Nord Italia a rischio siccità. La regione con minori scorte d’acqua è la Lombardia!

di Quindici - Federutility

La grande sete preoccupa soprattutto il nord sul quale pende
il rischio di ripetere la rovente estate del 2003. Ma le
previsioni parlano di prospettive anche peggiori. Le scorte
nevose a monte sono già molto scarse, semaforo rosso già da
ora per alcuni grandi laghi del nord, stagione irrigua
posticipata di sette giorni. La Lombardia la più colpita: il
pericolo è di esaurire le scorte irrigue in sole sei
settimane. Intanto al Sud gli invasi sono stracolmi tanto da
far intravedere prospettive positive anche per la stagione
irrigua 2006. Questa la fotografia scattata proprio a
ridosso del via ufficiale della stagione calda dall'Anbi,
l'associazione dei consorzi di bonifica e irrigazione.
Nonostante recenti precipitazioni abbiano lievemente
migliorato la situazione, rileva l'Anbi, l'emergenza più
evidente permane in Lombardia: l'altezza idrometrica del
lago di Garda è di 76 centimetri, addirittura inferiore a
quella registrata nella siccitosa estate del 2003. E non va
certo meglio nel lago d'Idro, già penalizzato dalla
riduzione della capacità d'invaso di 7 mt, circa 10 milioni
di metri cubi metri cubi d'acqua. Pur non essendo ancora
emergenza, si programma il futuro anche del lago d'Iseo dove
il livello delle acque è di 86 cm sullo zero idrometrico, in
media stagionale. È il futuro, però, a preoccupare e l'avvio
della stagione irrigua, sottolinea l'Anbi, è stato
posticipato di sette giorni; gli afflussi dal bacino
imbrifero sono al minimo storico: 43 metri cubi al secondo
contro una media stagionale pari a 82,7 mc/sec. A fronte di
un livello idrico lacustre e di portate in uscita regolari,
è l'insufficiente apporto di ricarica a preoccupare in
Lombardia: rimanendo così le cose, si prevede di esaurire la
disponibilità irrigua in sole sei settimane; per questo, la
quantità d'acqua prelevata per irrigazione è oggi pari a 30
metri cubi al secondo. L'anno scorso era di 72 mc/sec.
Osservando la regione dall'alto, le disponibilità idriche
risultano decrescenti dal lago Maggiore verso est. Si guarda
allora al confinante Veneto. Qui, riferisce ancora l'Anbi,
si osserva con attenzione il fiume Adige, dal quale si
approvvigiona il canale Lessino Euganeo Berico, la grande
asta idrica, lunga circa 38 km, che, partendo dalla
provincia di Verona, serve anche le province di Vicenza,
Padova e Venezia. La portata del fiume è vicina agli 80 mt
cubi al secondo, soglia definita di minimo deflusso vitale,
al di sotto della quale vengono sospese le derivazioni
irrigue. Peggiore è la situazione nel Medio Friuli, dove le
risorse idriche accumulate nei bacini montani risultano
essere circa la metà degli anni precedenti, pari solo a
quelle della drammatica stagione 2003; attualmente le
portate del fiume Tagliamento (30 metri cubi al secondo,
registrati ad Ospedaletto) e del fiume Torre (4 metri cubi
al secondo registrati in comune di Reana del Roiale) sono
valori già definiti al di sotto del livello di sofferenza
idrica. In Emilia Romagna, il C.E.R. (un'asta di 133
chilometri, che preleva acqua dal fiume Po e la trasporta da
Ferrara a Bellaria) esce da una stagione, caratterizzata da
un'eccezionale magra della principale asta fluviale
italiana, addirittura superiore a quella del 2003. A ciò si
accompagna, a causa delle condizioni meteo, una richiesta
idrica dalle campagne superiore alla media: generalmente, in
questo periodo risultano già distribuiti 28 milioni di metri
cubi d'acqua; quest'anno sono già stati 31, nel 2003 furono
34 milioni. Per ora il fiume Po scorre regolare, ma anche
qui il futuro è ricco di incognite. In Toscana, a oggi, non
si registrano situazioni di crisi, ma recenti rilevamenti
hanno segnalato un preoccupante abbassamento della falda
idrica.

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