Come assassinare una suora e farla (quasi) franca., INAUDITO

di Alberto Frizziero

La notizia é di quelle che
fanno, giustamente, imbestialire la gente.

Una delle tre assassine della suora di Chiavenna, Veronica,
quella poi che con singolare e unica perfidia aveva attirato
suor Maria Laura Mainetti fuori dal convento fingendosi in
cinta per violenza sessuale e in difficoltà, é uscita dal
carcere per entrare in una comunità di recupero a Roma.

Se non fosse una cosa drammatica, dopo la tragedia, ci
sarebbe da dire che certa gente non ha neppure il senso del
ridicolo. Abbiamo infatti sentito in TV, a giustificazione
del provvedimento, che la vile assassina - questo é il
termine più appropriato che deve restare - aveva già
imboccato un percorso di recupero. Infatti, udite, udite,
partecipava attivamente al laboratorio di ceramica del
carcere!

Pazzesco. Avessero detto che sulla via della redenzione si
era convinta ad andare, appena libera, in qualche sperduto
villaggio (non in missione cattolica con suore, non si sa
mai...) dove la gente muore a frotte per fame e malattie,
passi. Ma una redenzione che passa tra l'imparare a fare
della ceramica...!!!!

Abbiamo letto che il Procuratore del Tribunale dei minori
avrebbe detto, allora "Ma quali mostri: queste ragazze
sono giovanissime e la società dovrà far di tutto per
recuperarle". Premesso che forse per recuperarle ci
pare debba esserci qualcosa di meglio che non un corso di
ceramica, quando chi é preposto a simili delicati ruoli se
ne esce con queste affermazioni é finita. Non siamo di
quelli che vogliono vendetta in questi casi. Siamo di quelli
che vogliono, insieme, giustizia e tutela.

La pena va anche vista come redenzione, ma dopo una adeguata
espiazione - che non c'é stata in misura sufficiente per un
simile orrendo delitto - e avendo sempre in sé un
significato di esempio.

Quale luminoso esempio si dà quando la Magistratura -
quella poi speciale per i minorenni -  si comporta in
siffatto modo?

Quale disincentivo per menti insane si offre con
provvedimenti di questo tipo? Quale offesa, di fatto, si
arreca ai familiari di chi é sotto terra?

E ora, ovviamente, toccherà a Milena e poi ad Ambra, per
ragioni di (ini-)equità e di (in-)giustizia.

Avanti tutta. Per il Procuratore ai tempi del processo le
ragazze non sono affatto dei mostri. Ragazzine che magari,
sì, una marachella l'han fatta, ma cosa volete,
giovanissime come sono...

E a Chiavenna cosa vi infuriate a fare? Andate invece a
Prosto a prendere i biscottini da mandare giù nella
comunità dove ora si trova per farle sentire un po' l'aria
di casa, in attesa che, fra non molto, esca anche dalla
comunità. Sarà così possibile riceverla in Municipio,
rivolgere le scuse della comunità affidando al Procuratore
Ingrasci di Milano il compito di consegnarle la medaglia
commemorativa dell'evento.
Alberto Frizziero



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Alberto Frizziero
Giustizia