DIRITTO ALLA VITA, IL RAPPORTO UNICEF SULLA CONDIZIONE DELL'INFANZIA. DATI IMPRESSIONANTI

Nel terzo mondo rischio di mortalità materna mille volte superiore a quello che corrono le donne nei Paesi industrializzati - Dal 1990 ben 10 milioni di donne sono morte per complicazioni legate alla gravidanza e al parto, e circa 72 milioni di neonati

Il 15 gennaio scorso è stato presentato a Roma, nella sede nazionale dell'Unicef Italia, dal Presidente Spadafora e dal Ministro per le Pari Opportunità, Carfagna, il Rapporto Unicef 2009, "La condizione dell'infanzia nel mondo", da cui emerge la connessione esistente tra salute e vita delle mamme e dei loro neonati, povertà e mortalità, rispetto dei diritti della donna e tassi di sopravvivenza di madre e bambino. Nel mondo in via di sviluppo, il rischio di mortalità materna è mille volte superiore a quello che corrono le donne nei Paesi industrializzati. I dieci Paesi con il più alto rischio di mortalità materna sono: Niger, Afghanistan, Sierra Leone, Ciad, Angola, Liberia, Somalia, Repubblica democratica del Congo, Guinea-Bissau, Mali. Dal 1990 ben 10 milioni di donne sono morte per complicazioni legate alla gravidanza e al parto, e circa 4 milioni di neonati sono morti ogni anno nei primi 28 giorni di vita. Il Rapporto identifica gli interventi da applicare su larga scala per salvare vite umane quanto più possibile: infatti, la maggior parte delle morti materne e neonatali possono essere evitate attraverso interventi provati (nutrizione adeguata; migliori pratiche igieniche; cure antenatali; personale qualificato durante il parto ecc.), forniti attraverso una continuità di assistenza in grado di collegare famiglie e comunità al sistema sanitario. Gravidanza e maternità precoci, infine, mettono a serio rischio la salute delle ragazze. Più giovane è la ragazza rimasta incinta, maggiori sono i rischi per lei e suo figlio. Oltre tutto, matrimoni e gravidanze precoci, HIV e AIDS, violenza sessuale e altri abusi legati al genere aumentano anche il rischio che le ragazze abbandonino la scuola, per cui si stabilisce il circolo vizioso della discriminazione di genere, la povertà, e gli alti tassi di mortalità materna e infantile.

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