6 10 1) MAGISTRATI BUONI E MAGISTRATI CATTIVI. 2) INTERCETTAZIONI, LO SCANDALO E LE DONNE DELLE PULIZIE

La soluzione al problema intercettazioni. Aggiunta: Scalfaro dixit

1) MAGISTRATI BUONI E MAGISTRATI CATTIVI

Berlusconi (x)

Il Presidente del Consiglio è tornato sul tema Magistratura ripetendo la sua accusa: "Quando una legge votata dalla nostra maggioranza non è da loro condivisa la impugnano, la portano davanti alla Corte costituzionale che è costituita da una maggioranza di giudici di sinistra e ne ottengono l'abrogazione".

Palamara (xx)

"Non si può andare avanti con questo botta e risposta che noi non cerchiamo e non vogliamo. Non possiamo ogni giorno scendere in campo per affrontare questi temi ma siamo costretti a farlo. E' inaccettabile dividere i magistrati in due categorie: quella dei buoni e quella dei cattivi".

Noi (xxx)

Anche i più fervidi sostenitori del Premier concordano su due punti. Da un lato sul suo eccesso polemico nei confronti dei Magistrati avversi, anche se partono da Napoli (famoso avviso di garanzia quando là c'erano i Grandi della terra) per snocciolare poi una serie di quelle che a loro avviso sono mosse quantomeno con conseguenze di tipo politico. Dall'altro sulle conseguenze ritenendo controproducente tutto questo, posizione sintetizzata da un osservatore acuto e obiettivo: "ma se fossi magistrato, politicamente d'accordissimo, come farei però a votare per lui?".

Ci sono due punti di vista.

a) Il primo riguarda il Presidente del Consiglio. A torto o a ragione la maggior parte della gente ha l'impressione, vera o non vera che sia, di quell' di cui ha parlato Casini. Qualcuno ricorda Andreotti che si è sottoposto alla sequenza dei processi, spendendo una fortuna (e vendendo per questo la sua preziosa collezione di francobolli) e 'fregando' gli accusatori che forse speravano nell'interruzione di tali processi a causa della scomparsa dell'imputato. I più però usano di questo argomento per giustificare in pieno le varie uscite polemiche. Noi siamo dell'avviso che un atteggiamento meno emotivo, più distaccato gli servirebbe. Qualche volta l'ha fatto. C'è stato persino un periodo, di due o tre mesi, in cui ha fatto religioso silenzio su questo argomento. Non c'è soltanto il proverbio secondo il quale "un bel silenzio non fu mai scritto" ma c'è anche il saggio detto Dantesco "non ti curar di lor ma guarda e passa".

b) Il secondo riguarda l'ANM e le riportate affermazioni del suo Presidente. I fidi del Premier, quelli più riflessivi, replicano a loro volta che se è vero che "Non si può andare avanti con questo botta e risposta" è anche vero che non può venire fuori con metodica frequenza questo o quello a carico del Presidente, 'escort' comprese (anche se andrebbe separato il discorso di quello che viene dal di fuori dei Palazzi di Giustizia…). Il punto che conta maggiormente è però il secondo: "E' inaccettabile dividere i magistrati in due categorie: quella dei buoni e quella dei cattivi". Il Presidente Palamara ha certamente ragione, ed è dovuta la sua difesa ma obiettivamente deve tener conto dell'impressione che ha la gente. Posizioni, magari ingigantite dalla stampa, come quelle espresse qua e là da magistrati di Magistratura Democratica, per fare un esempio, trovano terreno fertile in settori largamente maggioritari della pubblica opinione con il cattivo - aggettivo indovinato - risultato di trasferire erroneamente il giudizio critico su tutta la Magistratura. Non dimenticando poi che autori di indagini di forti riflessi politici sono stati protagonisti di vistosi passaggi alla politica con candidature al Parlamento, quasi sempre nelle file di partiti di sinistra. Caso limite il PM della maxi-inchiesta politica di Bari candidatosi addirittura a Bari con il beneplacito del Consiglio Superiore della Magistratura, sia pure dato 'con sofferenza', come disse il Vicepresidente mancino, ma intanto dato.

2) INTERCETTAZIONI, LO SCANDALO E LE DONNE DELLE PULIZIE

Guerra politica sul tema delle intercettazioni. Dai contenuti - a suo tempo in buona parte condivisi dalla sinistra durante il Governo Prodi - si è é passati sul terreno politico puro per cui questa o quella proposta di modifica non importa più di tanto. Quello che conta è il braccio di ferro. Se il provvedimento scivola all'autunno ha vinto il braccio ferreo la sinistra. Se va in porto prima dell'estate ha vinto il centro-destra.

Noi commentiamo su un altro piano.

Cominciamo a dire che siamo contentissimi che dappertutto ci siano telecamere, e non solo.

Una decina di anni fa la proposta di mettere in città alcune telecamere venne clamorosamente bocciata dalla maggioranza consiliare per via della privacy e quant'altro. Ciechi. Negli anni successivi sono fiorite un po' dappertutto. Con i telefonini si può controllare se da Via Bernina passo in Piazza San Rocco. Le altre carte magnetiche sono fonti di altri controlli. Le impronte digitali sono diventate antidiluviani metodi di indagine sostituite dalle sofisticate indagini del DNA. Leggendo le mie labbra con un cannocchiale da distanza incredibile qualcuno trascrive il mio colloquio. Altre apparecchiature sanno dire se sono stato seduto in quella poltrona o a letto, solo o in compagnia. Dall'alto altri controlli. E non parliamo dai possibili controlli medici.

Ci sta bene così.

La società oggi è fragilissima. Le Torri gemelle sono soltanto la punta dell'iceberg. La sicurezza innanzitutto.

Di qui le intercettazioni. Per quel che mi riguarda ne facciano pure a tonnellate.

Il problema non è lo spettro di Blair, non lo Statista ma lo scrittore Eric Arthur autore del famosissimo romanzo "Nineteen Eighty-Four " e cioè "1984", quello del "Grande Fratello", non il televisivo ma l'ossessionante controller della vita di tutti. Non è quindi il condizionamento, la paura di essere continuamente spiato. Per dirla popolarescamente 'e chi se ne frega!'. Ascoltino pure le mie telefonate. Ascoltino pure le chiacchere delle comari che si passano le ricette o, indifferentemente, i pettegolezzi del giorno. Ascoltino i furtivi messaggi di amanti in fregola. Ascoltino intrecci strani di affari, ascoltino le telenovele di ragazzine o ragazzini con i loro inseparabili cellulari. Ascoltino poi tutta una serie di altre cose, sempre più serie, sempre più gravi.

Ascoltino, ascoltino, ascoltino…

Non me ne frega niente-.

Quello che non mi va è di leggere sul giornale come faccio la bagna cauda - in Valtellina nessuno la sa fare al par mio -, gli amici che frequento, la lite con i vari call-center che periodicamente offrono a tutti vantaggi incredibili se si cambia il gestore telefonico. Eccetera. Penso che risulti antipatico tanto altro materiale, per esempio, quello di gossip, che finisce per deliziare, si fa per dire, i lettori sempre meno numerosi dato che l'intellighenzia giornalistica non ha ancora capito che in era di radio, TV, web, i quotidiani devono dare qualcosa di diverso e che l'escort di turno può fare aumentare quel giorno le vendite ma non è la via per arrestare la paurosa crisi del settore mentre la via giusta è quella della fedeltà del lettore.

In altri termini il problema è quello delle gambe che le intercettazioni hanno, quelle gambe che le fanno uscire dalle sedi proprie per finire a qualche redazione, e magari in qualche caso a chi è diversamente interessato.

Il vero scandalo è questo, con il risultato che si legittimano le restrizioni oggi in discussione in Parlamento.

La grande levata di scusi, anche dei colleghi e dei giornali, ha un piede d'argilla. Si cita la stampa americana e la sua possibilità persino di far saltare un Presidente come Watergate insegna. Se però là succedesse quello che succede in Italia, con gente che non c'entra niente sbattuta sui giornali con conseguenze negative sugli affetti, sugli affari e via dicendo, l'autore ha finito di scrivere, il giornale ha finito di andare in edicola.

Il punto, dicevamo e diciamo, è questo. L'azione penale, come spesso i magistrati ricordano, è obbligatoria. La violazione del segreto istruttorio è un reato. Consegue che in presenza di una ipotesi di questo tipo dovrebbe essere aperto un fascicolo quantomeno a carico di ignoti. Per il momento, perché poi la cerchia di indiziabili è sempre ristrettissima. E' anche vero che il numero di fascicoli da aprirsi quasi quotidianamente sarebbe elevato ma in questo modo il monito ai convogliatori, anzi alle congogliatrici, verso l'esterno di atti riservati potrebbe produrre qualche risultato. Perché al femminile?

Chiarissimo.

In passato abbiamo scoperto chi ha l'esclusiva responsabilità della cosiddetta fuga di notizie. Infatti, analizzando la situazione, cerchiamo chi provvede al convogliamento esterno.

- Che sia un magistrato?

Neanche per sogno. Al di sopra di ogni sospetto.

- Che sia un cancelliere?

Neanche per sogno. Al di sopra di ogni sospetto. Persona di fiducia del magistrato.

- Che sia la dattilografa?

Neanche per sogno. Al di sopra di ogni sospetto. Persona di fiducia del cancelliere.

- Che sia qualcuno della Polizia giudiziaria?

Neanche per sogno. Al di sopra di ogni sospetto. Persona di fiducia di tutto l'ambiente.

- E allora chi?

Ma evidente! La donna delle pulizie

Alla sera quando tutti se ne sono andati, arriva, vede sul tavolo delle carte. Non si sa mai. Magari ne fa qualche fotocopia per darla a quei giornalisti che sono al bar di sotto così gentili da offrire un cappuccino e persino anche una brioche.

Arcano scoperto.

La soluzione al problema intercettazioni

Supponiamo che di fronte a questo muro contro muro il Presidente Napolitano abbia una straordinaria idea per risolvere il problema in maniera atipica ma sicuramente più produttiva e migliore rispetto all'oggi. Napolitano cioè intelligentemente si affida a chi scrive con il mandato, pieni poteri, di proporre, anzi imporre, una soluzione equa.

Ricevuto il mandato provvediamo immantinente.

1) Le intercettazioni si fanno. Un po' meno visto che oggi sono tante e molto costose, troppe rispetto agli altri Paesi dell'Occidente, ma la riduzione viene concordata con il CSM.

2) I giornalisti cui arrivano per vie strane gli atti riservati, come in America, le possono pubblicare.

3) I giornalisti pagano in due casi: o che pubblicano bufale presentandole come vere o che pubblicano nomi e fatti di persone che non c'entrano niente con le indagini (per esempio il pizzaiolo che deve portare la pizza a casa del boss o lo studente che va a 'trovare' la moglie dell'indiziato per corruzione ma solo per 'consolarla' e non per cose oggetto di indagine.

4) Il Direttore di giornale è sospeso per non meno di un mese se non pubblica la rettifica di persone che non c'entrano così come era previsto, e mai rispettato, dall'art. 8 della legge sulla stampa (stesso rilievo e stessa pagina della notizia originaria).

5) Il magistrato che non apre un fascicolo nel caso di violazione del segreto istruttorio è subito sospeso dal CSM.

6) Il magistrato, il cancelliere, l'agente di PG che passa all'esterno atti riservati, oltre al penale viene sui due piedi sospeso e poi radiato

7) L'avvocato che interferisce (falsi, simulazioni e simili) è sospeso dall'Ordine e, per cose gravi, radiato.

Le cose andrebbero meglio, ma fino a questo momento non ho ricevuto nulla dal Presidente della Repubblica.

Alberto Frizziero (xxxx)

(x) Presidente del Consiglio

(xx) Presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati

(xxx) La Gazzetta di Sondrio

(xxxx) Direttore de "La Gazzetta di Sondrio"

Aggiunta. E Scalfaro, ci hanno chiesto? Scalfaro che? Ha definito uno scandalo, lui che amico di Berlusconi non lo é proprio, il fatto che in Italia non si apra un fascicolo, come si dovrebbe, per ogni violazione di segreto istruttorio. Sì, diciamo a chi ha voluto dirci la sua, che é quello che abbiamo ripetutamente scritto ricordando anche che l'azione penale é (sarebbe?) obbligatoria.

Alberto Frizziero (xxxx)
Giustizia