Berlusconi: la condanna lo aiuta!

Se io scrivessi che la condanna a 7 anni con l'interdizione perpetua ai pubblici uffici di Silvio Berlusconi aiuta lui e il centro destra qualcuno - più benevolo - mi chiederebbe se ho tracannato troppo Sforzato oppure qualcun altro - meno benevolo - se mi é dato di volta il cervello.

Sono sano di mente, nel pieno delle mie facoltà mentali, buone o meno buone che siano e non ho bevuto nè Sforzato, nè Sassella nè tantomeno qualsivoglia liquido di gradazione alcolica superiore allo zero.

Accanimento ed errori

La condanna ha fatto il giro del mondo per l'irresistibile frenesia dei titolisti dei giornali per gli argomenti centrati sul binomio VIP-sesso. Dal caso più recente, quello di Gaston André Strauss-Kahn già direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (FMI) ma soprattutto considerato allora il futuro Presidente della Francia - François Hollande ha ringraziato certamente - a quello del duo Monica Lewinsky - Bill Clinton.

Una alle spalle, questa in fase di stesura delle motivazioni, le prossime sul Lodo Mondadori e sul caso De Gregorio, quattro condanne da taluni ritenute scontate per pregiudizio, da altri ritenute 'da rispettarsi' perchè le condanne 'non si commentano ma si applicano'.

Non entriamo nel merito anche se il dovere di obiettività porta a citare Casini che qualche mese dopo avere ricordato i suoi pessimi rapporti con Berlusconi aveva però detto che bisogna riconoscere che contro Berlusconi vi é stato un vero e proprio accanimento giudiziario. Sempre per obiettività, nel condividere l'affermazione di Casini bisogna ricordare che Berlusconi ha però commesso lo stesso errore di Craxi, imboccando la via dello scontro frontale con la Magistratura, solo in un secondo tempo passando a 'una parte della Magistratura'.

Finito? Neanche per sogno

Le condanne alla pena detentiva non lo fanno finire in galera. Provvede l'età che seppur giovanile evidentemente in certe performances come lui stesso più volte ha detto, dal punto di vista giudiziario é tutt'altro che giovanile e quindi tale da non obbligare alla reclusione dietro le sbarre. La pena accessoria dell'interdizione ai pubblici uffici, passata in giudicato, comporterebbe la decadenza da senatore, non solo ma financo da consigliere comunale di Caiolo.

Berlusconi finito dunque? Neanche per sogno.

Tutti, amici e avversari, gli hanno sempre riconosciuto la tempra di lottatore, nel bene come nel male. Ricordiamo i due giovedì, anno 2010. Quello di Aprile, l'indomani della fondazione di Roma che in tempo di fascismo era festa nazionale e quello di luglio, giorno 29, due date da annali con la rottura clamorosa Berlusconi-Fini costata carissima ad entrambi, a Fini in particolare dal seggio di brillante politico finito sul patibolo elettorale.

Scrivemmo che per il Cavaliere si trattava di una vittoria tattica ma di una sconfitta strategica.

Le cose si capovolgono.

Le condanne aiutano Berlusconi

La situazione prima delle sentenze era delineata.

Sul piano giudiziario le condanne erano considerate certe da tutti i commentatori anche se forse non tutte.

Sul piano politico era chiaro che un ritorno a Palazzo Chigi, per non parlare poi del Quirinale, aveva lo stesso numero di probabilità che ha il sottoscritto di vincere il jackpot al Superenalotto, anzi di vincerne due di seguito.

Il PdL era abbastanza allo sbando in un momento in cui le cose andavano a gonfie vele per il PD con Bersani che già sceglieva i Ministri prima ancora che la campagna elettorale si fosse avviata. Il Governo era perduto, Monti con larghissimo appoggio esterno era pronto, sia pure in allenanza con il PD, a guidare il Governo così come una serie di ambienti profetizzava e sollecitava. Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, Da un lato esplosione dei grillini ma dall'altro la resurrezione del PdL. Vero che, come si ricorda spesso, ha perso sei milioni rispetto al periodo del governo e prima della rottura con Fini. Vero però anche che nei 9 milioni di voti arrivati alle elezioni ce n'é almeno la metà recuperati da lui, come da interpretazione unanime dei sondaggisti e degli analisti.

Interdizione ma...

Scontata l'interdizione dai pubblici uffici che però non gli impedisce di avere incarichi politici.

Non di fare politica.

Non di assumere cariche di Partito.

Non di organizzarsi e assumere iniziative.

Non di frequentare Montecitorio e Palazzo Madama (salvo che nei regolamenti si impedisca agli ex parlamentari di accedervi).

Forza Italia: SI o NO

Già ora si sente parlare della sua intenzione di riproporre Forza Italia, premessa per ripartire alla grande. Quali possibilità può avere?

Nessuna se non cambia il dato fondamentale di cui diremo e di cui in passato abbiamo detto e scritto.

Forse anche molte se capisce che deve marciare su una linea diversa.

Quale é questo dato?

Il dilemma

Anni fa concludevamo una analisi politica con quella che può sembrare una formuletta ma invece é la sintesi della situazione e delle prospettive. Scrivevamo dunque come sua, ripetiamo, sua, necessità quella di passare dal partito del leader a quella di leader di un partito.

La prima posizione si fonda sul carisma 'del capo' ma poi é insufficiente nelle articolazioni regionali, provinciali, locali, talora o qualche volta anche spesso guidate da persone che il carisma magari non lo hanno, nominati e quindi senza una base fondamentale per il consenso ma anche per l'elaborazione politica. Se Berlusconi lo capisce, se capisce che nel pozzo dell'astensione elettorale sono finiti milioni di voti moderati, se capisce che il suo partito lo deve riorganizzare con il suo carisma ma partendo dal basso, il ruolo ce l'ha e come perdippiù con l'etichetta del 'perseguitato' e simili.

A suo tempo il potere, e la legittimazione, la DC l'aveva dalla sua presenza capillare in oltre 8000 municipi, con difficoltà in quelli grossi dove la capillarità non era possibile. A suo tempo, e in parte ancora ora, vale la stessa cosa per il PD. Gli stessi grillini non sono distanti in quanto abbinano un carisma ferreo - mai visto in Italia uno simile - a una base in fermento mediaticamente alimentato.

Verso i 77

Fra tre mesi e quattrogiorni il Cavaliere spegnerà 77 candeline. Quest'estate a stendere i piani. E poi il via andando in ogni dove agitando il suo fardello di 24 processi subiti di cui 23 chiusi in maniera favorevole per lui, di migliaia di intercettazioni e via dicendo per dimostrare di essere vittima anche se per chiunque la realtà non può mai essere o tutto nero o tutto bianco, bensì una serie di gradazione di grigi. Chi preferisce quelli più chiari, chi quelli più scuri

Boccassini disattesa

Ultima considerazione. Il film di Nanni Moretti 'Il caimano', sette anni fa, si concludeva con la lettura da parte del Presidente del Collegio giudicante della condanna inflitta al Berlusconi: sette anni (senza però l'interdizione dei pubblici uffici). Sette anni.

Caso, preveggenza o, invece, esatta rubricazione dei reati, come ha fatto il Collegio di Milano disattendendo quindi quella della Boccassini, assente nel momento della vittoria ma forse per un presagio di quanto stava per arrivare ovvero una sorta lezione impartitagli dalla sentenza?

Ovviamente non andiamo oltre.

a.f.

a.f.
Giustizia