LA TRAGEDIA. 1) IL FURTO DEL PASSATO. TERREMOTO COMUNQUE ANOMALO
Il furto
La gente d'Abruzzo piange - noi con loro - le vittime.
La gente d'Abruzzo prega, religiosamente o laicamente - noi con loro - per i feriti.
La gente d'Abruzzo sconsolatamente censisce - noi con loro - i danni.
La gente d'Abruzzo si chiede smarrita - tutti noi in questo dobbiamo oggi impegnarci e domani mantenere - come sarà il futuro.
Parte di questa gente d'Abruzzo è senza passato, in pochi secondi portato via dalla furia della natura.
Tutto quello che è il mondo di ciascuno, fatto di tante piccole cose, di alcune di queste che parlano in termini di ricordi, di circostanze, di avvenimenti, non c'è più. Ricordiamo l'ex Presidente della Provincia di Sondrio Scaramellini nel 1982, scappato a tresenda con la famiglia pochi secondi prima che la frana spazzasse via la sua casa, dire di avere solo gli abiti indossati e null'altro. Di essere "senza passato". )Come l'Amanzio Bonetti, Sindaco di Valdisotto nel 1987, il cui passato era rimasto là sotto l'immane frana nel suo albergo Camoscio il cui telefono, ricordiamo con un brivido, non distrutto dava libero, senza che nessuno potesse rispondere). Poi, per uno di quegli eventi che, apparentemente marginali, ridanno speranza, una traccia del suo passato la trovò vicino all'Adda un Vigile del Fuoco: l'album fotografico delle nozze. Ricordiamo la signora strappata alle fiamme in Piazza Leopardi a Genova da alcuni di noi, i primi arrivati sul posto, disperata per aver perso i figli. Non la consolava il nostro dire che nella casa in fiamme di oltre 20 metri non era rimasto nessuno. Erano il suo passato. Erano le foto sul comò dei due figli morti in guerra. Sono le testimonianze di una vita, delle persone care, di quelli che ci sono ancora e di quelle che non ci sono più. Le cose di cui si sente, in modo struggente, la mancanza. Per la casa qualcuno provvederà come per gli aspetti economici. Per il passato nulla da fare. Irrimediabilmente perso.
Un furto.
Doppio. Il terremoto ha rubato anche un sistema di relazioni. Il più grave naturalmente quello che registra assenze, irrimediabili assenze, con solo un nome su una lapide del camposanto. Ma non solo quello. Ci sarà la ricostruzione ma non potrà essere tutto come prima, in tutti quegli aspetti che fanno di una città una comunità. Ancota: "Abruzzo, su la testa".
Anomalo
Ha colpito il crollo di edifici moderni, in cemento armato. La Casa dello Studente, in primis, l'Hotel Duca degli Abruzzi, la Chiesa di Tempera, ma anche lo stesso edificio dell'ospedale, inagibile al 90%. I tecnici hanno dato le loro spiegazioni, in particolare evidenziando gli aspetti negativi di un certo tipo di cemento usato nelle costruzioni tra il 1950 e il 1960. Per tutti l'esigenza di costruire rispettando, nella progettazione e nella esecuzione, le norme antisismiche. Tutto OK. D'accordo. Non basta. Ricordiamo che nel terremoto delle Marche erano nate polemiche per le case popolari in Fabriano, nuove e fortemente danneggiate. Erano stet progettate bene e costruite bene, e allora perché i danni? Per il semplice motivo che l'edificio regge anche a terremoti distruttivi nel senso di non crollare, di evitare vittime ma non i danni.
Questo premesso c'è però dell'altro.
Non siamo esperti, non ce ne intendiamo per niente ma questo non ci impedisce di rilevare l'assoluta anomalia di questo terremoto. Sono crollati Palazzi storici, sono venite giù le Chiese. Polverizzate case antiche, o vecchie se si preferisce. E' cioè venuto giù quello che aveva resistito per secoli a tanti terremoti.
Per secoli le strutture hanno reagisto elasticamente, adattandosi all'impulso che arrivava. Questa volta no.
Questo è un dato.
Perché e come possa essere successo non compete a noi anche solo ipotizzarlo. Può venire in mente quello sciame interminabile di scosse prima di quella decisiva, sciame che oitrebbe avere fiaccato la resistenza dei materiali. E' un fatto che il maggiore esperto in materia, il prof. Pietro Pedeferri da poco prematuramente scomparso, spiegava lo stato di 'logorio' dei cementi armati, specie, ma non solo, delle zone esposte alla salsedine, al punto, se ricordiamo bene, da abbassare la soglia di attenzione su viadotti e ponti da 70 a 20 anni! Tema di studio, non teorico da mera speculazione scientifica ma finalizzato alla sicurezza e stabilità dei manufatti.
f.