Immigrati. Dica Sertori a Strasburgo...l E a mali estremi estremi rimedi

A Sondrio si cerca di fare qualcosa. Operativamente in primo piano il PFP con CRI e Caritas

A Sondrio
In Prefettura Provinciale, Croce Rossa, Caritas, direttrice del Polo di Formazione Professionale, attorno ad un tavolo “per affrontare il tema della formazione professionale da riservare ai profughi recentemente ospiti nella nostra provincia presso le varie strutture ricettive e di accoglienza”. Si farà qualcosa previo accertamento delle conoscenze linguistiche, professionali e attitudinali di ciascuno degli immigrati. Già dal prossimo mese di giugno è previsto un corso di formazione di cucina di base, a cui potranno seguire ulteriori corsi formativi anche in altri settori di interesse, tra cui quello della manutenzione del territorio e quello dell’edilizia, anche con stage. In primo piano dunque il PFP supportato dai volontari di CRI e Caritas.

Il cinismo europeo
Fin qui la cronaca. Una goccia in un mare sempre più grande, sempre più profondo, sempre più nel lutto. Stanno bene dunque tutte le iniziative assistenziali ma guardiamo in là, guardiamo al profondo di un sostanziale disinteresse europeo divenuto cinismo.

Sertori, precisando
Siamo sempre stati soliti a salutare con soddisfazione ogni affermazione valtellinese, in ogni campo, da parte di persone, gruppi, aziende. Non abbiamo cambiato idea, e comportamenti, anche quando, ad esempio, si era elettoralmente affermato qualcuno che la pensava diversamente. Con tutto il rispetto per gli altri meglio un valtellinese nei posti che contano, come meglio una nostra azienda nel mercato e così via per non parlare poi del settore sportivo.
In questa logica ci rivolgiamo al Presidente della Provincia, unico nostro candidato alle elezioni europee, come avremmo fatto anche nei confronti di altri se ce ne fossero  stati altri in lizza.

La prima interrogazione
Ci sarebbe subito una occasione, se venisse eletto, quella di portare le voci in Europa che si sono levate anche in provincia a proposito degli immigrati, soprattutto intensificate con l'arrivo dei due contingenti tuttora ospitati in esercizi alberghieri. Sertori non ha certo bisogno che qualcuno di noi gli dica cosa fare ma un suggerimento vogliamo ugualmente darglielo, sotto forma di bozza di interrogazione partendo da un elemento quasi totalmente sconosciuto.
  in premessa ricordato come DUE ANNI OR SONO L'EUROPA HA AVUTO IL NOBEL PER LA PACE “per il suo contributo al progresso della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa”. Un Nobel che, come fa l'UNESCO, le andrebbe ritirato per quello che fa, anzi che non fa, sul problema migranti e non solo.
  visto l'esito disastroso della cosiddetta pretesa 'Primavera araba' con i tre Paesi coinvolti tuttora sconvolti e in situazioni decisamente peggiorate rispetto a quelle precedenti i conflitti che erano stati avviati con nobili dichiarazioni che in realtà mimetizzavano brutali interessi di qualche Paese europeo;
  preso dolorosamente atto che fra le conseguenze delle scelte, sospinte dalla nefasta sollecitazione franco-inglese, la peggiore è quella riguardante le persone, soprattutto per il drammatico, talora tragico, esodo verso una loro speranza di vita intravvista oltre il Mediterraneo,
  considerato inoltre che si è aggiunto l'arrivo di profughi siriani in fuga da una incontrollata crisi anche qui acuita dagli errori dell'Occidente
  constatata l'assenza di una Europa imbelle ed inerte in uno scacchiere che sviluppa quasi 4.000 km di coste africane, con il suo principale esponente, “Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la sicurezza”, baronessa Catherine Ashton, molto simile ad un ectoplasma e forse brava ma solo per fare un altro mestiere, ippica ad esempio
  tutto ciò premesso il Parlamento impegna il suo Presidente ad intervenire pesantemente sulla Commissione perchè si doti finalmente di una autonoma e produttiva politica estera e, in questo quadro assuma come problema europeo quello delle migrazione interne al continente africano che assumono le coste come stazione di partenza verso l'obiettivo che per vicinanza, è il nostro Paese.

E con Sertori firmino anche i suoi colleghi italiani
Sertori saprà come meglio definire la sua interrogazione e come invitare a farla sottoscrivere alla settantina di deputati italiani, al di là degli schieramenti politici.

Intanto a mali estremi estremi rimedi
Siccome i tempi saranno quelli che saranno , quand'anche vi fosse una qualche accettazione, e siccome ormai i flussi sono continui e sempre maggiori c'è un'altra cosa da fare.
Dalla Stazione di Agrigento Centrale a Ventimiglia, o Domodossola o Chiasso o Brennero, ci vuole una giornata circa. Treni speciali potrebbero portare 800 persone alla volta, aggiungendo anche due vetture per i servizi. Poi la prosecuzione dovrebbe avvenire per i normali transiti, aerei (low cost per i pochi che potrebbero usufruirne, ferroviari, stradali, pedonali). A chi insiste sull'accoglienza non si può non far presente che se umanamente il loro è discorso comprensibile sul piano operativo è impensabile che l'Italia da sola possa dare risposta alla complessità di problemi che l'arrivo di grandi flussi comporta. Ed è puro cinismo che qualcuno in Europa pensi di risolvere il problema unicamente stanziando qualche soldo da passare a noi.
GdS

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