TRE STORICHE INIZIATIVE: 3) LA GRANDE SONDRIO. MA ORA IL PGT: 1) OCCASIONE MANCATA 2) UNA VISIONE RIDUTTIVA PER I COMUNI-CINTURA 3) INSIEME CON CASTIONE (E MAGARI MONTAGNA PIANO E POI LA GRANDE SONDRIO) 4) LA PROPOSTA

1) OCCASIONE MANCATA

L'occasione c'era

Il Comune di Sondrio sta procedendo per dotarsi del Piano di Governo del Territorio che finalmente innoverà rispetto al precedente Piano Regolatore Generale. E' vero che vi sono state varianti importanti ma in buona sostanza l'impianto è rimasto quello elaborato alla fine degli anni '60 ed adottato oltre 39 anni fa. Il PRG Eura allora aveva rappresentato culturalmente e politicamente un significativo passo in avanti, anche con il supporto di una splendida relazione di base, autore il prof. Frey.

Sarebbe stata l'occasione ideale per un altro significativo passo in avanti. Peccato che l'opportunità non sia stata colta.

Ovviamente il nostro riferimento non è al livello tecnico dato che gli obiettivi sono prerogativa degli amministratori, sia pure con un opportuno rapporto iterativo di verifica con gli estensori del documento di piano. Sugli obiettivi sarebbe stato assai utile applicare quella metodologia che pure si usava un tempo, esempio classico il piano del centro storico costruito con la gente senza perdere essenza e rigore (poi, ahimé, c'era stata di mezzo la pochezza culturale di un funzionario regionale che ha impedito una riqualificazione vitale lungo l'asse Sassi_Angelo Custode). Non ci sono legioni di persone con, almeno, sensibilità urbanistica ma non mancano in città risorse. Chiamare a raccolta i Bettini, Franco e Giovanni, Benetti, Del Curto, De Rocco, Erba, Fassin, Grattirola, Maspes, Merizzi, Moratti, Muffatti, Palmieri, Sava, Stefanelli, Tognini, Tirinzoni, per citare qualche nome "storico" - con le scuse per le inevitabili omissioni - oltre agli attuali Ordini ma anche le forze culturali, economiche, sociali - sembrava la via più naturale da imboccare per il PGT. Gli apporti in tale sede avrebbero dovuto contribuire ad una definizione degli obiettivi di elevato spessore, ferma naturalmente la piena libertà dell'Amministrazione di tirare le sue conseguenze. Ci riferiamo ad una 'chiamata propedeutica' e non già a forme di partecipazione a posteriori perché in tal caso, come si suol dire, i buoi sono già usciti dalla stalla.

a) Ipotesi Svizzera

Si fosse seguita questa strada sarebbe stato possibile quantomeno sottoporre ad analisi, verifica, approfondimento l'ipotesi di un prestigioso scenario di medio periodo quale l'innovazione istituzionale europea. Non è volare altissimo, ma a giusta quota, quella del massimo rendimento. L'innovazione cui ci riferiamo ancora una volta è l'inevitabile ingresso in Europa della Confederazione Svizzera, anche se i cugini elvetici a sentire questa ipotesi fanno scongiuri. Secondo accreditati analisti è questione di 10 o 15 anni, un tempo di scenario compatibile con scelte odierne di pianificazione in quanto causa ed effetto della definizione di obiettivi sia per il PTCP che per il PGT del capoluogo. Basti pensare a quale ruolo potrebbe aspirare quella regione alpina rappresentata da Valtellina, Engadina, Alto Lario con tutti i suoi prestigiosi sistemi e sub-sistemi.

b) Ipotesi EXPO

Si fosse seguita questa strada sarebbe stato possibile quantomeno sottoporre ad analisi, verifica, approfondimento l'ipotesi di un interessante scenario di medio/breve periodo quale l'EXPO 2015 tenuto conto che qui c'è quella che hanno chiamato, a Milano e non a Sondrio, la "Montagna di Lombardia"

Similitudine automobilistica

Sono state fatte altre scelte di minore rilevanza. Ne va preso, magari tristemente, atto. Per stare a esempi automobilistici 'storici' diciamo che non siamo alla '500', diciamo di essere tra la '600' e la '850' quando si poteva andare al minimo con la '1500' on la '2000' ed oltre pur senza pretendere di andare in Ferrari (ma in qualche occasione in tempi passati si era giunti anche a questo con un riconoscimento alla politica urbanistica del Comune di Sondrio, quale quello, certo non sospettabile, in sede ufficiale in quel di Modena del Presidente dell'INU Tutino.

Non stiamo criticando, ma semplicemente prendendo atto.

2) UNA VISIONE RIDUTTIVA PER I COMUNI-CINTURA

Volutamente non entriamo nella bozza del Documento Programmatico, salvo un punto che ci è indispensabile citare, quello relativo 'ai flussi locali' che vengono limitati ai comuni contermini di Albosaggia, Castione Andevenno,

Montagna in Valtellina, Spiana. L'handicap di una partecipazione propedeutica mancata emerge proprio in questa scelta in quanto sono definiti alcuni ambiti senza aver accertato cosa nel frattempo si sia prodotto in essi nella fase di predisposizione dei rispettivi PGT. Già da tempo infatti il Comune di Albosaggia aveva chiamato attorno ad un tavolo i suoi Comuni contermini per definire linee comuni.

Questo a parte la scelta dell'Amministrazione di limitare l'ambito 'comune' per così dire ai Comuni citati è palesemente insufficiente.

Non sta né in cielo né in terra, per fare un esempio, l'esclusione di Caiolo, sede dell'aeroporto, del golf, di altre attività, o di Faedo unica sede universitaria provinciale. L'ambito in realtà va ben oltre e andrebbe approfondito così come, per converso, la debolezza del centro storico, di cui s'è più volte parlato, a suo tempo tutelato dalla linea di conservazione del baricentro delle funzioni che, se non confermata, richiederebbe quantomeno una alternativa non certo rappresentata dal vuoto lapideo di Piazza Garibaldi rotto solo dal bronzo dell'Eroe dei due mondi. Ne discutano, a questo punto, gli amministratori dato che, fatta questa scelta minimalista, il problema non è più culturale ma politico-partitico, e in questa sfera ci guardiamo bene dall'entrare.

3) INSIEME CON CASTIONE (E MAGARI MONTAGNA PIANO)

C'è una realtà, forse due, per la quale si pone un discorso diverso, una prospettiva diversa, anche se secondo tre diversi percorsi ipotizzabili. Questa realtà è Castione, quantomeno la parte a fondovalle di Castione.

I tre percorsi:

a) Pura logica

Secondo pura logica, prescindendo da ogni altra considerazione, la prospettiva dovrebbe essere quella di una fusione fra i Comuni di Sondrio a di Castione. Come primo risultato - questo comunque da portarsi avanti - si dovrebbe cercare di tornare al primitivo progetto che era quello dell'inizio della tangenziale di Sondrio alla Cacciatora poco prima, salendo, della stazione ferroviaria. Lì era previsto il sovrappasso ferroviario mentre poi sino al viadotto Mallero la strada doveva correre tra Adda e ferrovia. Fu accorciata solo per questioni di finanziamento (13 miliardi allora disponibili a fronte dei 18 necessari) con l'intesa poi non fatta valere che a carico dei successivi bilanci ANAS con una variante in corso d'opera si sarebbe tornati sul progetto originario. Il tratto attuale di SS 38 tra la Cacciatora e lo svincolo della Sassella diventerebbe un asse attrezzato urbano. Siamo nel terreno della pura logica, ingrediente che spesso, preso a sé, non serve per la soluzione dei problemi.

b) Logica con realismo

Mescolando logica e realismo la situazione generalmente migliora ma abbiamo seri dubbi che questa posizione farebbe al caso nostro. Della logica s'è detto. Quanto al realismo la ragione è molto semplice: il problema del consenso. Obiettivamente difficile pensare che la gente accolga favorevolmente l'idea di vedere cancellato dall'elenco dei Comuni italiani, e valtellinesi, il nome di Castione passando 'sotto Sondrio'. Il 'Vade retro' risuonerebbe da Grisun a Piatta, da Gatti ad Andevenno, da Vendolo a Balzarro, e quindi non solo nel tradizionale centro. Un mix oppure, in dialetto, un taja e médèga, potrebbe, in prospettiva porsi: quello di un'estensione del Comune di Sondrio nella parte di fondovalle restando Castione interamente sul versante. S'intende che una simile soluzione richiederebbe adeguate contropartite per 'i Castiun'. S'intende che una simile soluzione richiederebbe, previsione realistica, qualche anno per concludersi.

c) Realismo

Realismo vuole che le soluzioni 'logiche' non siano da perseguire, se non in astratto, se non si vuole perdere tempo. E non spendiamo altre parole ma passiamo alla proposta cogliendo l'occasione del PGT che obbliga a pensare anche oltre la cinta daziaria.

4) LA PROPOSTA

C'è un modo da by-passare problemi e difficoltà, quello della Unione dei Comuni. Innanzitutto Sondrio con Castione e magari Montagna per cui vale lo stesso discorso fatto prima relativo soprattutto al fondovalle. Poi, possibilmente, con gli altri.

Se ne può fare a meno, certo, definendo scenario e obiettivi con un minimo di coraggio culturale e con una visione minimamente da Comune capoluogo, vero 'centro' (dizione attuale), vero 'epicentro di una vera e propria Regione Alpina, secondo la definizione di Alberto Quadrio Curzio. Guardando oltre la Cappelletta della Cà Bianca, la Sassella, il ponte sull'Adda e il Viadotto di Cagnoletti. Se ne può fare a meno e, purtroppo, se ne farà a meno come si è fatto a meno, ahimé, di molte cose che avrebbero invece proiettato il capoluogo più avanti rispetto a dove si trova oggi, spettatore intento ad osservare come si stanno muovendo Morbegno e Tirano.

Resta comunque nello sfondo l'inevitabile tema de 'LA GRANDE SONDRIO', una città che non fagocita le realtà circostanti ma le mette in rete, per usare un'espressione entrata nel linguaggio comune. Tempi, modalità, prospettive dipendono sostanzialmente da un solo ingrediente: la materia grigia dei sondriesi e di chi li amministrerà nei prossimi anni.

a.f.

a.f.
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