BEPPINO ENGLARO. SOPPORTIAMOLO PAZIENTEMENTE. PENSIAMO INVECE AL PROBLEMA DELLA VITA CHE NON DEVE DIPENDERE DA UNA SENTENZA

Il sign. Peppino Englaro ha avuto la solidarietà convinta di tanti per la questione della figlia Eluana.

Chi ha attraversato un lungo periodo della sua vita nelle sue condizioni merita attenzione particolare e anche, sia consentito, tolleranza. Lo diciamo perché, detto quanto sopra, non è Giuseppe Garibaldi del quale, come da famoso detto, nessuno può e deve parlare male. Non che vogliamo parlare male del sign. Englaro, ma intendiamo indicare alcune cose - chiamiamole con il loro nome - soggettivamente spiacevoli.

Già qualcuno a suo tempo aveva criticato l'invito al silenzio rivolto alla stampa e a tutti quando si stava per compiere il destino di sua figlia. Alla Magistratura era lui che si era rivolto e da quel momento la vicenda era diventata del tutto pubblica con tutte le valutazioni che il vivere in uno Stato democratico consente. Anche quelle di criticare la sentenza. Anche quella di criticare la strada imboccata. Anche quella di criticare chi sosteneva certezze assolute (da notare al riguardo che fra le certezze c'era anche quella del periodo di sopravvivenza in carenza di idratazione e alimentazione, una quindicina di giorni. Valutazione clamorosamente sbagliata perché Eluana ha tolto il disturbo dopo quattro giorni, quando non se l'aspettava nessuno dei "certissimi" medici tanto è vero che con lei non c'era anima viva (pardon, la parola anima forse dàfastidio? La usiamo lo stesso).

In tanti avevano accolto silenziosamente la pur non condivisa decisione del sign. Englaro di non esserci ai funerali della figlia in chiesa. Si è letto che quest'assenza era motivata dalla volontà di evitare i mass media. Visto che questi c'erano comunque, e visto il resto, è lecito - siamo in democrazia - esprimere un dubbio? Erano proprio i mass media che davano fastidio o le candele della chiesa? Così tanto fastidio dal disertare il momento del commiato da parte del suo paese?

Ancora. Invito al silenzio ma poi in piazza a fare una sorta di comizio.

Ora la minaccia di querele a destra e a manca, Vaticano compreso.

Per quanto riguarda le richieste di risarcimento danni in sintesi i commenti di alcuni direttori di giornale: Fede: ''Risarcisca lui l'opinione pubblica''. Vespa: ''Da noi ospite per nove volte''. Belpietro: ''Rischia un autogol''. Feltri: ''Mai insultato Beppino Englaro''. Giordano: ''Abbiamo difeso un principio''.

Prosit. Ci sarebbe da dare un non commendevole giudizio. Ma c'è Eluana. E allora ne diamo un altro con il consiglio ai lettori di seguirlo: sopportiamo pazientemente spegnendo i riflettori su quest'uomo i cui comportamenti recenti non piacciono e non solo a noi. Puntiamo invece l'attenzione sul problema della vita e quindi dell'eutanasia per evitare in futuro il ripetersi di casi in cui il destino di vita o di morte dipenda incredibilmente da una sentenza.

L.A.

L.A.
Giustizia