Sequestro latte Nestlé: per Grenpeace serve Reach forte per evitare questi scandali
La multinazionale era già stata costretta nel 2000 a ritirare
dal commercio il latte in polvere Alsoy per la presenza di Ogm,
in seguito alle denunce e alle azioni dimostrative di
Greenpeace.
“E’ scandaloso che si sia dovuti arrivare a un intervento di un
corpo di polizia per bloccare un prodotto che potrebbe far male
ai bambini.
Greenpeace ha denunciato più volte a quanti veleni sono esposti
i più piccoli, perché le aziende chimiche non si preoccupano di
sostituire le sostanze pericolose con alternative più sicure.
Un’opportunità è offerta ora dal regolamento europeo sulle
Sostanze Chimiche (REACH) approvato al Parlamento Europeo
giovedì scorso. L'industria chimica è riuscita però ad ottenere
delle esenzioni che le consentiranno di continuare a produrre
dei composti, senza dover fornire informazioni di base sulla
loro sicurezza sanitaria.
Il caso Nestlè dimostra che non
bisogna cedere alle pressioni delle lobby, come sta avvenendo
invece a livello europeo.
Il Consiglio sulla Competitività, infatti, previsto per fine
novembre e posticipato al 19 dicembre, sarà il momento per
capire se in Europa prevarrà o meno la difesa della salute e
dell’ambiente” afferma Vittoria Polidori, responsabile
inquinamento di Greenpeace.
La sostanza utilizzata dalla Nestlè, l’IsopropilThioXantone (ITX)
è un fotoiniziatore di inchiostri nella fabbricazione di
imballaggi, nelle confezioni in TetraPak a stampa off-set.
Si presenta come una polvere giallastra, insolubile nell’acqua e
i suoi possibili effetti sulla salute sono ancora ignoti.
“Sono ancora migliaia le sostanze chimiche di cui non disponiamo
di dati sufficienti a tranquillizzarci sulla loro pericolosità.
REACH dovrà essere un passo avanti importante in questa
direzione e non invece una marcia indietro rispetto agli attuali
standard” conclude Polidori.
Greenpeace
GdS 30 XI 2005 -
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