FINANCIAL TIMES: IL LUPO PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO. QUESTA VOLTA, - TEMPO DI ELEZIONI - DAL SEGGIOLONE SI PONTIFICA SUL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MA LA SOLFA E' LA STESSA: DIR MALE DELL'ITALIA

L'autorevole, si fa per dire, quotidiano britannico ha perso un'altra splendida occasione di stare zitto. E in Italia, una volta ancora, nonostante il monito della storia, c'è chi colpevolmente 'chiama lo straniero' con quel che segue

Dove sta l'autorevolezza?

Il Financial Times è, dicono, un autorevole quotidiano diffuso in circa 140 Paesi. Neanche tanto diffuso se pensiamo che le copie giornaliere risultano - dato Internet - 449.260 in tutto. Se pensiamo che 'Il Sole 24 Ore', che non è certo diffuso in mezzo mondo di copie a febbraio 2009 ne ha diffuse 322.058 c'è da osservare che questa aureola di autorevolezza non sembra così attraente per i lettori. Quanto ai contenuti più d'uno ha osservato che l'italico 'Il Sole 24 Ore', senza essere diffuso in mezzo mondo come il confratello britannico, non ha proprio nulla da imparare. Semmai nella terra d'Albione sono loro che debbono imparare, ad esempio senso della misura e obiettività.

Fobia

Forse occorre uno studio psicologico per capire la fobia anti-italica. Periodicamente infatti il supposto autorevole quotidiano se ne esce con articoli dal taglio tipicamente 'inglese', scritti dalla cattedra - che però i contenuti generalmente indicano essere un seggiolone - con prosopopea ed arroganza. Italiani nel mirino.

Complessi

E' vero che dopo lo scisma l'antipapismo è entrato nel DNA degli inglesi e, pensiamo di riflesso, ne è venuta una bassa considerazione degli italiani , ma resta lo stesso la convinzione che ci sia un tarlo che rode. C'è nel loro esteriore complesso di superiorità il tarlo di un complesso di inferiorità, RenDendosi inconsapevolmente conto della loro subordinazione culturale. Quando la Serenissima Repubblica di San Marco solcava i mari portando e importando non solo mercanzie ma tanta cultura sulla base di una summa di regole moderne e illuminate la Regina d'Inghilterra nominava 'baronetto' ovvero 'Sir' un pirata - anche se ne cercava di attenuarne la sgradevolezza chiamandolo 'corsaro'. Non solo ma lo faceva diventare anche viceammiraglio della flotta. E, tanto per gradire, Sua Maestà si era disinvoltamente però presa, al ritorno dalle Americhe, metà dell'ingentissimo bottino in oro e argento che il pirata Francis Drake aveva rapinato agli spagnoli. Un valore superiore alle entrate annuali della Corona.

Non è che il tempo abbia cambiato molto l'indole dei figli di Albione. L'impero inglese si era esteso dappertutto nel pianeta. E dappertutto sempre il solito complesso di superiorità prendendo tanto e dando poco, la forma più odiosa del colonialismo. E meritandosi una antipatia diffusa che non conosce confini. Anche l'Italia ha avuto le sue colonie, ma abbiamo certamente dato molto più di quello che abbiamo preso. Stanno così le cose. Il complesso di castrazione forse? Sintomatica la frase "nebbia sulla Manica, il continente è isolato". Chissà chi ha inventato questa battuta, probabilmente non sapendo di avere fatto, in modo esemplarmente sintetico, il ritratto di un popolo.

Vangelo, Luca 6. 41

Poveracci. Con il loro antipapismo han perso di vista tante cose, persino lo stesso insegnamento del Vangelo. Citiamo quello secondo Luca, capitolo sesto, nota 41: "Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? 42Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello".

Peste e corna delle cose italiche e degli italiani - non di tutti…. -. Ma che si guardino a casa loro!

Berlusconi, la loro Casa Reale, i loro Governanti

L'ultima è di questi giorni con una miscellanea di argomenti che vanno dall'accostamento del Premier a Mussolini (ironico commento di Berlusconi "a me è andata meglio!") alle critiche economiche, al processo Mills, alla ragazzuola balzata agli onori, si fa per dire, delle cronache per l'interessamento del Premier che peraltro ha escluso "aspetti piccanti".

Pensino a casa loro.

La Casa Reale, al di là del costante regale comportamento di Elisabetta e alla discrezione del principe consorte Filippo - che, forse per un anno sabbatico, ad un certo punto se ne è andato per mesi e mesi in giro per le colonie lasciando conseguentemente 'una vedova bianca' per questo periodo e forse facendo anche lui 'il vedovo bianco', surclassa di gran lunga la, diciamo, esuberanza dialettica di Berlusconi non sempre proprio felice nelle sue battute. Hanno poco da criticare i soloni inglesi. Il loro re in pectore, (da sempre in pectore e per sempre in pectore) ha illuso, sposandola, una fanciulla ignara che lo sposo aveva nel cuore un'altra. Quella fanciulla l'abbiamo incontrata su una piccola cala della Costa Azzurra con due o tre amici e la scorta. Non c'era nessun altro. Abbiamo fatto finta di niente soltanto in acqua, attraverso il vetro della maschera osservando senza far notare di essere osservati. Una ragazza normale, carina, di classe. Tranquilla. Nessuno avrebbe pensato che fosse la teorica regina d'Inghilterra che i giornali davano ospite in un castello di Provenza ad una cinquantina di km da quella cala. Sposa senza marito, madre a sovranità limitata, icona istituzionale. Una grande simpatia, come si ebbe ovunque, per il dramma di una solitudine evidente. Umanamente comprensibile la sua reazione. Certo non da proporre a modello, e non per l'ultima sua relazione che forse sarebbe sfociata nelle nozze, ma per un contegno di vita, diciamo, moralmente non certo esemplare.

Non che la sorella della regina avesse il comportamento da numero due del Regno.

Non che i figli, gli ultimi rampolli abbiano brillato per comportamenti irreprensibili. Ragazzi, con quanto questa condizione vuol dire. Comprensione ma non certo comportamenti regali che invece contraddistinguono le altre Case regnanti del nord Europa… Il Financial Tumes guardi in casa propria… Ce n'é a iosa.

Quanto ai governanti limitiamoci al caso Blair.

Blair

Nulla sul piano familiare e personale. Irreprensibile. La sua ventilata conversione al cattolicesimo è, in un Paese antipapista come il suo, moralmente significativa.

Pesa su di lui, come un macigno, l'immediato, superficiale e ottuso OK a Bush per la guerra irakena. Si fosse ricordato di essere in Europa non solo per i vantaggi ma anche per concordare linee di azione comuni, ci avrebbe pensato due volte e Bush sarebbe stato costretto a pensarci tre volte prima di dir di sì a quel deleterio falco che risponde al nome di Ramsfeld. Forse si sarebbe arrivati lo stesso alla guerra anche se abbiamo l'impressione che sarebbero cambiate tante cose. Non certo Saddam, ma averlo tolto di mezzo, col sistema più semplice, l'impiccagione, non ha certo portato ad una democrazia di tipo occidentale come si voleva, insensatamente, introdurre in Irak dimenticando cultura, tradizioni, costumi che non sono quelli occidentali. Col risultato perdippiù di avere dato spago , corda e funi a Bin Laden…

Perché dunque?

Perché dunque, evangelicamente, guardare la pagliuzza che è nell'occhio del fratello, senza accorgerVi della trave che è nel Vostro, Vostra Prosopopea Financial Times?

Noi, ieri

Alle Elementari, alle Medie, al Liceo ci hanno regolarmente sottolineato quale male facessero i vari staterelli italiani quando per aver ragione in qualche contesa con il vicino chiamavano gli stranieri in aiuto, stranieri che poi non si limitavano a fare il favore di turno al chiamante ma si insediavano alla faccia dell'uno e dell'altro interlocutore iniziali.

L'aveva del resto ben dipinta questa tragica situazione il nostro sommo poeta nel canto VI del Purgatorio: "Ahi serva Italia, di dolore ostello, / nave sanza nocchiere in gran tempesta, / 78 non donna di province, ma bordello!".

Era istintivo prendersela con lo staterello di turno - e non si sottraeva a questo anche lo Stato Pontificio la cui fine, il 20 settembre del 1870, ha da essere considerato il giorno per lei più fausto della millenaria storia della Chiesa - che dava l'occasione allo straniero di venire apparentemente a fare l'alleato ma in realtà a fare il padrone.

Noi, oggi

Quando a Napoli venne consegnato l'avviso di garanzia al Presidente Berlusconi mentre eravamo al clou dell'incontro dei grandi della Terra scrivemmo un commento di una durezza senza pari. Che differenza infatti ci sarebbe stata se quell'avviso fosse stato consegnato l'indomani senza bisogno che un ufficiale della Finanza a manetta scendesse da Milano a Napoli per effettuare la consegna? Nessuna sul piano sostanziale. Enorme sul piano politico. Quella consegna ebbe evidentemente le sue conseguenze politiche per il Governo ma a quale prezzo? Ci si scusi il termine, ma serve per rendere l'idea: lo 'sputtanamento' dell'Italia nel mondo.

Un po' come era successo con la storia del bacio di Andreotti a Riina. In questo caso senza risultato perché Andreotti ebbe il buon gusto di non morire nonostante l'età avanzata e quindi di arrivare alle sentenze assolutorie confinando la storia del bacio nel magazzino degli attentati non riusciti.

Ora, ovviamente in campagna elettorale con una delle solite coincidenze. Qui sono arrivate la sentenza Mills, la ragazzuola campana, ora il "Financial Times".

Vaccate.

Non è ammissibile che il fine giustifichi i mezzi. Se Berlusconi ha responsabilità è giusto che paghi, lui come tutti. Non in questo modo. Non cioè per colpire lui facendo il male del nostro Paese.

Frizziero

PS Il commento sugli inglesi non è proprio tenero. Pur con il massimo rispetto per il Vangelo non siamo proprio capaci di attuare l'insegnamento di Gesù, da Matteo 5, 38-42: "Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra. A una sberla si cerca di rispondere, minimo, con un bel calcione. Questo non esclude però che via sia anche qualche inglese meno Financial Times e più persona ammodo.

Frizziero
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