CORTE SUPREMA USA: LE DONNE ALLO SBANDO?

“Con la decisione odierna della Corte Suprema si tratterà solo di una questione di tempo fino a che la scellerata sentenza di Row vs. Wade del 1973 venga revocata” disse Roberta Combs, presidente della Christian Coalition of America. La Combs si riferiva alla recente sentenza della Corte Suprema americana di confermare la legge approvata dal Congresso nel 2003 che proibisce la forma di aborto chiamata “nascita parziale” la quale occorre solo a gravidanza avanzata.

La sentenza della Corte consiste di una sconfitta per le donne americane e di una vittoria per gli evangelici e la destra in generale. La vittoria era già cominciata mediante la creazione dell’espressione “partial birth” (nascita parziale) che la stampa americana ha adottato per descrivere la procedura medica. Chi potrebbe essere contro l’aborto della nascita, cioè a dire della vita, ossia chi potrebbe essere per l’uccisione di un essere umano?

La realtà è invece molto più complessa perché l’aborto non coinvolge solamente il corpo della futura vita ma soprattutto quello della donna che lo contiene. Ed è questo che i sostenitori della sentenza della Corte Suprema non riescono a vedere. Danno l’impressione che le donne abbiano valore solo in quanto esse trasportano al mondo un altro essere umano.

La “vittoria” dei conservatori non sarebbe stata possibile senza l’altro aiuto della stampa americana la quale ha in molte occasioni descritto in modo dettagliato la procedura dell’aborto “partial birth”, qualcosa che il lettore non vedrà in questo articolo. Il semplice fatto di descrivere qualunque procedura chirurgica indurrebbe il pubblico all’opposizione. Solo l’idea del sangue farebbe svenire alcune persone. Quando il gruppo contrario all’operazione riesce a dipingere o fare dipingere in modo visivo la procedura, la vittoria è quasi assicurata.

Ma la vittoria non sarebbe stata possibile senza il supporto della maggioranza repubblicana al Congresso nel 2003 e il supporto del presidente George W. Bush il quale ha firmato la legge. Al presidente è dovuta infatti una buonissima dosi di responsabilità per la sentenza dei giudici considerando i due ultimi arrivati alla Corte Suprema, John G. Roberts e Samuel A. Alito.

La nomina di Roberts non sarebbe stata sufficiente per il voto di 5 a 4 di confermare la legge del 2003 dato che Sandra Day O’Connor si sarebbe opposta. Ma con l’arrivo di Alito per sostituire O’Connor la Corte Suprema si è chiaramente spostata a destra e la recente sentenza ne è prova lampante. Infatti nel 2000 un caso molto simile è arrivato alla Corte Suprema ma la sentenza allora fu il contrario. La ragione principale per il rifiuto della Corte Suprema in quel caso verté sul fatto che la procedura non faceva alcuna eccezione di casi estremi come il pericolo della vita della donna.

Ma la vittoria della destra non vuol dire che gli aborti “partial birth” verranno eliminati. La sentenza si applica solo a una procedura specifica. I medici avranno a disposizione altre procedure per ottenere lo stesso risultato ma ciò comporterà un rischio maggiore alla vita della donna. Ed è questo il problema più serio della recente decisione della Corte Suprema. Si tratta dell’inizio di mettere da parte l’incolumità della donna nei casi di aborto che preoccupa di più i sostenitori dei diritti della donna.

La sconfitta dei diritti delle donne americane vuol dire che altre decisioni saranno presentate alla Corte Suprema e naturalmente il pericolo più serio è che l’aspetto legale dell’aborto stabilito nel 1973 venga revocato nel vicino futuro. La sconfitta non coinvolge semplicemente le donne ma bensì tutto il sistema legale. Ruth Bader Ginsburg, uno dei quattro giudici della Corte Suprema che ha votato contro la recente sentenza di confermare la legge del 2003, ha scritto che la decisione “non è affatto fedele…. alla regola della legge e al principio di stare decisis” ossia di rispettare le decisioni legali precedenti. Ciò vuol dire che la maggioranza conservatrice della Corte Suprema può fare quello che vuole e naturalmente la revoca di Row Vs. Wade si profila all’orizzonte nel vicino futuro.

Negli ultimi mesi gli Stati Uniti si sono spostati politicamente e sinistra come si vede dai risultati delle elezioni di midterm che hanno dato il controllo di ambedue le camere legislative al Partito democratico. La Corte Suprema americana non risponde però ai cambiamenti politici recenti del Paese. La maggioranza conservatrice della Corte rimarrà per molto tempo dato che i giudici conservatori sono “giovani” e anche se un democratico abiterà nella Casa Bianca nel 2009 le possibilità di riportare la Corte Suprema verso il centro sono alquanto limitate.

Domenico Maceri (x)

(x) PhD della Università della California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California, USA. I suoi contributi sono stati pubblicati da molti giornali ed alcuni hanno vinto premi dalla National Association of Hispanic Publications.

Domenico Maceri (x)
Giustizia