E' ora di finIrla con il "dalli al magistrato" ma alcuni di loro vanno messi in riga!

di Amarilli

BUON SENSO
COMUNE E SITUAZIONI INCOMPRENSIBILI
Un giorno si e uno
no giornali e telegiornali si occupano dei magistrati e
sicuramente non in maniera lusinghiera, comunque senza quel
rispetto che la particolare posizione dell'Ordine
giudiziario richiederebbe.

A scanso di equivoci e per obiettività dobbiamo anche dire
che vi sono magistrati, e magari lo stesso CSM, che non
fanno proprio tutto il possibile per meritare quel rispetto
che la particolare posizione dell'Ordine giudiziario
richiederebbe.

Non ne esce con le ossa rotte soltanto quel prestigio che
l'Ordine giudiziario richiederebbe ma si diffonde quel virus
che può persino essere letale per una democrazia, quel virus
dell'incertezza del diritto che ha qualche ragion d'essere
on un aggrovigliato affastellamento di leggi, n leggine,
norme, regolamenti, interpretazioni a capocchia e quant'altro,
ma che trova la sua massima diffusione nel momento in cui il
buon senso comune viene spiazzato da decisioni
incomprensibili.

NON
GENERALIZZIAMO
Intanto una
fondamentale premessa.

Ci sono dei commercianti disonesti che frodano sul peso o
sulla qualità o sul prezzo. Nessuno si sogna di dire che
tutti i commercianti sono disonesti.

Ci sono professionisti che
lasciano a desiderare pr questo o per quest'altro. Nessuno
si sogna di generalizzare ed estendere il giudizio a tutta
la categoria.

Ci sono lavoratori stakanovisti e lavoratori lavativi.
Nessuno si sogna di dire che lo sono tutti i lavoratori.

Ci sono politici discutibili, alcuni anzi tali a dir poco,
ma ci sono anche fior di persone che interpretano il loro
ruolo, nei Comuni, in altri Enti, nelle Regioni, in
Parlamento, con vero spirito di servizio.

E i magistrati?

Si sente spesso parlare di "magistrati politicizzati". Eì
difficile sostenere il contrario per qualcuno di loro.
Magari c'é, fra questi, anche qualcuno che non lo é ma i
suoi atteggiamenti fanno pensare che lo sia. E per un
magistrato vale il famoso detto della moglie di Cesare che
non solo deve essere irreprensibile ma anche apparire tale.

E quindi, primo punto, distinguiamo quel qualcuno dalla
grande massa che politicizzato non é.

Ma, secondo punto, il CSM cerchi di operare in modo che le
correnti esistenti nel mondo della Magistratura, e
inevitabilmente esistenti, rientrino nel loro alveo naturale
perché nell'Ordine Giudiziario non dovrebbe esserci posto
nella cattiva imitazione del correntismo politico.


INSIDIA GRAVISSIMA PER L'ORDINE GIUDIZIARIO
Un'insidia
gravissima, per l'Ordine Giudiziario oltre che per la
democrazia: il magistrato-Padreterno. Ci riferiamo qui a
tutte quelle posizioni che, fondate sul giusto principio
costituzionale che il magistrato risponde soltanto alla
legge - e ricordando che é inamovibile - esaltano qualche
personaggio e non sempre per protagonismo ma anche per una
sorta di superbia intellettuale o comunque con posizioni
personali e scelte che quantomeno equilibrate non appaiono.

Se non ogni giorno almeno ogni settimana balzano all'onore
delle cronache casi éclatanti. L'ultimo é di questi giorni
con il rinvio a giudizio da parte di un giudice monocratico,
il GUP di Palermo, del ten.col. Sergio De Caprio ("Capitano
Ultimo") e del gen. Mario Mori, direttore del Servizio
Segreto (il Sisde), di quelli cioè che 12 anni, un mese,
cinque giorni or sono catturarono Riina. Ora, tre giorni
dopo le elezioni del prossimo 4 aprile, ci sarà il processo
a loro due "per favoreggiamento della mafia" perché,
catturato il boss, non perquisirono la casa consentendo così
agli altri mafiosi 19 giorni per portar via quello che
volevano dalla villa-bunker. Tutti hanno pensato la stessa
cosa, e cioè che la mancata perquisizione non sia stata né
un favoreggiamento della mafia né una dimenticanza e che ci
fosse stato un obiettivo preciso. Sta comunque il fatto che
i pubblici ministeri di Palermo Antonio Ingroia e Michele
Prestipino, - e si sa che la Procura di Palermo non si muove
di solito col fioretto e in punta di piedi -, avevano essi
stessi richiesto l'archiviazione. Il GUP in questo caso, da
giudice terzo rispetto accusa e difesa, é stato più realista
del re, ha scavalcato l'accusa e, sguainata la spada, ha
mandato i due a processo. Riina, in carcere, gode.



GUARDARE ANCHE A MONTE
Nella successione
di eventi va tenuto conto anche di un altro elemento, di
quello cioè che c'é a monte.

Ha fatto scandalo l'assoluzione di tutti i controllori di
volo assolti dall'accusa di assenteismo visto che al posto
di essere nella torre di controllo erano altrove, qualcuno a
giocare al pallone. Assoluzione inevitabile perché un
micidiale contratto di lavoro lo consentiva! Il difensore,
evidentemente rendendosi conto dell'enormità, ha dichiarato
in TV di capire lo sconcerto ma il contratto.... E' evidente
in questo caso che a casa ci sarebbe da mandare chi ha
firmato o comunque preparato questo contratto!

Un caso più grave. Il giudice Carnevale era accusato di
essere l'ammazzasentenze di mafia in Cassazione (ove
comunque il giudizio é di un collegio). Era lui o il male
invece non era - come molti pensavano - contenuto nelle
sentenze, con lacune tali da rendere inevitabile la
cassazione?


CAMBIARE


Detto questo c'é però un aspetto che non ci va per nulla.

A fronte di guai combinati da condannati in permesso, di
fronte ad autori di efferati delitti rapidamente scarcerati
o autorizzati ad uscire dal carcere e di casi consimili, il
ritornello é il solito: la legge.

A titolo semplicemente di battuta vorremmo ricordare la
famosa espressione "la legge per gli amici si interpreta,
per gli altri si applica". Questo per dire che non ci i può
trincerare dietro l'affermazione "é la legge" dato che
spesso capita che la norma debba essere interpretata con
riferimento al singolo caso specifico sul tavolo.

Che nella legislazione, per fare un esempio, ci sia una
tolleranza eccessiva, essendo di moda un po' di anni fa "la
redenzione" a scapito però della "espiazione", é un fatto.
E' impensabile, altro esempio, che un'assassina della suora
di Chiavenna, visto che si é seriamente accinta al recupero
(pensate: si esercitava nella ceramica!!!), sia già fuori
dal carcere, in pensione (traduciamo così la comunità
protetta).

Che ci siano cose fortemente storte é innegabile perché
abbiamo visto troppe accuse cadere non per dimostrazioni
d'innocenza ma per intervenuta prescrizione dei reati.
Dovevamo addirittura vedere i tre assassini di Primavalle
restituiti alla libertà, che in ogni caso non hanno mai
perso essendosela data a gambe, perché non é stato possibile
eseguire la sentenza di condanna! Ed é solo per questi fatti
che so é venuti a conoscenza che all'estero non c'é solo il
Battisti, ben protetto in Francia e si sa da chi, ma sono un
paio di centinaia i condannati politici, la maggior parte di
sinistra, gli altri di destra che adesso si cercherà di
riuscire ad ospitare dietro le sbarre, addirittura dietro
quelle nicaraguense per uno di questi delinquenti che non é
possibile estradare in Italia.

Tutto va considerato. Per cambiare. In meglio.

IL
CASO FORLEO


Emblematico il caso Forleo, quella che a Milano ha
sentenziato che per quanto riguardava Drissi Noureddine e
Kamel Hamraoui non si trattava di terroristi ma di
guerriglieri con tutte le conseguenze del caso. Fin
dall'inizio questo magistrato se ne é sentite di tutti i
colori da tutti. Non solo dai politici o dai giornalisti ma
anche da magistrati, anzi da insospettabili magistrati. Lei
imperterrita. Addirittura aveva preannunciato querele
persino contro i rappresentanti delle Istituzioni.

Ora che abbia sbagliato lo dice persino il Tribunale del
riesame partando di errata interpretazione delle norme,
cioè, in tema di diritto, cosa patologica.

Il Tribunale cerca di salvare
capra e cavoli dicendo che non si tratta di un errore grave.
Per la verità questo giudizio lo dovrebbe dare il Consiglio
Superiore della Magistratura valutando un comportamento che
riguardava una cosa di somma importanza.

Facciamo un esempio. Se un
addetto non stringe a dovere un tappo di un'autocisterna
secondo questo metro é un errore da niente. In sé certo é un
errore da niente. Quello che conta sono però le conseguenze.
Se da quel tappo chiuso male a un certo punto in autostrada
comincia a uscire il carburante e poi per una scintilla c'é
una fiammata di un km che investe i veicoli in transito, a
quell'addetto si deve contestare solo la mancata chiusura
stretta del tappo?

Forleo: altro che errore lieve, e se ha sbagliato, come si é
visto, la società non deve pretendere che torni a scuola a
imparare quello che o non sapeva o ha dimenticato? Almeno
questo il CSM non puù imporlo?


GUARDIAMO A SONDRIO E SITUAZIONI SIMILI


E' ora
di finirla con il "dalli al magistrato", distinguendo da
caso a caso e soprattutto mai generalizzando, ma alcuni di
loro - politicizzati e padreterni, tali visti dal CSM -
vanno messi in riga. Nell'interesse del Paese e della
Magistratura stessa che in gran parte opera con equilibrio e
giusto impegno. Il caso di Sondrio: se guardiamo all'ultimo
quasi mezzo secolo - prima non c'eravamo - non troviamo
sbavature. Un solo esempio di magistrato-padreterno, tale
persino nei dibattimenti, e non é finito bene: si é trovato
a ruoli invertiti, lui dietro la sbarra, e forse perché, al
di là delle intenzioni e delle azioni, dava l'impressione di
avere come linea-guida il "voglio, comando e posso". E di
situazioni come a Sondrio ce ne sono a iosa in Italia.
Guardiamo a quelle e non solo a Milano o Palermo.
Amarilli



GdS 20 II 05  www.gazzettadisondrio.it

Amarilli
Giustizia