8 30 8 1) TAR LAZIO: ILLEGITTIMA LA BOCCIATURA SE AL CONSIGLIO DI CLASSE NON PARTECIPANO TUTTI I PROFESSORI 2) HANDICAP, DISABILITÀ E INTEGRAZIONE SCOLASTICA: LA BOCCIATURA DELL'ALUNNO DISLESSICO È ILLEGITTIMA ANCHE SE HA GRAVI INSUFFICIENZE 3) ITALIA
1) TAR LAZIO
Una sentenza del Tar del Lazio che sicuramente farà discutere. Il Tar con la sentenza 31634 del 25 agosto ha decretato che la bocciatura di uno studente è illegittima e può essere annullata se uno o più professori non hanno partecipato agli scrutini.
Il Giudice di merito, ha accolto il ricorso del padre di un alunno del liceo classico, non ammesso al quinto ginnasio. Il genitore dello studente impugnava la decisione dei professori, in quanto risultava che, durante gli scrutini di fine anno, il professore di spagnolo e quello di informatica non avevano partecipato al Consiglio di classe. I giudici romani gli hanno dato ragione e hanno annullato la bocciatura del ragazzo, dal momento che "il Consiglio di classe, nell'attività valutativa degli alunni opera come un Collegio perfetto e come tale deve operare con la partecipazione di tutti i suoi componenti, essendo richiesto il quorum integrale nei collegi con funzioni giudicatrici, nel caso in cui un docente sia impedito a partecipare per motivi giustificati il Dirigente scolastico deve affidare l'incarico di sostituirlo ad un altro docente della stessa materia in servizio presso la stessa scuola".
Sicuramente una buona notizia per gli alunni con poca voglia di studiare.
2) HANDICAP
E' quanto ha stabilito il Tar del Lazio nella sentenza 31203 del 23 agosto 2010, accogliendo il ricorso dei genitori di uno studente romano affetto da dislessia, contro il provvedimento con cui il Consiglio dei docenti del suo istituto aveva deciso la sua non ammissione alla classe successiva.
Secondo il Giudice lo studente affetto da un disturbo dell'apprendimento, come la dislessia, può essere ammesso alla classe successiva anche se ha riportato gravi insufficienze in molte materie. Pertanto la bocciatura è illegittima se i professori non hanno tenuto conto della particolare situazione dell'alunno.
I genitori del ragazzo sottolineavano che i professori non avevano minimamente considerato la patologia del figlio, limitandosi a tener conto dei risultati insufficienti in quasi tutte le materie. Secondo i professori e il dirigente scolastico, la bocciatura avrebbe dovuto consentirgli di consolidare le sue conoscenze proprio nelle materie in cui aveva mostrato le maggiori difficoltà. Il Tar ha invece smentito quest'impostazione, e, richiamandosi anche ad alcune indicazioni del Ministero dell'istruzione, ha annullato il provvedimento, in quanto "il consiglio dei docenti, in sede di formulazione del giudizio finale sull'alunno affetto da disturbi di apprendimento (dislessia, disgrafia, discalculia). certificati da diagnosi specialistica, deve tener conto di tutti gli altri elementi di valutazione imposti dalla legge, diversi da quello prettamente tecnico dell'esito dei risultati tecnici conseguiti".
Secondo lo scrivente gli addetti ai lavori (specialisti e insegnanti) devono maturare un'attenzione diversa verso il problema rimuovendo le posizioni che ostacolano questo processo di sensibilizzazione culturale
3) RECUPERO CREDITI
Aumenta il recupero crediti per bollette e forniture di beni e servizi. Un business per le società di recupero. Molto spesso una beffa per i consumatori.
La crisi economica continua a mietere record su record. Ora a raggiungere cifre impressionanti - si parla del traguardo raggiunto per il 2010 di 30 miliardi di euro, quasi 60.000 mila miliardi delle vecchie lire - sono i crediti affidati alle società di recupero per bollette e fatture relative alla fornitura luce, dell'acqua o del gas e telefonia.
Insomma, se da una parte i consumatori non ce la fanno proprio più a reggere il caro - bolletta e gli aumenti tariffari che secondo i dati forniti da alcune associazioni dei consumatori toccheranno i 1.200 euro in più rispetto all'anno precedente, dall'altra l'attività di recupero costituisce un vero e proprio business per le società private di riscossione che oggi sono 14mila secondo i dati della Unirec, l'Unione nazionale delle imprese di recupero crediti, nonostante la crescente difficoltà al recupero delle somme acquistate dalle società fornitrici dovuta proprio alla crisi globale.
Uno dei problemi frequenti che incorrono i consumatori è che molto spesso le richieste di tali crediti riguardano le cosiddette "bollette pazze" o per forniture parzialmente erogate o per importi totalmente o non interamente dovuti ed oltre al danno di vedersi richiedere somme molto spesso non dovute o solo parzialmente, ricevono pretese anche in via bonaria, con costi di recupero che fanno lievitare il credito originario.
Nonostante ciò le società fornitrici di beni e servizi sono solite cedere comunque tali crediti alle agenzie di recupero che proprio per i progressivi ostacoli che si trovano sulla strada si sono attrezzate e diventano spesso il "terrore" di consumatori ed utenti, utilizzando prassi non sempre ortodosse alla ricerca del recupero delle somme, spesso molto esigue, anche perché più debitori si convincono a pagare senza ricostruire la storia del credito ed ovviamente maggiori saranno gli introiti e minore il tempo per incamerare le somme anticipate.
La questione più eclatante è che molto spesso i cittadini sono costretti a cedere di fronte alle pressanti richieste e pur di evitare il prosieguo delle asfissianti pretese anche a mezzo telefonico, si convincono a pagare l'importo integrale compreso delle spese di recupero per via extragiudiziale.
Chi scrive invita i consumatori - prima di pagare - a consultare un avvocato o gli esperti in materia consumeristica, facendo presente che lo "Sportello dei Diritti" di cui lo scrivente è il fondatore prosegue la sua attività di consulenza gratuita anche per tali vicende.
4) CHEWING-GUM
Nell'agosto di due anni fa, chi scrive proponeva l'introduzione di una vera e propria ecotassa del 10% a carico delle società produttrici di chewing-gum.
Il comunicato del 2008 apprezzato da molti ed anche da alcuni produttori di nuovi tipi di gomme - a loro detta, biodegradabili - scaturiva dall'osservazione empirica delle lastre di pietra delle pavimentazioni dei nostri centri storici e delle città d'arte, delle zone pedonali e dei monumenti di tutti quei luoghi pubblici dove venivano attaccate volontariamente e frettolosamente, per esempio sotto i tavoli di qualche ufficio pubblico o sotto le panche delle chiese.
In questi due anni però la situazione se non è peggiorata, pare che non sia assolutamente cambiata se le nuove gomme completamente biodegradabili, nel frattempo, non hanno preso piede e se le nostre strade continuano ad essere deturpate.
Il chewing - gum continua a restare, quindi, un rifiuto speciale per la sua composizione chimica che fa sì che si attacchi ai pavimenti, si scurisce sino ad annerirsi a causa degli agenti atmosferici e del passaggio di pedoni e veicoli, ed è quindi conseguenza di antiestetiche macchie scure di difficile eliminazione ed i cui costi di smaltimento e pulizia ricadono interamente sugli enti proprietari delle strade e quindi sulla collettività.
Secondo chi scrive, in assenza di un miglioramento del livello di civiltà ambientale della cittadinanza - troppo spesso noncurante ed insensibile alle tematiche ambientali ed al rispetto del decoro urbano - a questo punto non resta che continuare a perorare la causa dell'introduzione di una tassa a carico delle ditte produttrici i cui proventi dovrebbero essere interamente destinati per la pulizia delle strade da questi antiestetici rifiuti che continuano ad "oltraggiare" le vie dei centri storici, delle città d'arte ed i monumenti del Bel Paese.
Giovanni D'AGATA (x)
(x) Dipartimento Tematico Nazionale IDV "Tutela del Consumatore"