DASPO per 5 anni e misure restrittive per due giovani

'Commettevano reati che offendono e mettono in pericolo la sicurezza e la tranquillità pubblica'

Nonostante fossero stati avvisati oralmente dal Questore, non hanno cambiato le proprie condotte, continuando a tenere comportamenti idonei a qualificarli soggetti pericolosi. Così per due giovani venticinquenni, residenti a Sondrio, è scattata la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per un anno, irrogata dal Tribunale di Sondrio su proposta del Questore.

Il primo, E.I.A., è un ragazzo marocchino, in Italia dal 2004, condannato e più volte denunciato per reati contro la persona e il patrimonio: in particolare rissa, lesioni, furto e rapina. Nel corso del corrente anno, inoltre, nei suoi confronti il Questore aveva adottato in due occasioni un’altra misura di prevenzione, quella del foglio di via obbligatorio, vietandogli di tornare per ben tre anni a Forcola e a Morbegno, ove il medesimo aveva tenuto condotte ritenute pericolose per la cittadinanza.
L’altra persona, invece, è una ragazza, di origine ligure, C.K.R.P.: la medesima, oltre a precedenti penali per reati contro la persona e il patrimonio, è stata denunciata e arrestata più volte per spaccio di sostanze stupefacenti.
Ora i due sorvegliati speciali devono attenersi a rigide prescrizioni, tra cui quelle di non allontanarsi dalla propria dimora senza preventivo avviso all’autorità, di permanere presso la propria abitazione negli orari notturni (dalle ore 22.00 alle 6.00) e di non partecipare a pubbliche riunioni.
E per i due giovani è anche scattato il DASPO per cinque anni, ossia il divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive per varie discipline, tra cui il calcio, il basket, la pallavolo, l’hockey e il rugby: una misura preventiva adottata dal Questore (prevista dalla Legge Mancino per chi è sottoposto a misura di prevenzione) al fine di precludere ai due sorvegliati la realizzazione di analoghi reati in occasione di manifestazioni sportive.

Sondrio, 17 luglio 2014

Giustizia