Black-out: UN'ANALISI DOCUMENTALE. ancora la Valtellina per il Paese. Andata e ritorno. E i gruppi elettrogeni?
 Roma scarognata o Roma 
 porta-scarogna? - Il black-out l'abbiamo visto anche noi - La 
 notte del buio - 
 Dopo gli Usa, Londra, 
 Copenaghen... - 
 Consumi alle stelle - 
 Situazione - Estero-Italia - Zone d'ombra - Valtellina 
 salva-Lombardia. Andata e ritorno - I gruppi elettrogeni
              
 ROMA SCAROGNATA O 
 PORTA-SCAROGNA?
 Non é cosa da tutti i giorni, anzi era la prima volta che veniva 
 organizzata una notte in bianco, con mille attrazioni sino 
 all'alba, la "Notte bianca" di Roma. Una notte che é diventata, 
 con disdoro di Roma e Lazio, una notte juventina, bianconera 
 cioé. Bianca fino alle tre passate da qualche minuto. Poi nera, 
 assolutamente nera, con buio da sotterranei medioevali.
 Roma scarognata o Roma porta-scarogna? Non vogliamo dare del 
 menagramo all'ideatore di questa notte da un milione e passa di 
 persone, ma pensiamo proprio che la spiegazione sia la prima.
 Anzi, come fuori-programma il milione e passa di persone può ben 
 dire di aver "visto" lo storico black-out al contrario della 
 stragrande maggioranza degli italiani che solo al risveglio ha 
 scoperto cos'é oggi la vita quotidiana in assenza di "corrente", 
 come si dice abitualmente.
 Il BLACK-OUT 
 L'ABBIAMO "VISTO" ANCHE NOI"
 Il black-out l'abbiamo visto anche noi, a Sondrio. Forse per 
 connessione telepatica - si fa per dire - c'é venuta voglia di 
 bere, ci siamo svegliati e alzati. Stavamo versando una bibita 
 nel bicchiere quando la luce se n'é andata. Abbiamo preso la 
 torcia - buona cosa averne sempre una a portata di amno, e 
 sempre nello stesso posto! - e abbiamo riempito il bicchiere. 
 Prima ancora di bere il figlio maggiore avverte che é tutta la 
 valle ad essere al buio. Stava lavorando. Ha ereditato dal padre 
 l'abitudine a lavorare di sera, anche di notte. Nessuno 
 disturba, il telefono non squilla interrompendo il corso dei 
 pensieri, il silenzio é assoluto, la concentrazione é massima, 
 il rendimento ottimale. Il gruppo di continuità é in funzione 
 ma, vista la situazione, meglio chiudere tutti i programmi sui 
 tre computers sui quali stava lavorando. Buio dappertutto. 
 Prende l'auto e sale in una frazione in quota. Sondrio ha molte 
 luci: Prefettura, Questura, Ospedale, Banche, altri Uffici. I 
 gruppi elettrogeni stanno facendo il loro dovere, come lo hanno 
 fatto gli addetti che non li hanno evidentemente lasciati senza 
 manutenzione e sprovvisti di gasolio come invece é successo, 
 colpevolmente, in qualche parte del Paese. Buio totale sulla 
 cinquantina di Km di Valle visibile, anzi invisibile. Fa 
 eccezione la strada fra il Gaggio e Briotti, a quota 1000, una 
 volta sede del trenino della Falck. L la serie di lampioni é 
 l'unica rottura del buio, visto che l'energia viene dalle 
 centrali Sondel. Qualche foto che compariranno poi su un 
 quotidiano locale.
LA NOTTE 
 DEL BUIO
 Con un portatile a batteria – l’ADSL funzionava, siamo andati a 
 vedere il diagramma del fabbisogno e relativa copertura.
 Alle tre eravamo intorno ai 21,3 MW (intorno ai 25 tenendo conto 
 anche del pompaggio dell’acqua in quota). Tonfo improvviso. Il 
 grosso era assicurato dal termico e subito dopo dall’energia 
 dall’estero. Alle tre dunque circa mezzo milione di kW da 
 geotermica, idem da impianti ad acqua fluente, 5,6 dagli 
 impianti convenzionati con il CIP6 (in provincia abbiamo quelli 
 di Saleggio e Chiuro che producono energia dal gas delle 
 discariche), circa il doppio dal termico, briciole di modulata e 
 da serbatoi in quota. 3,6 é la quota del pompaggio mentre 
 l'estero ne dava 6,951. Fabbisogno totale in quel momento 21487 
 MW, poco rispetto alla potenzialità complessiva del sistema. 
 Alle quattro in tutta Italia crollo a 1,804.
 Interessante vedere la successione alle diverse ore: 2,2 alle 
 cinque, 3,9 alle sei, 6,3 alle sette, 8,7 alle otto, 11,6 alle 
 nove, 14,7 alle dieci, 16,4 alle undici, 17,9 a mezzogiorno, 17 
 all'una, 18,2 alle due, 19,2 alle tre, 20,5 alle quattro, 22,5 
 alle cinque, 23,7 alle sei, 27 alle sette, 28,7 alle otto. Il 
 massimo, poi, a normalità ripristinata, comincia il calo.
 Dopo gli 
 usa, londra, copenaghen...
 E' toccato a noi quel che era toccato la vigilia di Ferragosto 
 ad USA e Canadà con 50 milioni di persone rimaste senza energia 
 elettrica. Esattamente due settimane dopo la volta di Londra. Un 
 black-out breve, poco più di mezz'ora ma con pesanti 
 coinseguenze data l'ora (le 18). Pochi giorni fa vista di Mister 
 Black-out in Danimarca. Quattro ore di buio per 4 milioni di 
 persone a Copenaghen e in alcune zone della Svezia.
CONSUMI ALLE 
 STELLE
 1) Il 12 dicembre 2002 la domanda di potenza degli italiani era 
 arrivata a 52.590 MegaWatt, in media quasi un chiloWatt a testa. 
 Circa tre chiloWatt e mezzo per una famiglia di quattro persone, 
 e teniamo conto che la maggior parte di famiglie italiane ha un 
 impegno di potenza di tre soli chiloWatt!
 2) Il 25 giugno di quest’anno si era arrivati a 52.385, poco 
 sotto al valore citato dianzi ma primato assoluto estivo.
 3) Pochi giorni dopo, la mattina del 17 luglio, il top: 53.105.
 Con questi valori non ci sono di fatto riserve e cominciano, 
 come è successo allora, i distacchi di aziende convenzionate ed 
 anche i black-out programmati, quelli contro i quali abbiamo 
 protestato essendo inaudito che vengano inserite in questi 
 programmi anche zone come la nostra ove si consuma poco più del 
 10% dell’energia localmente prodotta, in gran parte vettoriata 
 fuori provincia.
SITUAZIONE
 Gli ultimi dati ufficiali disponibili sono relativi al 
 31.12.2001.
 A tale data l’idroelettrico contribuiva (potenza netta) per 
 20.433,3 MW con una producibilità di poco inferiore ai 51 
 miliardi di kWh su 1933 impianti. Il termoelettrico per 55.110,3 
 su 902 impianti. 92 impianti fotovoltaici ed eolici con una 
 potenza di 670,4 MW.
 A fronte di un fabbisogno energetico di 304,83 miliardi di kWh 
 la produzione nazionale poteva far fronte solo al 84,1% con un 
 saldo negativo, di cui siamo tributari verso Francia, Svizzera, 
 Austria, Slovenia (ora anche con la Grecia) di 48,377 miliardi 
 di kWh.
 Dedotta una quantità fisiologica (perdite di trasporto, 
 autoconsumi ecc.) il consumo del Paese nel 2001 è stato di 4928 
 kWh per abitante per un totale di 285,4919 miliardi di kWh.
 In termini di produzione netta l’idrico ha contribuito per 53, 
 2523 miliardi di kWh, il termico per 207,2746, il geotermico (Larderello) 
 per 4,2563, l’eolico per 1,11773, il fotovoltaico per 
 4,88milioni. 
 Il saldo con l’estero è stato di 48,3773 miliardi di kWh
 Qualche cenno alla Lombardia ove ci sono 301 impianti 
 idroelettrici con 5577,2 MW di potenza netta (producibilità: 
 11,8767 miliardi di kWh) e 158 termici con 7697,8 MW di potenza.
 Il risultato è che con una domanda di energia pari a 63,3871 
 miliardi di kWh abbiamo un deficit di 25,5188 miliardi, deficit 
 costantemente cresciuto con gli anni., più che triplicato in un 
 trentennio.
 Dai dati effettivi sui consumi emerge che su 60,1929 miliardi di 
 kWh (0,7281 per l’agricoltura, 37,1794 per l’industria, 12,027 
 per il terziario, 10,2585 per i consumi domestici) la provincia 
 di Sondrio, che fornisce tra i 5 e i 6 miliardi di kWh secondo 
 l’anno ideologico, ne ha consumati 919,9 milioni (7,1 milioni 
 per l’agricoltura, 495 per l’industria, 217,2 per il terziario, 
 200,6 per i consumi domestici). Si noti che trattasi di energia 
 (e potenza) pregiata in quanto ideale per le punte, con 
 rapidissima messa in circolo dell’energia al contrario delle 
 altre fonti che viaggiano sostanzialmente con diagramma di 
 produzione costante, quel poco di flessibilità che è possibile 
 risultando oltre a tutto costosa.
 I dati che sono girati sono stati motivo di interrogativi e 
 perplessità perché qualcosa, evidentemente per spiegazioni 
 incomplete, non sembrava quadrare. In realtà dei circa 76.500 MW 
 (76.210 nel 2001 saliti a 76.950 nel 2002) disponibili sulla 
 carta quelli "utili" sono circa 48.900 con la conseguenza che 
 bisogna contare, in base a contratti vigenti, su 6300 MW esteri. 
 Nel 2001 il totale é stato di 54.900, nel 2002 di 55.590.
 ESTERO-ITALIA
 Sono 16 le linee (6 terne a 380 kV e 9 terne a 220 kV) che ci 
 portano energia dall'estero: 4 dalla Francia; 8 dalla Svizzera; 
 1 dall'Austria e 2 dalla Slovenia, 1 dalla Grecia in corrente 
 continua che sconta però, come si dirà avanti, lo stop alla 
 costruzione di sette km dell'elettrodotto Matera - Santa Sofia.
 Fra i nuovi collegamenti che dovrebbero dare respiro la nostra 
 linea San Fiorano - Robbia e poi, con forti ostacoli locali come 
 abbiamo documentato recentemente, le linee Cordignano-Lienz 
 (Austria) e Udine-Okrogolo (Slovenia).
 ZONE D'OMBRA
 Sembrano esserci, pur nell'enorme dibattito che é seguito 
 all'evento, alcune zone d'ombra.
 1) La riserva. C'é l'obbligo, lautamente pagato, di 
 tenere pronta una riserva. Era dimensionata sul totale del 
 fabbisogno, del resto accuratamente previsto? Abbiamo esaminato 
 i diagrammi delle previsioni confrontandoli con l'effettiva 
 richiesta. Lo scostamento é minimo, al massimo in qualche 
 istante, di 6/700 MW. Ma il dimensionamento comprendeva anche la 
 quota estera o solo la produzione nazionale? Si vedrà.
 2) I telecontrolli con relativi automatismi. Hanno 
 centomila vantaggi, compresa la rapidità di intervento. E uno 
 svantaggio; fanno quello che gli hanno detto di fare. L'uomo ha 
 centomila difetti ma é in grado di reagire di fronte 
 all'imprevisto, fuori schema. Si é visto nella guerra in Irak 
 che i perfezionatissimi "cervelli" dei missili, quanto di meglio 
 abbia prodotto la tecnologia, in diverse occasioni, 
 probabilmente per qualche imprevisto, sono finiti in Turchia, in 
 Siria e in tanti altri posti ben lontano dai bersagli. Si vedrà 
 anche questo.
 3) Sabato notte alle tre. Il miglior momento ai fini 
 dell'impatto sulla popolazione e sulle aziende. Il peggiore per 
 una emergenza. E' stato dato atto dell'impegno del personale, ma 
 si é parlato dei "reperibili". Bastavano, e bastano, gli attuali 
 reperibili per una emergenza di grandi dimensioni?
 Si vedrà anche questo.
 4) La sfera decisionale. Di fronte ad un evento non 
 ipotizzato, - al punto da far dichiarare al numero uno di GRTN 
 dopo il black-out americano e canadese che in Italia una cosa 
 simile era da escludersi -, la sfera decisionale ai livelli alti 
 é entrata in pista con adeguata tempestività? Anche questo si 
 vedrà, almeno se le Commissioni nominate per indagare andranno a 
 fondo e comunque se renderanno pubbliche tutte le conclusioni.
 5) Le centrali. Le centrali non c'entrano niente con 
 l'evento. Occorre farle, questo sì. Più pertinente il discorso 
 degli elettrodotti. Se i 207 km della linea 
 Puglia-Campania, partita 11 anni fa, sono costruiti per 200 km 
 ma i cavi sono ancora intonsi perché "il Sindaco di un solo 
 Comune si oppone", come detto da un autorevole rappresentante 
 del settore, c'é evidentemente qualcosa che non va. O le ragioni 
 sono valide e allora va ricercata una soluzione alternativa 
 rimuovendo le consuete rigidità dei progettisti. O le ragioni 
 non sono sufficientemente valide e allora chi ne ha facoltà deve 
 procedere evitando il comodo sistema di lasciare nel cassetto le 
 cose che scottano. L'elettrodotto San Fiorano-Robbia - una delle 
 due interconnessioni con la Svizzera della nostra provincia, ma 
 la più importante d'Italia visto che un quarto delle 
 importazioni energetiche passeranno di qui - insegna. Poteva 
 esserci da dieci anni fa, sol che ci si fosse seduti ad un 
 tavolo come allora richiesto. Quando a questo tavolo si é 
 arrivati in non molte settimane l'intesa é arrivata.
 6) Riduzione della dipendenza dall'estero. Nel calore 
 delle polemiche su questo sono tutti d'accordo. Perché, 
 chiediamo, forse le termoelettriche non dipendono dall'estero? 
 Petrolio, gas e carbone mica li abbiamo in Italia...
 Il Premio Nobel Rubbia, schierato a favore "del solare e del 
 nucleare", dice però che non c'é da farsi illusioni sull'apporto 
 che possono dare le fonti rinnovabili. E' vero, ma visto che la 
 Germania ha oltre 12.000 MW di eolico, con tanti posti ventosi 
 che abbiamo in Italia un po' di sollievo potremmo pure averlo, 
 sempre che gli ambientalisti non ci mettano il bastone fra le 
 ruote come stanno facendo incredibilmente là ove é stato 
 progettato un eolico. Adesso danno fastidio anche le eliche...
 7) Black-out e politica. A nostro avviso non ci sono 
 piaciute per niente né maggioranza né opposizione. Questa ha 
 gettato la responsabilità sul Governo quando, obiettivamente, al 
 massimo c'era da chiamare in causa GRTN, visto che la cause, 
 comunque la si giri, sono tecniche. La maggioranza ha risposto 
 che la legge sulle centrali é ferma in Parlamento perché 
 l'opposizione ha presentato chi ha detto 600 e chi ha detto 700 
 emendamenti. Ma se alcune leggi, d'interesse diretto della 
 maggioranza, hanno avuto un iter velocissimo nonostante le 
 violentissime opposizioni, come mai non si viaggia alla stessa 
 velocità per questo provvedimento?
 La realtà vera é che siamo stati imbrogliati al tempo del 
 referendum sul nucleare. Non c'é stato detto quali sarebbero 
 stati i costi, ingentissimi, ma soprattutto all'ovvia obiezione 
 sul fatto che le centrali nucleari ci circondano da tutte le 
 parti con i rischi relativi ci era stato risposto che dopo 
 l'Italia sarebbero venuti gli altri Paesi. Ma gli altri Paesi 
 non sono venuti ed anzi di fanno pagare cara l'energia che loro 
 producono, una sorta di nemesi, nelle centrali atomiche 
 funzionanti a pieno regime...
 VALTELLINA 
 SALVA-LOMBARDIA. ANDATA E RITORNO
 1) Acqua d'estate. Quest'estate, quando il Po era un 
 rigagnolo come gli altri corsi d'acqua con gravi danni 
 all'agricoltura e con il rischio che chiudesse la grossa 
 centrale termoelettrica di Porto Tolle, é arrivata 
 provvidenziale l'acqua dai serbatoi alpini, parte notevole dai 
 serbatoi della nostra provincia.
 2) Energia d'autunno. Ora se Milano ha potuto riprendere 
 la vita normale prima che anche i mattinieri uscissero di casa e 
 se alle otto i treni riprendevano a viaggiare lo si deve alle 
 centrali in provincia di Sondrio e a quella di Cassano d'Adda.
 Andata.
 E il ritorno?
 Ci sarà da parlarne.
I GRUPPI 
 ELETTROGENI
 Avevamo sviluppato questo argomento nel numero del giornale di 
 due anni e una settimana fa, precisamente del 21.9.2001. Manca 
 lo spazio per ritornare ora in argomento. Lo faremo la prossima 
 settimana.
Alberto Frizziero
GdS 28 IX 03 - 
www.gazzettadisondrio.it
