Mondiali: l'atteggiamento sbagliato di molti commentatori Di tutt'erba un fascio - Gli errori arbitrali - Le sequenze (Italia e Corea) - Le difese del Presidente Carraro - Tarallucci e vino, e la questione sponsor

Di tutt'erba un fascio - Gli errori arbitrali - Le sequenze (Italia e Corea) - Le difese del Presidente Carraro - Tarallucci e vino, e la questione sponsor

DI TUTT'ERBA UN FASCIO
I commenti dedicati
all'eliminazione dell'Italia nelle varie trasmissioni televisive
hanno lasciato non solo perplessi ma per certi versi anche
scandalizzati tanti.

Si é inteso, da parte di molti, far di tutt'erba un fascio,
all'insegna, nelle posizioni più equilibrate, del "sì,
arbitraggi scandalosi ma noi abbiamo i nostri torti a cominciare
da Trapattoni".

Metodologicamente é un approccio totalmente sbagliato.

Quello che é successo richiede infatti di distinguere nettamente
i due piani.

-
Da un lato quello tecnico sul quale ci stanno tante cose
compresa la cervellotica decisione di difendere l'uno a zero
sostituendo Del Piero, che calamitava due e talora tre avversari
non con Montella o Inzaghi che avrebbero ugualmente impegnato
almeno due avversari ma con Gattuso lasciando quindi, di fatto,
un uomo in più per l'offensiva della Corea, coronata da
successo.

-
Dall'altro il problema di costume, il problema etico, visto che
in questi mondiali ci sono stati diversi errori arbitrali da un
lato ma dall'altro due macroscopici scandali: le due sequenze.
Non a caso abbiamo pubblicato tutti i commenti sui Mondiali
nella Rubrica Italia e Mondo - Giustizia...

GLI
ERRORI ARBITRALI
L'arbitro che non sbaglia mai non esiste. C'é un arbitro che
sbaglia di meno e un altro che sbaglia di più, per ragioni
fisiologiche.

Pensiamo che nella trasmissione più negativa, e diseducativa,
che esista nel settore dello sport, "Il processo di Biscardi" (e
in trasmissioni simili spuntate come funghi nelle diverse
emittenti), spesso e volentieri si discute, naturalmente urlando
perché fa più fino, su una fase di gioco vista e rivista più
volte e da angolature diverse. Figurarsi per un arbitro che deve
decidere, ad esempio, se c'é o no un fallo nel giro di una
frazione di secondo.

Detto questo consegue che pensare che gli errori vadano in
vacanza in occasione dei mondiali data l'importanza della
competizione é pure utopia. Anzi, l'importanza della posta in
gioco e la consapevolezza di avere lo sguardo puntato di
centinaia di milioni di persone può complicare le cose,
quantomeno dal punto di vista psicologico.

Di errori ne abbiamo visti parecchi, complici spesso
guardialinee in gita premio in Corea e Giappone, alcuni dei
quali non sarebbero da scegliere neppure per l'incontro Inter
Ponchiera-Libertas Sondrio.

LE
SEQUENZE (ITALIA E COREA)


Ci sono però due elementi che vanno ben oltre il normale
fisiologico diritto all'errore umano.

Da un lato abbiamo visto l'incredibile sequenza di errori
sfavorevoli all'Italia, e non uno solo, determinante, per
partita ma ripetuti in ogni incontro.

Dall'altro abbiamo visto l'incredibile sequenza di favori alla
Corea, senza dei quali la squadra di casa non sarebbe uscita
dalle qualificazioni.

Qualcuno ha sostenuto che una spinta per le squadre ospitanti
c'é sempre stata. Una spinta magari sì ma non un tappeto rosso
con un rosario di spinte come é successo, appunto, per la Corea.
Si noti, per la Corea e non per il Giappone che pure era
anch'essa squadra di casa, anche se il Presidente della sua
Federazione non é, come il potentissimo collega coreano,
Vicepresidente della FIFA e padrone della Hyundai.

Lo scandalo viene da queste due sequenze, che poi si incontrano
nel decisivo match Corea-Italia.

LE
DIFESE DEL PRESIDENTE CARRARO
Comprendiamo che fra coloro che hanno pervicacemente sostenuto
in TV la linea della discussione unica probabilmente non tutto é
oro quel luccica.

Non c'é dubbio infatti che frazionando i due aspetti ne vengano
immediate e chiare conseguenze: la spaventosa debolezza
dell'Italia, perdippiù con un Presidente che mentre tutto il
mondo calcistico era là se ne era rimasto a Roma, salvo a
partire in fretta e furia dopo che metà della frittata era fatta
con la Croazia ed inoltre, sull'altro piano, l'errore di base di
avere portato ai Mondiali una massiccia artiglieria (Vieri, Del
Piero, Inzaghi, Montella, Totti) e poi di avere battagliato più
con la fanteria che con i grossi calibri, rimasti in tutto o in
parte in panchina.

C'era da difendere indirettamente la posizione, indifendibile
per i tifosi e per gli estranei al Palazzo, del Presidente
Carraro che le dimissioni doveva darle, anche magari per
vedersele poi respinte dal Consiglio Federale, e la posizione,
se non indifendibile quantomeno da mettere in discussione anche
in vista del futuro, di Trapattoni.


TARALLUCCI E VINO, E LA QUESTIONE SPONSOR


Come al solito Tarallucci e vino, pensando che poi arrivano le
ferie, poi le amichevoli precampionato, poi il campionato. I
tifosi vengono distratti e riprende il tran-tran con la
"vittoria" di avere un italiano che dirige la finale.

Finale che dirige non per merito della Federazione Italiana ma
per merito suo, bravo com'é, e per l'interesse di Brasile e
Germania di non correre rischi con direzioni di gara
sprovvedute. Per l'interesse di Brasile e Germania ma anche di
Nike ed Adidas, i due sponsor principali che sono riusciti
entrambi ad arrivare alla finale, con i vantaggi conseguenti.

Lo sponsor dell'Italia, "Robe di Kappa", era al confronto un
pigmeo. Come pensare che ai vertici avrebbe potuto arrivare un
pigmeo? Un bel messaggio per i prossimi appuntamenti che
contano, per tutte le Nazionali. Non c'é posto per i pigmei.
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GdS 28 VI 02

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