NAPOLITANO COSTRETTO AD ADIRE LA CONSULTA. DA QUI, NELLA CRISI, NECESSITA' AGUZZA L'INGEGNO: UN'ATTIVITA' DI SICURO SVILUPPO ECONOMICO 12.7.10.47

La crisi stimola la fantasia. Ecco che un lettore suggerisce di avviare una singolare attività che sicuramente é destinata ad un successo certo: l'allevamento di colombi. Incredibile, ma sentiamolo:

"In Italia ci sono circa 3500 'colombofili ', quelli cioè che allevano i colombi viaggiatori ed hanno addirittura la loro Federazione Colombofila che ha 76 gruppi provinciali. Nessun gruppo in provincia di Sondrio. Storia vecchia, visto che sono stati trovate colombaie risalenti al 3000 A.C. Erano la Telecom di quei tempi e ne usavano tutti persino Cesare quando se ne andò conquistare la Gallia o, facendo un gran salto fra mille citazioni storiche, i parigini durante l'assedio dei prussiani e così via. Adesso è una specie di sport che ha persino le sue Olimpiadi.

Cosa c'entra il colombo viaggiatore con la Giustizia?

C'entra e come. Il Presidente della Repubblica Napolitano, - che non é persona, come magari Berlusconi, critica, neppure occasionalmente, nei confronti della Magistratura - si é rivolto alla Corte Costituzionale per dirimere la querelle con la Procura di Palermo che ne ha intercettato una telefonata (x). Procura che non ha nemmeno accettato la posizione del Quirinale. Il Capo della Procura si é detto 'sereno' - meno male! - ndr) mentre il Procuratore aggiunto è andato oltre affermando che "'non ci sono intercettazioni rilevanti nei confronti di persone coperte da immunità''.

Per stabilire questa non rilevanza il dr. Ingroia ha dovuto valutare il contenuto delle intercettazioni e quindi, per forza di cose, ha valutato quanto ha detto al telefono Napolitano.

La tecnologia non garantisce dunque neanche il Presidente della Repubblica che deve stare attento a cosa dice. Né vale la pena di utilizzare un codice per criptare messaggi in quanto il dr. Ingroia ne disporrebbe l'acquisizione.

La soluzione

Ecco allora la soluzione: il colombo viaggiatore.

Rapidamente si attrezzi una colombaia al Quirinale, e altre dislocate diversamente onde impedire blitz, chiamando per consulenza la Federazione Colombofila Italiana, si facciano le prove e si attivi il nuovo servizio.

Se Napolitano accoglie questa proposta l'esempio sarà inevitabilmente seguito da parlamentari, politici, industriali, banchieri, sindacalisti, Sindaci, Presidenti di Provincia, Associazioni di categoria, mariti e mogli infedeli, persino da sacerdoti (quelli della curia vaticana). Occorreranno migliaia, decine di migliaia di colombi che volteggeranno nel cielo. Qualche problema a terra in quanto il colombo é abituato a portare la posta ma non ad andare alla toilette però questo é uno scotto da pagare per avere la certezza della privacy.

Qualcuno mi ha espresso un suo dubbio: e se il dr. Ingroia dispone l'abbattiamento dei colombi o con armi da fuoco o precettando i balestrieri di Gubbio? Niente paura. Potente sì il dr. Ingroia ma non al punto di poterla spuntare contro la rivoluzione che farebbero le schiere di aninmalisti, ambientalisti e compagnia bella ma difesa dei poveri colombi.

Partendo da zero o quasi la nuova attività concorrerebbe con il suo potenziale economico alla ripresa del Paese.

Confido nella pubblicazione, ringrazio e resto a disposizione (segue firma)".

Nostra nota

Siamo sempre stati a favore delle intercettaziioni, sia foniche (telefono, a distanza, con labiale ecc.) che televisive. La complessità della società é tale da richiedere per la sua tutela ogni mezzo che la tecnologia fornisce. Abbiamo dunque sempre condiviso il loro uso - da distinguersi l'eventuale abuso - da parte della magistratura.

Come qualsiasi aspetto della scienza e del progresso il problema é l'uso che se ne fa, Per le intercettazioni, ad esempio, abbiamo assistito per anni, e anche adesso, alla loro pubblicazione sui giornali, così come di verbali e altri documenti 'riservati'. Domani può capitare che sui giornali ci vadano espressioni magari confidenziali del Capo dello Stato. Nulla magari di penalmente rilevante ma magari politicamente importantissime.

Il problema è comunque alla Corte Costituzionale la cui decisione appare in sostanza scontata. Ma, visti i precedenti, il dr. Ingroia la rispetterà?

Ultima considerazione.

Interpellato, il Presidente dellANM, Associazione Nazionale Magistrati, Sabelli ha dichiarato: "Troppe parole fanno male alle indagini e ai processi. L'ANM non vuole interferire in alcun modo. Ha il massimo rispetto delle vicende giudiziarie e non interviene mai nel merito''. Ci viene dunque in mente René Clair e il suo 'Il silenzio é d'oro'.

Questa volta.

Come mai questa novità?

NdD

(x) Doveroso pubblicare tal quale il comunicato ufficiale della Presidenza della Repubblica:

"Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha affidato all'Avvocato Generale dello Stato l'incarico di rappresentare la Presidenza della Repubblica nel giudizio per conflitto di attribuzione da sollevare dinanzi alla Corte Costituzionale nei confronti della Procura della Repubblica di Palermo per le decisioni che questa ha assunto su intercettazioni di conversazioni telefoniche del Capo dello Stato; decisioni che il Presidente ha considerato, anche se riferite a intercettazioni indirette, lesive di prerogative attribuitegli dalla Costituzione.

Alla determinazione di sollevare il conflitto, il Presidente Napolitano è pervenuto ritenendo "dovere del Presidente della Repubblica", secondo l'insegnamento di Luigi Einaudi, "evitare si pongano, nel suo silenzio o nella inammissibile sua ignoranza dell'occorso, precedenti, grazie ai quali accada o sembri accadere che egli non trasmetta al suo successore immuni da qualsiasi incrinatura le facoltà che la Costituzione gli attribuisce".

Il divieto. Le intercettazioni cui partecipa il presidente della Repubblica, anche se indirette, ''non possono essere in alcun modo valutate, utilizzate e trascritte'': è quanto si legge nel decreto con cui il Capo dello Stato ha promosso il conflitto di attribuzione, citando l'art. 90 della Costiturzione e la legge 5 giugno 1989, n. 219. Nel decreto è scritto che "a norma dell'articolo 90 della Costituzione e dell'articolo 7 della legge 5 giugno 1989, n. 219 salvi i casi di alto tradimento o attentato alla Costituzione e secondo il regime previsto dalle norme che disciplinano il procedimento di accusa - le intercettazioni di conversazioni cui partecipa il Presidente della Repubblica, ancorchè indirette od occasionali, sono da considerarsi assolutamente vietate e non possono quindi essere in alcun modo valutate, utilizzate e trascritte e di esse il pubblico ministero deve immediatamente chiedere al giudice la distruzione".

Giustizia