APR. PIERO GRASSO ACCOLTO DAGLI AMICI DI APRICA

Il capo della Procura nazionale antimafia per tre giorni nella località sciistica valtellinese

Aprica, 15 marzo 2009. Gli amici-anfitrioni non ricordano bene quante, ma sono già diverse le volte che Piero Grasso, superprocuratore nazionale Antimafia, sale all'Aprica per una vacanza sulla neve. Ad accogliere la massima autorità della lotta al crimine organizzato c'erano, qualche giorno fa, quelli che ormai considera i suoi amici aprichesi e valtellinesi, divenuti man mano tali a cominciare dalle partite di calcetto magistrati/cantanti, nell'ambito della manifestazione benefica "Un giorno di sole" dei primi anni 2000, protagonisti Ezio Greggio, vecchie glorie calcistiche e altri vip.

Nell'occasione abbiamo rivolto qualche domanda a Piero Grasso, che si è gentilmente prestato.

D - Come si è trovato quest'anno all'Aprica?

R - Benissimo, tempo splendido e tanta magnifica neve. Oggi ho sciato tutto il giorno con mio figlio Maurilio e ho potuto apprezzare la novità del collegamento completo in quota fra le tre ski-aree di Aprica. Tutto molto bello.

D. - Dato che non è la prima volta che viene, che ne direbbe di fare da testimonial alla località?

R - (Sorride) Magari lo farei anche, ma non so se per voi andrebbe tanto bene.

D - Perché?

R - Una volta, a Palermo, andai al cinema con mia moglie, accompagnato dalla immancabile scorta. Appena seduti sentii una signora vicina che, dàndo di gomito al marito, gli disse sottovoce: "Hai visto chi c'è? Spostiamoci, non si sa mai". Mi resi conto che la mia presenza poteva rappresentare un problema per la gente e da allora non andai più al cinema.

D - Com'è la vita da procuratore capo dell'Antimafia, soprattutto quella privata?

R - È proprio privata, privata di tutto. Nel senso che non ho vita privata; con me c'è sempre la scorta, giorno e notte. Ricopro il ruolo dall'ottobre 2005, mentre in precedenza sono stato per sei anni procuratore capo di Palermo, giudice al maxi processo e precedentemente ho avuto altri incarichi delicati, per cui mi sono un po' dimenticato di come sia vivere da privati cittadini.

D - Visti dal Suo qualificato osservatorio, quali sono i riflessi della crisi finanziaria sulla mafia?

R - La mafia non è più quella di alcuni decenni fa, ma oggi è soprattutto affari economici, in particolare riciclaggio del denaro sporco, frutto di attività illecite, reinvestito in attività legali. Avendo sempre avuto a disposizione notevole liquidità, oggi può investire risparmiando, visto il basso valore azionario delle imprese e quello degli immobili.

D - Però la magistratura le ha assestato colpi non indifferenti, vedi l'arresto ultimo di Strangio.

R - Sì, sono stati assicurati alla giustizia criminali di grosso calibro, celebrati importanti processi e compiuti sequestri e confische di beni. Ma non basta mai, perché siamo di fronte ad un cancro ramificato e c'è ancora molto da fare.

D - Il fenomeno è in regresso o stabile?

R - Non si può dire con esattezza, ma preferisco pensare che, pur con gl'indubbi successi registrati, ci sia ancora tanto, tanto lavoro da fare e non si debba abbassare la guardia. Anzi!

Auguri, procuratore.

Piero Grasso, ospite venerdì sera nel locale del consigliere comunale Carlo Ferrini con alcuni famigliari, si è intrattenuto con il magistrato Pietro Calabrò, il colonnello dei carabinieri Pierluigi Gabrielli, il presidente del tribunale di Sondrio Gianfranco D'Aietti, il presidente della SITA cav. Attilio Bozzi, il dott. Alberto Bussani, il maresciallo Orza e altre personalità. Giovedì sera gli avevano fatto visita alcuni gli amici della Nazionale di calcio "vecchie glorie" Alessandro Altobelli e Gigi Maifredi.

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