ANARCO-AMBIENTALISTI IN AZIONE

Una cosa si può escludere, il mondo cattolico. E allora, di chi sono figli?

La sigla è tutta nuova: “Coop-Fai” e anche la prassi terroristica. Non tanto invece, forse, le metodologie e le dinamiche. L’Umbria si interroga a tutti i livelli dopo l’aperta dichiarazione di guerra da parte del gruppo ambientalista estremista autodefinitosi “Contro ogni ordine politico- Federazione anarchica informale”, alle istituzioni, ai partiti, e di fatto all’assetto democratico della civile convivenza nella terra di San Francesco e della Marcia della Pace Perugia-Assisi. I due proiettili “P 38” inviati al Presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti e le rivendicazioni di alcuni “atti di sabotaggio” compiuti nei compresori spoletino e ternano, sono assai eloquenti.

9 marzo 2007: rivendicazione di un incendio in un cantiere edile a Colle San Tommaso di Spoleto; aprile 2007: rivendicazione dell’avvelenamento di alcuni prodotti alimentari in un supermercato spoletino (sventato dalle forze dell’ordine); Primavera 2007: scritte anarchiche al “Giro della Rocca di Spoleto. Azioni dimostrative in cantieri di Citta’ di castello e Orvieto. Quali gli obiettivi del gruppo “Coop-Fai”?: “imporre l’anarchia e combattere il regime di sinistra che domina l’Umbria”; “imprimere un’accellerazione armata alla guerra ecologista esplosa in Umbria”. In un volantino fatto recapitare ad un giornale locale, gli “anarco-ecologisti” annunciano una “campagna armata” nei prossimi mesi per realizzare l’abbattimento della societa’ capitalista. nell’Umbria, nascosta e aiutata dal regime masso-comunista”. C’è un collegamento tra l’azione dimostrativa compiuta ai danni del Presidente della Giunta regionale umbra e quella analoga compiuta nel mese di aprile ai danni del sindaco di Terni Paolo Raffaelli? Saranno gli inquirenti ad accertarlo. Quello che sta avvenendo in questi ultimi mesi, con l’escalation culminata nell’invio di due proiettili a Maria Rita Lorenzetti, è un fenomeno tutto locale o vi sono altri gruppi che operano nel nostro Paese? C’è il pericolo emulativo? Che i fatti umbri contagino altre regioni? Che collegamenti ci sono, se ce ne sono, tra questi gruppi e il risorgere del terrorismo di matrice più “tradizionale”, quello per esempio brigatista? E acora, si tratta solo di un isolato gruppo di scalmanati o c’è qualche burattinaio? E ancora il vecchio interrogativo? A chi giova? Se è vero che questo fenomeno è estraneo alla dinamica della tradizionale dialettica democratica che da sempre caratterizza l’Umbria, anche nei momenti più caldi della storia dal dopoguerra ad oggi, perché proprio in Umbria, una delle regioni che formavano il cosiddetto “triangolo rosso”, fiore all’occhiello del Pci di un tempo, nasce il “fiore nero” anarco-ecologista? Perché questo gruppo che si definisce “Coop-Fai”, (con strane assonanze al mondo cooperativistico che muove interessi per miliardi, ma che offre anche indiscutibili servizi ai cittadini, che ha prosperato nelle regioni rosse), per attaccare il sistema di potere in Umbria usa l’apellativo “masso-comunista”? In generale fatte poche eccezioni la storia insegna che gli anarchici sono stati spesso strumenti in mano ai veri poteri. La storia di Valpreda, in Italia, ha molto da dire in proposito. Chi c’è dietro? Una nuova lotta tra logge massoniche che reali burattinaie della vita politica e sociale in particolare perugina, ma anche di altre località umbre? Una cosa la si puo’ escludere. Questo gruppo non puo’ avere una pur contorta e distorta matrice cattolica. Questo, intanto, a meno che non si tratta di persone davvero psicopatiche, o fortemente ignoranti in materia, lo si puo’ escludere. I motivi sono molto semplici e non sono solo da ricercare semplicisticamente nel vecchio motto anarchico: “Impiccheremo l’ultimo papa con le budella dell’ultimo re”, ma comunque contenuti e modalità degli atti compiuti da “Coop-Fai” sono estranei ai cristiani coscienti di essere cristiani, cioè non solo “portatori di buoni valori” come superficialmente spesso si ritiene, ma annunciatori del Vangelo, della Buona Novella, della “liberazione dei prigionieri”, non politici, ma schiavi dei meccanismi mondani, di un Dio che è morto per risorto per il riscatto dell’umanità e del singolo uomo dal peccato, vera matrice di tutti mali. L’Umbria non è invece estranea in certi ambienti, alla lotta tra logge massoniche, che tutti sanno, in totale antitesi con la Chiesa, il mondo cattolico e cristiano in genere. E perché non interrogarsi su come proprio anche a causa della forte laicizzazione dei problemi della vita pubblica, dei cittadini, degli individui, degli esseri umani, in genere, del modo di ragionare diffuso in una realtà che fa tatto si progressi, ma dalle cui mentalità e modo quindi di porsi dei diversi soggetti che si sono alternati al potere nei comuni, nelle due province e in Regione, è prevalsa l’escliusione del soprannaturale, di Dio dalla visione della vita stessa. Sebbene il mondo cattolico con le sue innumerevoli articolazioni (soprattutto per quanto riguarda i movimenti ecclesiali, per lo più laici), sia molto presente nel tessuto sociale umbro, e anche in alcuni casi con esempi di buona collaborazione (troppo formale, pero’), ciononostante è inutile negarlo: nelle ex regioni rosse, dal punto di vista spirituale è un po’ come negli ex Paesi dell’impero sovietico. Questo è fuori di dubbio. C’è una certa aridità nell’anima e una visione squisitamente materialistica della vita e del mondo. Dunque si è proprio sicuri che la sciagurata idea, tutti ci auguriamo, di uno sparuto gruppo di esaltati, mitomani, o che altro non sia “figlia”, seppur “bastarda” di questa terra’? È solo un interrogativo. Tornano pero’ alla mente certi “fantasmi del passato”: i gruppuscoli extraparlamentari che già nei primi anni settanta, seppur emarginati dai partiti della sinistra tradizionale di massa, usavano a livello locale (e nazionale s’inmtende), usavano linguaggi analoghi a quelli del “Coop-Fai”, (all’epoca non era l’ecologia l’argomento portante, ma la questione capitalistica sì). E quelli non erano pur figli “illegittimi” di uno stesso iniziale movimento che voleva fare la rivoluzione in tutto il mondo., sia pure di ultimissima generazione? Semplici riflessioni, ovviamente condivisibili o meno. Certo è che a questi “Coop-Fai” della salute dei cittadini non gliene importa nulla, se hanno tentato di avvelenare prodotti in un super mercato, e sono estranei anche a quella parte di cittadini, associati o meno, che democraticamente si battono, attraverso varie forme, tutte sempre nell’ambito della dialettica democratica e della convivenza civile, per il rinnovamento della politica, della vita sociale italiana e per una autentica salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica.

Gian Carlo Padula

Gian Carlo Padula
Giustizia