DUE ASSOCIAZIONI CONTRO LA PROVINCIA: ILLEGITTIMO IL REQUISITO DELLA CITTADINANZA ITALIANA PER GLI ALLOGGI PER I NOSTRI UNIVERSITARI A MILANO. ROBA DA CHIODI!
L'acquisizione di uno stabile a Milano per ospitare, a prezzi agevolati, gli studenti universitari di Valtellina e
Valchiavenna, con i proventi della vendita dell'ex colonia Vanoni di Borghetto Santo Spirito ormai inutilizzata, era stata condotta per rispondere ai nuovi bisogni e salutata con favore dai ragazzi e dalle loro famiglie. Lo scopo dell'operazione era quello di dare la possibilità, soprattutto ai giovani in condizioni economiche più disagiate, di poter compiere gli studi universitari in ambienti dignitosi e senza pesare finanziariamente sulle proprie famiglie. "I sacrifici della nostra gente, quindi, a favore dei nostri giovani più meritevoli di attenzione e di aiuto", spiega il presidente Fiorello Provera. E tra i requisiti previsti per concorrere all'assegnazione degli alloggi sono stati dunque inseriti la cittadinanza italiana e la residenza da almeno in cinque anni in provincia di Sondrio.
La onlus 'Avvocati per niente' e la Naga (Associazione volontaria di assistenza socio sanitaria e per i diritti di stranieri e nomadi) contestano che tra i requisiti richiesti dalla Provincia vi sia la cittadinanza italiana,
accusando l'ente di "atteggiamenti discriminatori". "A parte il valore fondamentale di essere cittadini di uno
Stato per condividere diritti e doveri - sottolinea il presidente Provera -, il bando rispecchia lo spirito che ha
portato alla costruzione dell'ex colonia estiva ligure cinquant'anni fa, ossia di consentire ai bambini e ai
ragazzi meno fortunati di poter trascorrere qualche giorno al mare. Essendo la colonia ormai da anni non più
utilizzata a questo scopo, abbiamo ritenuto di alienarla per soddisfare le nuove esigenze dei nostri giovani
migliori che studiano a Milano e che si trovano a sostenere spese ingenti per l'alloggio. La colonia Vanoni
era un patrimonio della nostra gente, utilizzata a favore dei più deboli, e quindi i proventi della vendita non
potevano che finanziare una struttura con analoghe finalità sociali".
Una spiegazione già ribadita a mezzo stampa dal presidente Provera che dovrà comparire domani
all'udienza fissata per le 9.30 presso il Tribunale di Sondrio. Nel ricorso, le due associazioni milanesi
richiamano una serie di riferimenti normativi, nazionali e comunitari, che deporrebbero per l'illegittimità del
requisito della cittadinanza italiana nel bando della Provincia. Chiedono pertanto al giudice di accertare e
dichiarare il "carattere discriminatorio" del comportamento tenuto dall'ente e di ordinare di "revocare la
delibera e di reiterare il bando senza introdurre tra i requisiti quello della cittadinanza italiana". "Trovo
provocatorio - dichiara il presidente Provera - mettere in discussione il diritto che viene dall'essere cittadini
italiani rispetto a chi non lo è, così come trovo illegittimo ed aberrante accusare di discriminazione una scelta
amministrativa rivolta a favorire i giovani della mia provincia che prima di tutti hanno il diritto di essere aiutati dai propri amministratori con le risorse che vengono dai sacrifici delle generazioni che ci hanno preceduti. Difenderò il valore della cittadinanza italiana in ogni sede, il diritto da parte della Provincia di scegliere le priorità nell'azione amministrativa e il diritto dei nostri ragazzi di usufruire dei benefici derivanti dall'utilizzo del patrimonio della Provincia costruito con fatica dalla nostra gente con anni di lavoro", conclude Provera.
Un solo commento: roba da chiodi!