COMUNITÀ DI SANT'EGIDIO: LA PENA DI MORTE È PIÙ DEBOLE NEL MONDO. UN ALTRO PASSO AVANTI ALL'ASSEMBLEA GENERALE DELL'ONU. VERSO UNA MORATORIA UNIVERSALE
Con 105 voti a favore, 48 contro e 31 astensioni è stata approvata una nuova risoluzione contro la Pena di morte e per una Moratoria Universale alla Terza Commissione, quella sui Diritti Umani, dell'Assemblea Generale dell'ONU in corso a New York. Il caso del Fornareto di Venezia
89, due in più dello scorso anno, quando la Prima storica Risoluzione sulla Pena di Morte è stata presentata all'Assemblea Generale dell'ONU, sono stati i Paesi co-sponsor, il numero più alto mai registrato al momento della presentazione di una Risoluzione all'Assemblea Generale. E' il segnale di un cambiamento nella sensibilità del mondo, che riafferma che il rifiuto della pena di morte e la battaglia per una giustizia senza vendetta e che sa sempre rispettare la vita umana, sta diventando uno standard sotto il quale il mondo intende non scendere.
Pena di morte non è solo una questione interna ai singoli Paesi, ma è oggi ufficialmente una questione che riguarda la comunità internazionale, come richiesto e riaffermato nella Risoluzione, che invita tutti i Paesi a più trasparenza sui percorsi di giustizia e sull'applicazione della pena capitale, in vista del Rapporto Ufficiale del Segretario Generale delle Nazioni Unite.
La Comunità di Sant'Egidio - che ha lavorato intensamente a livello mondiale e a fianco di numerosi Paesi africani e dell'Asia Centrale, che negli ultimi due anni sono passati da Paesi retenzionisti a Paesi protagonisti di questa battaglia per una giustizia più umana, assieme al lavoro fatto con la Coalizione Mondiale Contro la Pena di Morte (WCADP) - si congratula con tutti quelli che, a livello istituzionale e a livello di base, nei singoli Paesi e al Palazzo di Vetro, hanno lavorato con sinergia ed efficacia per diffondere questa cultura della vita che delegittima la pena di morte e incoraggia una riduzione della violenza e percorsi di riconciliazione di convivenza pacifica come i Paesi che hanno subito l'esperienza terribile del genocidio o dell'apartheid, che hanno rinunciato alla pena di morte come strumento di giustizia, come la Cambogia, il Ruanda, il Burundi e il Sud Africa.
E' un passo avanti verso la definitiva approvazione in Assemblea Plenaria.
La Comunità di Sant'Egidio il 30 novembre, prima dell'approvazione finale del testo già approvato da tutti i Paesi membri in Commissione, ha celebrato con tutte le organizzazioni per i Diritti Umani del mondo la Giornata Internazionale delle Città per la Vita - Città contro la Pena di Morte (Cities for Life) che ha collegato quasi 1000 città del mondo e 50 capitali con Roma e anche con la Toscana, nell'anniversario della Prima Abolizione da parte di uno Stato della Pena capitale avvenuta il 30 novembre 1786 per iniziativa del Granduca Pietro Leopoldo, a sostegno del voto finale dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA).
Celebrazione anche a Sondrio.
nlse
Per quanto riguarda il giornale è stata la nostra battaglia da sempre. Invece, per quanto riguarda il sottoscritto direttore, almeno una ventina di anni fa intervenivo su un quotidiano nazionale citando la storia di un garzone fornaio "Pietro Tascal deto il Fornareto" ingiustamente ritenuto un assassino, processato e giustiziato, la sua riabilitazione, la pena, più dura della morte, inflitta al potente poi individuato come mandante dell'omicidio, l'obbligo da allora per i cancellieri di ammonire i giudici nel momento che si accingevano ad entrare in Camera di Consiglio con la significativa allocuzione: "Regordave dal povaro Fornareto"… ndd