione. Risibile e sotto un certo aspetto comprensibile per, in un certo senso salvare la faccia agli accusatori che avevano costruito un cartello di carte avente al vertice quel fantasmagorico dettaglio del bacio di Andreotti a Riina (ridicolizzato da Cossiga con la battuta "ma se Andreotti non bacia neanche la moglie…"). Nel processo questo farsesco particolare è sparito subito ma sotto il profilo mediatico - abilissimo l'inventore di questo mefistofelico scoop, persona che, secondo il nostro identikit, ha sempre dimostrato nelle sue attività solerte e vivacissima intelligenza - aveva fatto il giro del mondo, ulteriormente rilanciando la triste immagine del nostro Paese di "Mafia e spaghetti".
Andreotti sopravvissuto. Andreotti assolto. Sì, ma intanto in un momento in cui la sua presenza attiva avrebbe potuto ancora contribuire alle vicende politiche italiane è stato messo da parte. E un risultato qualcuno lo ha ottenuto (anche se è noto che la farina del diavolo va in crusca!).
OGGI RITENTANO CON BERLUSCONI
Oggi Spatuzza dirà non la verità ma la sua verità. Sua? E chi può dire quanto sia attendibile quello che dirà? E' certa un'altra cosa e cioè che in ogni caso le prime pagine domani saranno comunque prenotate all'insegna - e tre - del Mafia e spaghetti, con quale considerazione nel mondo è facile immaginare.
Sentiremo in giornata ma intanto due riflessioni.
VECCHIO VIZIO ITALICO: IL BOOMERANG
Vecchio vizio italico: il boomerang. Per secoli gli Staterelli in lotta fra loro pensavano di prevalere chiamando lo straniero che poi metteva a posto i contendenti insediandosi lui, storica malinconica versione del "fra i due litiganti il terzo gode". Sono in tanti a non essere cambiati, allo sfascio usato per prevalere, costi quel che costi.
= Napoli 1994. Basti ricordare quel che successe a Napoli il 22 novembre del 1994 quando l'Italia ospitava a Napoli la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla criminalità organizzata (si noti l'argomento!), un ufficiale della Guardia di Finanza veniva mandato dalla Procura di Milano a notificare al Presidente del Consiglio Berlusconi l'avviso di garanzia per concorso in corruzione. A parte il fatto che l'accusa si rivelò una bufala cosa sarebbe cambiato se l'avviso gli fosse stato consegnato il giorno dopo quando i potenti della terra erano tornati a casa loro? Sotto il profilo giudiziario nulla. Sotto il profilo politico tantissimo ma con un costo enorme per l'immagine del nostro Paese. Grazie, questo, anche alla pubblicazione della notizia quella stessa mattina sul maggiore quotidiano italiano che certamente non aveva fatto ricorso a maghi o profeti per ottenere l'informazione (sulla violazione, gravissima in quella circostanza, del segreto istruttorio ci si dimenticò, a quanto se ne sa, di indagare nonostante che, come viene sempre ripetuto, l'azione penale è obbligatoria. Allora parlammo di tradimento nei confronti dell'immagine del nostro Paese (indipendentemente dal merito che non sarebbe cambiato il giorno dopo…).
FALCONE, OGGI SANTO. ALLORA PERO'…
Saltando per aria Falcone è diventato Santo per tutti. Ma non lo era allora. Ne aveva contro di magistrati… Oggi vale l'atteggiamento "io non c'ero e se c'ero dormivo". Per fortuna però c'è Internet per cui cose che ieri sarebbe stato difficile sapere oggi sono alla portata di tutti.
Ci ricordavamo lo sconcertante esito della decisione del plenum del Consiglio Superiore della Magistratura che il 19 gennaio 1988 sceglie come consigliere istruttore Antonino Meli con 14 voti su 29 - neanche la maggioranza - scartando Giovanni Falcone cui andarono 10 voti e con 5 "non sinceri" (era questo il termine che negli atti ufficiali della Serenissima Repubblica di San Marco veniva usato per indicare gli astenuti). Non ci ricordavamo l'andamento disarmante del dibattito e le scelte dei consiglieri. Sorpresa!
Sorpresa trovare fra i 14 anti-Falcone una donna abbastanza nota, una certa Elena Paciotti che per due volte è stata presidente dell'Associazione nazionale magistrati nei bienni 1994-1995 e 1997-1998 per poi essere scelta e diventare eurodeputata diossina. Ovviamente della corrente di sinistra, di Magistratura Democratica
= Ci ricordiamo che quando Falcone venne chiamato al Ministero dal Guardasigilli Martelli ci fu per lui, e sempre da sinistra, l'accusa di "servo del potere".
Abbiamo citato cose che la sinistra ha avuto fretta di dimenticare sperando in una loro mimetizzazione - non sarà certo Santoro a ricordarlo - nel processo di santificazione venuto poi a Falcone sottoterra. Non solo a sinistra, certamente, ma é da suoi settori soprattutto che oggi si è girato il bambino nella cuna.
Riteniamo sommamente utile per tutti andare all'indirizzo http://digilander.libero.it/inmemoria/falcone_meli.htm e leggersi il resoconto integrale della seduta del Consiglio Superiore della Magistratura, da cui, per dirla con Borsellino, comincia la morte di Giovanni Falcone (vedere altra nota di cui all'indirizzo successivo).
BORSELLINO
Un altro indirizzo cui i lettori è bene vadano: "I GIORNI DI GIUDA" di Paolo Borsellino. Terribile. Un solo passo, riferito a Giovanni Falcone:
"oggi che tutti ci rendiamo conto di quale è stata la statura di quest'uomo, ripercorrendo queste vicende della sua vita professionale, ci accorgiamo come in effetti il paese, lo Stato, la magistratura che forse ha più colpe di ogni altro, cominciò proprio a farlo morire il 1° gennaio del 1988, se non forse l'anno prima, in quella data che ha or ora ricordato Leoluca Orlando: cioè quell'articolo di Leonardo Sciascia sul "Corriere della Sera" che bollava me come un professionista dell'antimafia, l'amico Orlando come professionista della politica, dell'antimafia nella politica. Ma nel gennaio del 1988, quando Falcone, solo per continuare il suo lavoro, il Consiglio superiore della magistratura con motivazioni risibili gli preferì il consigliere Antonino Meli".
SPAVENTOSO
Che il Paese sia in attesa, e persino l'Europa e il resto, delle dichiarazioni di un efferato pluriomicida, di uno che scioglieva il cadavere - anche quello di un bambino - nell'acido mangiando nel frattempo un panino è una cosa allucinante. E questo pensando poi che è anche lecito supporre che di fronte alla prospettiva di continuare l'esistenza in regime 41bis, durissimo - contrari alla sia istituzione sinistra e radicali -, dove persino il cibo è centellinato la prospettiva invece dei benefici, non pochi e di rilievo, possa essere tale per chiunque da convincerlo 'a pentirsi'. Come? Questo è il punto. Falcone in una settimana stabiliva se aveva a che fare con 'un vero' pentito o con un pentito senza il 'vero'. Adesso no. Adesso passa, passa, passa del tempo, del tempo, del tempo per cui per settimane e mesi i giornali riempiono le pagine, i Santoro le ore televisive serali, e il grande vecchio (non anagrafico) rinforza la tessitura dei suoi piani. Con un mix, volere o non volere, di vero, mezzo vero, falso,
Spaventoso.
CUI PRODEST?
Cui prodest? A chi giova?
= Beh, un interesse politico c'è certamente.
= Poi pesa un'avversione, quasi fisiologica e per certi versi caratteriale, magari anche reciproca, fra Premier e taluni settori della Magistratura, appare palpabile e rischia di condizionare.
= Non basta. Occorre anche tenere presenti le batoste che ha preso la mafia e che il Ministro Maroni giustamente rivendica. Il sostituto procuratore Ingroia (inchiesta anche su Berlusconi e Dell'Utri) in TV il merito lo ha dato solo "ai poliziotti". Questa non è onestà intellettuale. E' vero che merito va dato "ai poliziotti", - ma anche a tutte le altre Forze dell'Ordine -, ma non è giusto limitare l'ambito quando le cose vanno bene senza riconoscere i meriti al Governo e invece se le cose non vanno prendersela solo col Governo. Le direttive contano, e come. Sia dei Governo che dei magistrati che presiedono a questa o quella indagine.
Batoste a iosa comunque. E non solo per quanto riguarda gli arresti. Circa la metà dei 30 più pericolosi mafiosi sono finiti dietro le sbarre, un risultato senza precedenti però ne pur restano altri in circolazione. Quella che invece sta pesando moltissimo è la progressiva asfissia economica per via dei sequestri di ingentissimi patrimoni che si susseguono, con le difficoltà che ne derivano anche per il mensile pagamento del 'personale' che poi, dato il tipo di attività, non può neanche attingere alla Cassa Integrazione.
BERLUSCONI
Per finire andiamo sul Premier. Non è un Santo, lo ha detto anche lui in TV. Noi non vogliamo, né a lui né a chiunque altro, applicare il santometro per accertare fino a che punto il mercurio arrivi per segnalare il confine fra santità e diavoleria che dir si voglia. Ci rifacciamo ad un recente editoriale su Repubblica di Eugenio Scalari, insolitamente moderato (l'annuncio delle querele della Fininvest fatto da Marina Berlusconi per l'articolo Quelle nebbie sulla Fininvest di A. BOLZONI e G. D'AVANZO probabilmente c'entra): "Ha ragione Napolitano quando dice che non è per via di processi che si elimina un avversario politico fin tanto che gli rimane la fiducia della maggioranza. Ma è altrettanto vero che gran parte di quella fiducia si verifica meglio alla luce di processi e sentenze che mettano in chiaro passaggi rimasti per troppi anni oscuri e inquietanti. Noi pensiamo che sia questa la buona democrazia. Intanto, il governo ha il diritto e il dovere di governare. Se cominciasse a farlo invece di restare perennemente in "surplace" sarebbe un buon risultato". E' vero che bisogna governare - anche se non sarebbe onesto per chiunque non riconoscere che un po' di cose rivelatesi buone sono state fatte - ma è anche vero che un giorno si e uno no c'è sempre qualcuno, suo giornale compreso, che il bastone fra le ruote ce lo mette.
Deve governare? Giusto. E allora torni il Lodo Alfano, in veste costituzionale. Con quello il Governo non avrebbe alibi qualora dormisse su qualche problema e Berlusconi, o chiunque nelle stesse condizioni, a fine mandato dovrebbe presentarsi davanti al magistrato come Scalari chiede.
frizziero