I TRENI DA E PER LA VALTELLINA DAL 14 DICEMBRE
Si attendeva il completamento del raddoppio della Milano-Lecco per avere collegamenti rapidi. Al tempo della concessione alle Ferrovie di una sostanziosa fetta di miliardi, una sessantina, prelevata sulla Legge Valtellina, si era ipotizzata una percorrenza da Milano a Sondrio e viceversa di circa 100 minuti. Dato il tracciato questo avrebbe significato una media di 78 km/h tenuto conto che un po' di tempo lo portano via le fermate intermedie (Morbegno, Colico, Varenna o Bellano, Lecco, Monza) che prima o poi almeno su una coppia di convogli dovrebbero essere ridotte alle due iniziali, eventualmente anche a tariffa maggiore ma con percorrenza di un'ora e mezza. Passeranno anni ma questa sarà l'ovvia soluzione.
Intanto però dal 14 dicembre ci sarà l'Alta Velocità che porterà i viaggiatori in un'ora da Milano a Bologna e in tre ore e mezza da Milano a Roma, facendo concorrenza al treno. Non ci saranno i 100 minuti sulla Milano-Sondrio.
Sembrava anzi messa peggio con quasi tutti i treni a cadenza, a partenza cioè agli stessi minuti, ma con un allungamento delle percorrenze mentre si profilavano guai seri per la Valchiavenna per via, riteniamo, della disattenta attenzione di qualche funzionario che non si era accorto che su un tratto d'ala, quindi senza problemi di interferenza con altre linee, l'impostazione era tale per cui chi era diretto a Milano sarebbe arrivato a Colico quando il convoglio in discesa da Sondrio era già partito da qualche minuto.
La Provincia ha fatto un buon lavoro in questo con la collaborazione del n,. 2 del Pirellone, sottosegretario Cattaneo, che ha dovuto coordinare la battaglia con le Ferrovie dato che su diverse linee c'erano problemi a tutto spiano, e qualcuno resta.
La realtà delle Ferrovie è peggiore di quella di Alitalia. Lo ricordava Cattaneo durante la sua recente visita a Sondrio. C'è un colo settore con caratteristiche commerciali, ed è quello dell'Alta Velocità su cui Trenitalia conta per il fatturato che produce.
Per quanto riguarda il settore regionale, come sono le nostre linee, la situazione è penosa anche, magari soprattutto, per via della situazione tariffaria.
La gente vorrebbe più treni, più pulizia, più comfort ma per questo occorrerebbero più soldi e quindi aumento delle tariffe. Che però non si può fare sennò c'è la rivoluzione.
Quando c'è aria di modifiche tutti vogliono il treno. Poi capita che ci siano convogli in Valchiavenna viaggianti con 25 passeggeri a bordo a fronte di un consto annuo di esercizio di quel treno di 120/ 130.000 €uro. Abbiamo riserve sulla valutazione dei costi, ad esempio sul metodo di calcolo degli ammortamenti, ma resta comunque un punto interrogativo. Se il treno lo si vuole lo si usi anche, fermo restando naturalmente un minimo di offerta "sociale".
Per adesso teniamoci stretto il risultato anche perché c'erano rischi maggiori sia per l'Alta Velocità che da o per Torino interferisce nell'approccio alla Centrale ed anche per il condizionamento, fra l'altro non ben compreso, del nodo di Monza. Con l'attenzione al primo gennaio quando dal vertice delle Ferrovie è arrivata tempo fa la notizia che da tale data cambia il sistema delle pulizie dei treni, oggi deficitarie certo per un lavoro non ben fatto ma anche per la diseducazione di certi viaggiatori.
Compito il rodaggio dell'Alta Velocità, se positivo, il discorso nostro dovrà essere ripreso.
Red