GIUSTIZIA: OCCORRONO PROCESSI PIÙ RAPIDI, CERTEZZA DELLA PENA E RINUNCIA ALLA DETENZIONE PER I REATI NON GRAVI

Riceviamo e pubblichiamo:

Non con la costruzione di nuove carceri. Nemmeno con la riforma del sistema giudiziario che porti alla certezza della pena. In pratica, nessuna soluzione strutturale: solo braccialetti elettronici ed espulsioni dei detenuti stranieri. E' questa l'unica ricetta che questo governo è riuscito a mettere insieme per far fronte ad una vera e propria emergenza, quella penitenziaria.

Le 205 carceri italiane scoppiano letteralmente: sono circa 56.000 i detenuti che vi soggiornano, a fronte di una capienza stimata in circa 43.000 posti. Inevitabile che il sistema sia al tracollo. Ma è impensabile ipotizzare di alleggerire la situazione ricorrendo a misure che non risolvono il problema. Rischia di diventare un nuovo fallimento, naturalmente pronto a ricadere sulle spalle dei cittadini, come quell'indulto contro il quale ci siamo schierati immediatamente e che ben sappiamo quali risultati ha prodotto: penitenziari "alleggeriti" ma solo parzialmente, per il pronto rientro in carcere di tanti detenuti che, una volta rimessi in libertà, hanno ripreso a delinquere.

Ed ora, con un governo diverso, si vuole fare un errore analogo, se non peggiore. Il braccialetto elettronico che si intende applicare alla caviglia dei detenuti le cui pene possano essere scontate al rispettivo domicilio rappresenta il camuffamento di quella identica misura, l'indulto. La sperimentazione di questo sistema, attuata nel 2001, ha dimostrato tutte le proprie lacune. E, pur con una tecnologia migliorata e all'avanguardia, questa soluzione non sarà certo esente da problemi in termini di controllo e di prevenzione di altri reati. E pure il sistema delle espulsioni ha messo in luce molti punti deboli, soprattutto per la carenza di certezze sul fatto che questi soggetti giungano effettivamente nel loro Paese d'origine e vi vengano incarcerati. Il rischio - o la certezza, se si preferisce - è che tutti, o buona parte, di questi detenuti, ottengano soltanto un nuovo, ingente sconto sulla pena da scontare.

La strada da seguire, l'abbiamo già detto, deve essere quella che porta a processi più rapidi, alla certezza della pena e alla rinuncia al ricorso alla detenzione per i reati non gravi.

on. Ivan Rota

on. Ivan Rota
Giustizia