La sentenza Sironi - Santoro
Non occorreva vestire i panni di
Frate Indovino, per vaticinare l'esito del processo intentato dal conduttore televisivo Michele
Santoro contro l'ex sindaco di Verona, Michela Sironi, condannata a risarcire la troupe di Sciuscià. Davvero una beffa. Nemmeno questa volta è stato smentito l'assioma secondo cui pesce
grosso mangia pesce piccolo.
Lo "sconosciuto" sindaco Sironi, contro il potente e riverito giornalista Santoro. Uno scontro impari dal risultato già scritto. Anche se la Sironi è stata condannata per le parole forti all'indirizzo di Santoro nel corso di un'appassionata difesa all'onorabilità di Verona, lesa, secondo, non solo l'ex sindaco, ma da tutti i veronesi durante una puntata di Sciuscià, è certezza che la vittoria legale di
Santoro è nulla rispetto alla vittoria morale della Sironi. Rimane aperta la questione del perchè, "certi" giornalisti (solo quelli più influenti e con il pedigree quotato) nel nome della libertà di stampa, possono "dipingere" taluni spaccati sociali a loro piacere, mentre i comuni cittadini, e neppure il "primo", non hanno diritto a replica alcuna. Nemmeno sotto la forma della critica politica.
Davvero una strana concezione di libertà di pensiero vige in Italia.
E pensare che per l’ex sindaco sarebbe bastato chiedere scusa ai conduttori di Sciuscià per uscirne pulita. Ma oggi, a sentenza eseguita, la rispettabile e coraggiosa Sironi, a differenza della "controparte", camminando tra le vie della Città, non rischierà fischi e pernacchie, ma tanti grazie, quanti sono i cittadini di Verona.
Gianni Toffali
GianniToffali@inwind.it
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