ELUANA, CASO DI UNA TRISTEZZA SENZA PARI PENSANDO A QUELLA RECENTE EMORRAGIA…
Il caso di Eluana è di una tristezza senza pari.
Non ci fermeremo qui sulle ragioni che spingono gli uni su una posizione e gli altri sull'altra perché talmente sviluppate su tutti i mass media da rendere la cosa del tutto superflua. Le posizioni sono quelle. Per chi vuole staccare il sondino che l'alimenta lei è morta 17 anni fa. Per gli altri non è così. Comunque è ben diverso lasciar morire una persona non fornendo più i presidi terapeutici, medicine e macchine, dal farla morire perché viene meno cibo e soprattutto acqua.
Un argomento trascurato, per quanto possa sembrare impossibile
Ci sono ragioni da tutte le parti e, chi più e chi meno, ha argomenti. Pare dunque impossibile che in così enorme dibattito possa esserci anche qualche argomento pressoché trascurato. E lo porteremo all'attenzione dei lettori non senza una premessa, doverosa per evitare fraintendimenti in materia delicatissima.
La premessa (confermata dal Centro Nazionale Trapianti)
Il prelievo degli organi si fa "a corpo caldo". Il cuore batte, il sangue fluisce. Ma lì c'è una certezza assoluta che c'è un cadavere. Senza le macchine il cuore non batterebbe e il sangue non girerebbe mantenendo artificialmente in funzione gli organi da prelevare, mentre purtroppo per il cervello non c'è macchina che tenga. Non c'è più niente da fare. Diciamo che si recupera un morto - ci si scusi l'espressione brutale ma l'immagine è essenziale per capire la situazione - e lo si mette al caldo per le ore previste dalla legge, casomai ci fosse una sorta di risveglio, cosa comunque mai successa. Si esce dal coma, anche dopo anni, ma solo perché il cervello è solo addormentato ma vivo. IL CENTRO NAZIONALE TRAPIANTI, NELLA SUA NOTA DI GIOVEDI' 5, INTEGRALMENTE PUBBLICATA IN CALCE, CONFERMA PERFETTAMENTE QUANTO NOI AVEVAMO QUI SCRITTO.
Non è la stessa cosa
Eluana. Siamo proprio sicuri che siamo nella stessa situazione?
L'emorragia
Alcune settimane fa lei ha avuto una grave emorragia interna. Qualcuno aveva addirittura parlato che forse la natura stava risolvendo un caso etico. E' guarita da sola!!! Automatismi? Sia lecito dubitarne. Sia consentito avere un sia pur minimo dubbio, quello che non consente di dare zero probabilità a un quid di vita reale rimasta ad Eluana, fosse anche lo 0,0001 per mille. Più volte abbiamo sentito dalla voce di qualche esimio clinico la considerazione per quell'organo mirabile che è il cervello. Lo abbiamo sentito definire come la plancia di comando dell'intero corpo umano.
Quella guarigione spontanea da parte di un organismo non certamente in pieno vigore non potrebbe esserci lo zampino di qualche funzione residua del cervello per situazione ben diversa da quella in precedenza descritta nel caso di donazione degli organi?
In fin dei conti la produzione ormonale é continuata regolarmente, digerisce normalmente, ha il normale ciclo, il cuore e gli altri organi funzionano senza bisogno delle macchine. Chi é così avventato da poter escludere nel modo più assoluto che permanga una stato di percezione?
Sentenza, pur involontaria, di morte
Per questo dubbio, anche minimissimo, assoggettare un corpo alla disidratazione oltre alla mancanza di cibo, è cosa che non riusciamo neppure a concepire. Tanto più che le buone suore di Lecco avevano detto di lasciarla da loro, avrebbero pensato loro a tutto. Perché non sono state ascoltate? Già, perché non sono state ascoltate? Se questo dubbio, minimassimo che sia, avesse un fondamento la sentenza su Eliana sarebbe la prima sentenza di morte - per quanto totalmente involontaria - comminata da quando vige la Costituzione repubblicana che all'art. 27 recita lapidariamente: "Non è ammessa la pena di morte". Ma perfino se anche non lo fosse, se anche dovesse quel 0,0001 per mille essere considerato come zero il fatto che questo venga da convinzione e non da dimostrazione avrebbe dovuto e dovrebbe innescare scelte prudenziali.
E cosa meglio di…
E cosa meglio di spegnere i riflettori, lasciarla in quella stanza vegliata in continuazione da suore per le quali, fosse o non fosse, quello non era un simulacro, un vegetale, ma ancora una persona nei confronti della quale riversare un affetto che non è mai venuto meno in questi 15 e passa anni ed anzi si è rafforzato in questi ultimi tempi.
Frizziero
CENTRO NAZIONALE TRAPIANTI - COMUNICATO STAMPA DEL 5 FEBBRAIO 2009
Lo stato vegetativo persistente non e' la morte cerebrale
In merito ad alcune confuse affermazioni emerse negli ultimi giorni nell'ambito del dibattito sul caso Englaro, riguardanti, in particolare, il paragone tra lo stato in cui si troverebbe Eluana e la morte, il Centro Nazionale Trapianti, al solo fine di introdurre elementi di chiarezza, sottolinea la sostanziale differenza che vi è tra lo stato di coma, quello di "stato vegetativo persistente" , in cui si trova Eluana, e la morte cerebrale. A questo proposito si riportano di seguito i criteri distintivi:
1. il coma è una condizione clinica complessa, derivante da un'alterazione del regolare funzionamento del cervello con compromissione dello stato di coscienza. Nel coma, anche nei casi più gravi, le cellule cerebrali sono vive ed emettono un segnale elettrico rilevabile attraverso l'elettroencefalogramma o altre metodiche. Il coma comprende più stadi di diversa gravità, incluso lo stato vegetativo persistente, ma è comunque una situazione dinamica, che può variare sia in senso regressivo, sia in senso progressivo. In questi casi, tuttavia, siamo in presenza di pazienti vivi, sui quali si deve attuare qualsiasi presidio terapeutico che sia in grado di curarli.
2. nello stato vegetativo persistente (spesso confuso con la morte cerebrale), dunque, le cellule cerebrali sono vive e mandano segnali elettrici evidenziati in modo chiaro dall'elettroencefalogramma, mentre nella morte encefalica le cellule cerebrali sono morte, non mandano segnale elettrico e l'encefalogramma risulta piatto;
3. la diversa condizione biologica tra questi stati ha precisi riscontri sul piano clinico: nello stato vegetativo persistente il paziente può respirare in modo autonomo; mantiene una vitalità circolatoria, respiratoria e metabolica e un controllo sulle cosiddette funzioni vegetative (esempio temperatura corporea, pressione arteriosa, diuresi, etc..). Nella morte encefalica il soggetto ha perso in modo irreversibile la capacità di respirare e tutte le funzioni encefaliche: non ha controllo sulle funzioni vegetative (non c'è più controllo sui meccanismi che regolano la temperatura corporea e la pressione arteriosa)
4. vi sono condizioni neurologiche assolutamente diverse: nello stato vegetativo i riflessi dei nervi cranici e i riflessi respiratori sono mantenuti, mentre sono assolutamente assenti nella morte encefalica; nello stato vegetativo le funzioni cerebrali mantengono una certa vitalità, sebbene ridotta, mentre nella morte encefalica sono assenti in modo irreversibile.
Per le motivazioni di cui sopra, appare evidente che lo status vegetativo persistente in cui si trova Eluana Englaro non può essere in alcun modo assimilato alla morte cerebrale che coincide con la cessazione di tutte le funzioni vitali del cervello, generata dalla distruzione totale delle cellule cerebrali. In tal caso, infatti, il cervello non solo è danneggiato sul piano della funzionalità e della percezione, ma anche su quello anatomico perché le cellule morte cominciano a decomporsi e gli enzimi che si liberano, conseguenza di questa decomposizione, aggrediscono e demoliscono le altre cellule innescando un meccanismo inarrestabile
La morte cerebrale è uno stato irreversibile, irreparabile e definitivo che coincide con la morte della persona.