Per il Ministro Maroni occorre tornare, in parte, alla lira. Occorre attenzione perché di Bruxelles sono in tanti ad averne piene le tasche, e non solo in Italia
Intanto in Gran Bretagna...
Il Ministro Maroni ha sollevato un putiferio con la sua idea
di tornare alla lira o quantomeno alla coesistenza di lira
ed €uro. Le reazioni, ad ampio raggio, non si sono fatte
attendere, ed anche autorevoli.
Il
commissario Ue per gli Affari economici e monetari Joaquim
Almunia ha ritenuto impraticabile un ritorno alla lira ma
anche lo stesso Presidente della repubblica Ciampi, moderato
nei toni, é apparso rigido sulla sostanza.
Le altre reazioni, in un certo senso, scontate, tutto
sommato abbastanza univoche, sia nella maggioranza che
nell'opposizione, e critiche nei confronti di Maroni e della
sua proposta.
Passati alcuni
giorni c’è da chiedersi, cessato lo scontato scenario
reattivo, che cosa resta del sasso lanciato dal Ministro
del
Welfare sostenendo che la moneta unica è parte di un modello
europeo che sta fallendo. Non era andato per il sottile:
"L'euro è figlio legittimo di un modello europeo di cui
assistiamo, con preoccupazione, al fallimento e ritengo che
non debba essere scartata l'ipotesi di un ritorno, almeno
temporaneo, a un sistema a doppia circolazione".
E' da ricordare inoltre il suo accenno alla situazione
inglese. Lè l'€uro non l'hanno voluto, hanno ancora la
sterlina, lo scenario mondiale ed europeo é uguale per loro
ma loro stanno bene e tutti noi che abbiamo l'€uro, guarda
caso, stiamo male.
Come la
pensa la gente
Maroni é fine politico, che ha studiato politica a
partire dal '69, che le ha provate tutte, compreso l'essere
alla guida del Ministero dell'Interno un decennio fa,
l'essere opposizione, l'essere di colpo fra i "reietti"
nella e della Lega, il tornare in auge, l'avere un compito
al Governo tutt'altro che facile. Non é tipo da trovate
estemporanee. Allora: scelta deliberata o provocazione, pure
deliberata?
Diremo che non importa. Sta il fatto che alla scontata
opposizione dello schieramento politico ha corrisposto un
atteggiamento ben diverso della gente. Spira un'aria tutt'altro
che favorevole all'Europa. Il sentimento di ostilità per
l'€uro é evidentissimo e originato dalla spirale dei prezzi,
quali ne siano state le ragioni, con analisi controverse ma
dato incontrovertibile.
L'insofferenza per Bruxelles si sta diffondendo a velocità
crescente.
Gli eurocrati che sfornano a getto continuo,
indipendentemente - di fatto - da ogni controllo politico,
norme, regole e quant'altro stanno calamitando accidenti in
quantità industriale. Che poi a Bruxelles comandino o no,
come tanti pensano, multinazionali e poteri finanziari,
nessuno può saperlo o dirlo. Certo si é che se non fosse
vero perlomeno é verosimile e Andreotti direbbe che si
sbaglia a pensar male ma magari si indovina anche.
Dalla
Francia un monito
Il voto francese contrario alla Costituzione ha tante
componenti ma pochi hanno ricordato che il timoniere del
transatlantico che questa Costituzione ha preparato, guarda
caso, era proprio un francese (anche se nato a Coblenza, in
Germania durante l'occupazione della Renania da parte
dell'Esercito francexe) e non di secondo piano visto che si
trattava dell'ex Presidente della Repubblica dal 1974 al
1981, il 79enne ValérY Giscard D'Estaing, dal 2003
Accademico di Francia. Decisissimo a non volere che nella
Costituzione si mettesse quello che pure é nella storia e
cioè le origini cristiane dell'Europa, evidentemente avrebbe
fatto meglio ad occuparsi di alzare gli orecchi per cogliere
l'aria da Paigi alla Costa azzurra e dalle Alpi ai Pirenei
Francesi, ma anche olandesi. E non é finita.
Il punto é che occorre l'Europa dei popoli e non l'Europa
delle multinazionali
Maroni ha colto quest'aspetto. Non basta replicare che se
non ci fosse stato l'€uro noi avremmo avuto seri problemi
che invece così sono stati scongiurati. E' certo vero, ma
oggi questo non basta. E se la ricetta Maroni non va bene se
ne tiri fuori un'altra perché il voto francese non ha
determinato ma solo evidenziati la malattia,
Che rischia di diventare epidemica.
Luca Alessandrini
GdS 10 VI www.gazzettadisondrio.it