SCIOPERI AMARI: MAGISTRATI E TRASPORTI Magistrati - Trasporti
MAGISTRATI
Sciopero amaro quello dei Magistrati, tre volte amaro visto che
non sono serviti ad evitarlo i tre appelli del Capo dello Stato
che é anche, in base al secondo comma dell'art. 104 della
Costituzione, il Presidente del Consiglio Superiore della
Magistratura, organo di autogoverno visto che in base al
successivo articolo gli spettano assunzioni, assegnazioni,
trasferimenti, promozioni e provvedimenti disciplinari nei
confronti di magistrati.
Motivazione dello sciopero la riforma così come delineata dal
Ministro Castelli, riforma contro la quale, per motivi
assolutamente opposti rispetto ai magistrati, hanno scioperato
gli avvocati.
L'amarezza deriva dal fatto che ci pare giochino sì motivi di
sostanza che probabilmente nella bozza di riforma ci sono, ma
che abbia giocato e giochino anche le lotte di potere
all'interno della Magistratura come del resto si é visto con il
recente "ribaltone" che ha mandato a casa il Presidente
dell'Associazione Nazionale Magistrati e all'opposizione la
corrente moderata prima al governo.
Quale che sia la riforma resta un pilastro fondamentale, vale a
dire l'art. 104 della Costituzione che nel primo comma recita
"La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente
da ogni altro potere". Inoltre la garanzia che ogni legge deve
essere promulgata da chi é garante della Costituzione, e ad un
tempo Presidente dell'organo di autogoverno della Magistratura,
e cioé dal Presidente della Repubblica.
Sciopero non condiviso, ed é significativo, neppure dai
precedenti Presidenti della Repubblica e da insigni pensatori
estranei a questo o quello schieramento politico.
Da aggiungersi che principi di Montesquieu di separazione dei
poteri hanno da intendersi in senso bidirezionale. Se il potere
esecutivo, o quello legislativo, é giusto non debbano ledere o
anche attenuare l'indipendenza della Magistratura é altrettanto
vero che a questa non spetta quello che di fatto é diventato una
specie di diritto di veto rispetto ai provvedimenti che da anni,
quale fosse il colore politico dominante, si tenta di approvare.
In base al secondo comma dell'art. 101 "I giudici sono soggetti
soltanto alla legge", la cui definizione però spetta ad altro
potere, altrettanto indipendente, e cioé il Parlamento.
Questo é uno sciopero, così come proclamato e poi confermato,
che tende a condizionare pesantemente il Parlamento dopo lo
schiaffo dato al Presidente del Consiglio Superiore della
Magistratura, rispondendo ai suoi appelli con un risibile breve
rinvio. Risibile e arrogante. Fosse infatti stata una cosa seria
questo rinvio sarebbe stato fatto all'autunno, eventualmente
anche negoziandolo con in cambio l'impegno di tutti a un
congelamento sino a tale data. In questo modo logico pensare che
la preoccupazione principale fossero altre scadenza, quelle
interne.... (malignare, si sa, é sbagliato, ma magari si
indovina, come suggerisce la saggezza popolare).
Ci sono diverse cose da rivedere nell'Amministrazione della
Giustizia, non c'é dubbio, ma qualche autocritica non
guasterebbe. Basti pensare alle violazioni del segreto
istruttorio, che per tanta gente hanno costituito e
costituiscono una tegola morale, e verso le quali non si procede
nonostante che spesso le persone a conoscenza siano in numero
limitatissimo e la cerchia circoscritta. Non é cosa marginale
perché talvolta ne va ingiustamente della onorabilità delle
persone, patrimonio che non ha prezzo, anche per l'insensibilità
anti-deontologica di molti colleghi giornalisti.
Nota positiva la scelta di molti magistrati: sciopero sì, ma
lavoro lo stesso, volere o volare dimostrazione chiara di uno
sciopero amaramente sbagliato.
TRASPORTI
Anche in questo caso rifacciamoci alla Costituzione.
"Il diritto di sciopero" é garantito dall'art. 40.
Da decenni tale diritto é sancito e rivendicato.
L'art. 40 però va completato nella sua stesura integrale: "Il
diritto di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo
regolano".
In diverse occasioni chi ha richiamato la necessità di questa
regolamentazione, ignorando la Costituzione é stato preso o per
sovversivo o per reazionario.
Comprendiamo ragioni e riserve, ma quello che succede nel
settore dei trasporti di massa é tutto un contrasto con i primi
articoli, quelli base, della Costituzione. Diritti di pochi
lesivi dei diritto di una intera comunità.
Non si tratta infatti dello sciopero di una intera categoria,
per esempio i ferrovieri, che il tal giorno decidono di
astenersi dal lavoro per motivi legittimi. Nossignori. Oggi
sciopera una sigla sindacale, domani un'altra, oggi i
capostazione, domani il personale viaggiante, dopodomani magari
gli addetti ai computers regolari del traffico per cui poche
decine di persone bloccano tutto. Non solo. Oggi il
Compartimento di Bologna,, domani quello di Firenze, dopodomani
quello di Roma così che il viaggiatore che dal nord deve
raggiungere il sud ha i disagi continuativamente assicurati.
Non parliamo poi degli aerei con tante sigle, tante
sottocategorie e via dicendo. Infine i traghetti.
Non ci siamo.
L'autoregolamentazione va bene fino a un certo punto, visto che
funziona solo fino a un certo punto.
Un Le Pen di turno che agitasse i disagi di chi deve usare
spesso il trasporto pubblico farenne inevitabilemnte fortuna. Si
vuol arrivare a questo?
Amarilli
GdS 28 IV 02
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