IL CROCEFISSO A STRASBURGO HA VINTO. GIUSTIZIA È FATTA 11 3 20 13

Il governo era accusato (!) di violazione dei diritti umani per l'esposizione nelle scuole

Da Strasburgo giunge l'assoluzione per l'Italia sulla vicenda del crocefisso nelle aule scolastiche. La Grande Camera della Corte europea per i diritti dell'uomo ha assolto il governo italiano dall'accusa di violazione dei diritti umani per l'esposizione del simbolo della religione cattolica. Per i giudici non è provata l'influenza sugli alunni dell'esposizione del crocefisso in classe.

La decisione della Corte, che è stata approvata con 15 voti favorevoli e due contrari, è stata presa dopo il ricorso di una cittadina italiana di orgine finlandese, Soile Lautsi, che contestava la presenza del crocefisso nella scuola pubblica frequentata dal figlio ad Abano Terme, affermando che è un attentato alla libertà di coscienza e al diritto di ognuno a ricevere un'istruzione conforme alle proprie convinzioni. La sentenza è definitiva e rovescia il giudizio di primo grado del 3 novembre 2009 che aveva provocato forti polemiche.

Per quanto riguarda invece il confronto in atto tra il Consiglio di Stato e la Corte di Cassazione sul significato del crocefisso, i giudici hanno spiegato che non è competenza della Corte europea per i diritti dell'uomo prendere posizione in un dibattito, quale quello sul valore del simbolo rappresentato dal crocefisso, ancora aperto all'interno del Paese tra le principali istituzioni giuridiche nazionali.

Gelmini: "E' una grande vittoria"

Il sì di Strasburgo al crocifisso nelle scuole italiane è per il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, "una grande vittoria" perché si tratta di un "simbolo irrinunciabile". Il ministro ha espresso "profonda soddisfazione per un pronunciamento nel quale si riconosce la gran parte del popolo italiano: una grande vittoria per la difesa di un simbolo irrinunciabile della storia e dell'identità culturale del nostro Paese. Il crocifisso sintetizza i valori del cristianesimo, i principi sui cui poggia la cultura europea e la stessa civiltà occidentale: il rispetto della dignità della persona umana e della sua libertà. E' un simbolo dunque che non divide ma unisce".

La famiglia che presentò ricorso: "Siamo delusi"

"Il pronunciamento di Strasburgo mi delude molto, perché la prima sentenza su questa vicenda era clamorosamente chiara". Così Massimo Albertin, il medico di Abano Terme che otto anni fa aveva iniziato con la moglie finlandese, Soile Lautsi, una battaglia legale contro il crocifisso nella scuola frequentata dai figli, commenta la sentenza con cui la Corte per i diritti dell'uomo ha assolto l'Italia.

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