UE, entro un anno Piani nazionali per acque sotterranee

di Quindici - Federutility

Hanno dodici mesi di tempo gli Stati UE per predisporre i
piani di tutela delle acque sotterranee, con lo stato
dell'arte, le strategie e le misure coerenti con il quadro
comunitario, da assumere per salvaguardarne la qualità. Lo
prevede la proposta di direttiva approvata già dal
Parlamento e che delega agli Stati il compito di stabilire
gli standard e i limiti qualitativi e le azioni anti-inquinamento per la salvaguardia delle falde per uso
potabile, industriale o agricolo. Si sottolinea che le acque
sotterranee sono importanti anche sul piano
ambientale,mantenendo le aree umide e il flusso dei corsi
d'acqua, funzionando come riserva di equilibrio nei periodi
di siccità. Proprio per questo l'UE ha deciso di
salvaguardarne la qualità introducendo misure speciali che
si collocano nell’ambito della Direttiva quadro 2000/60/CE
in materia di acque, oggetto della proposta di direttiva che
incrementa le misure di sorveglianza e tutela, innalza gli
obiettivi di qualità e impone agli Stati membri di adottare
un approccio che integri più efficacemente le norme in
materia di salvaguardia delle falde con quelle di controllo
dell'inquinamento. Il flusso delle acque sotterranee e il
trasporto di inquinanti dalla fonte sono processi in genere
molto lenti, per cui l'inquinamento provocato da attività
agricole, industriali o di altro tipo verificatosi decenni
addietro può tuttora minacciare la qualità delle acque
sotterranee. Risanare le acque sotterranee inoltre richiede
procedure e sistemi complessi, anche dopo la rimozione della
fonte dell'inquinamento: è quindi necessario concentrare gli
sforzi sulla prevenzione. La direttiva licenziata in questi
giorni dal Parlamento è frutto dell'attività di un forum
consultivo di esperti (Expert Advisory Forum - EAF) per le
acque sotterranee, formato da rappresentanti degli Stati
membri, di soggetti interessati (ONG, di associazioni
industriali, di servizi della Commissione e di osservatori
dei paesi associati e candidati. I contenuti della proposta
si ricollegano a quelli della direttiva quadro in
particolare per quanto riguarda il coordinamento delle
disposizioni amministrative per i distretti idrografici, le
finalità ambientali, con particolare riferimento al divieto
di deterioramento e alle disposizioni sulla protezione e le
limitazioni, la fissazione di requisiti per l’analisi delle
caratteristiche del distretto idrografico, per l'esame
dell'impatto ambientale delle attività umane e l'analisi
economica dell'utilizzo idrico; istituzione di un registro
delle aree protette e l'individuazione di acque idonee
all'estrazione di acqua potabile e istituzione di zone di
salvaguardia per questi corpi idrici ed infine gli obblighi
di monitoraggio. La proposta si pone alcuni obiettivi
specifici: stabilire misure di prevenzione e controllo
dell'inquinamento; sorveglianza e controllo dei trend di
inquinamento. Per quanto riguarda lo stato chimico delle
acque sotterranee, esso è finora regolato dalle norme
esistenti in materia di concentrazioni di nitrati,
fitofarmaci, biocidi, che fissano valori limite sotto forma
di massimali autorizzati. La direttiva impone entro il 2006
agli Stati membri di stabilire limiti analoghi anche per gli
inquinanti che non sono ancora regolati dalle norme
comunitarie. Si dovrà trattare di limiti fissati a livello
nazionale, tenendo conto delle caratteristiche dei bacini
idrografici e dei volumi di acque sotterranee, in modo da
tenere in considerazione le grandi differenze esistenti tra
Paese e Paese. Riguardo alla vigilanza sull'inquinamento
delle acque sotterranee, la proposta si riferisce a due
criteri: uno di carattere temporale, che tiene conto dei
cambiamenti avvenuti via via grazie alle attività di
controllo e uno invece relativo ai contenuti ambientali,
attraverso il monitoraggio delle concentrazioni di una
determinata sostanza inquinante, a partire dalle quali la
qualità delle acque sotterranee può essere minacciata e che
la proposta fissa al 75%.

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