IL CONSIGLIO REGIONALE HA MODIFICATO LA LEGGE URBANISTICA 12/2005
Riceviamo dalla segreteria del consigliere regionale G. Bordoni:
Via libera alle modifiche della legge regionale per il governo del territorio (L.R. 12/2005). Il provvedimento è stato votato in Aula a maggioranza martedì 3 marzo.
Nel corso della discussione sono stati approvati alcuni emendamenti dell'Assessore Davide Boni (Lega Nord) e un ordine del giorno presentato dal relatore Giovanni Bordoni (Forza Italia-Pdl).
Viene prorogata al 31 marzo 2010 l'efficacia degli strumenti urbanistici vigenti con l'obiettivo di andare incontro ai Comuni che sono in ritardo sul passaggio dagli attuali strumenti di pianificazione urbanistica (Piano Regolatore Comunale) ai PGT (Piani del Governo del Territorio, previsti dalla legge 12/2005).
Le nuove norme prevedono che nel caso che i Comuni non diano inizio alla procedura di approvazione del PGT entro il 15 settembre, sia la Giunta Regionale, una volta accertata l'inerzia, a nominare un Commissario ad acta che si sostituisca al Comune in questo adempimento.
A seguito della votazione del progetto di legge, fino all'approvazione dei PGT i Comuni non possono dar corso all'approvazione di programmi integrati di intervento in variante non aventi rilevanza regionale, fatta eccezione per quelli che prevedono la realizzazione di infrastrutture pubbliche o d'interesse pubblico di carattere strategico ed essenziali per la riqualificazione dell'ambito territoriale. La Giunta Regionale entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge definisce i criteri e le modalità per l'applicazione della disposizione di cui sopra.
La legge inoltre prevede che fino all'adeguamento dei PRG vigenti, i piani attuativi e loro varianti, conformi alle previsioni degli strumenti urbanistici comunali, sono approvati dal Consiglio Comunale con la procedura prevista dall'art. 3 della L.R. 23/1997.
Sul punto il Presidente della V Commissione Giovanni Bordoni ha chiarito che "l'uso dello strumento dei Programmi Integrati di Intervento ha rappresentato in passato una opportunità ma ha rallentato l'avvio tempestivo della redazione dei Piani di Governo del Territorio. E' quindi comprensibile limitarne l'uso escludendo le aree agricole e quelle non edificabili. L'ordine del giorno proposto recupera viceversa la possibilità di ricorrere ai PII, intervenendo sui criteri previsti in capo alla Giunta con l'inserimento delle aree già edificate in tutto o in parte e quindi anche quelle interessate da insediamenti produttivi dismessi e/o suscettibili di trasformazione di destinazione d'uso, con il coinvolgimento anche delle aree a standard esistenti, nel rispetto della dotazione minima di aree a standard di 18 mq/ab. Sempre nell'O.d.G. è contenuta la sollecitazione a proseguire l'impegno di sostegno finanziario per l'elaborazione dei nuovi P.G.T., con particolare riferimento ai piccoli Comuni, prevedendo modalità di finanziamento e termini temporali adeguati alla straordinarietà della fase di pianificazione in atto ".
Le modifiche approvate mirano inoltre a incentivare la realizzazione di interventi di edilizia sociale, consentendo di localizzarli anche su aree destinate, nei vigenti PRG, ad aree a standard. Si stabilisce che gli interventi di trasformazione di edifici esistenti e di nuove costruzioni su queste aree saranno possibili solo previo accertamento da parte del Comune della coerenza dell'intervento all'assetto urbanistico e della presenza di sufficienti dotazioni organizzative.
Sono state poi approvate modifiche che rendono possibile ai Comuni individuare nei piani regolatori, e fino all'approvazione definitiva dei PGT, "gli ambiti territoriali nei quali è consentita o vietata la localizzazione di attività espressamente individuate dai Comuni stessi come suscettibili di creare situazioni di disagio a causa di frequentazioni costanti o prolungate". I Comuni, inoltre, definiranno nei PGT la disciplina necessaria per assicurare il corretto inserimento di tali attività nel contesto urbano e la disponibilità di aree per parcheggi.
Infine con le nuove norme sono stati facilitati i criteri per accedere al fondo per il finanziamento degli oneri di progettazione di opere e servizi pubblici. Ai bandi potranno partecipare tutti i piccoli comuni (con popolazione pari o inferiore a 2000 abitanti) - non solo quelli svantaggiati, come era fino ad oggi - comprese le Unioni di Comuni e le Comunità montane. Viene inoltre abbassata da 250 mila a 50 mila €uro la soglia dell'importo complessivo dell'opera pubblica da finanziare e per la quale è possibile chiedere sostegno economico alla Regione.
"Si tratta di una legge importante - ha detto Bordoni - perché ha contenuti rilevanti in materia di edilizia sociale, lavori pubblici, demanio idrico e finanziamento dei progetti di piccoli Comuni. In particolare la proroga dei termini propone una mediazione faticosa tra la necessità di minimizzare l'uso del territorio libero e l'esigenza di non creare eccessivi problemi all'attività edilizia in un momento delicato per la crisi economica".
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