Marchio Italia al cento per cento

di Red

Nella seduta pomeridiana del
26 maggio, la Camera ha esaminato la Proposta di legge
unificata recante misure per la riconoscibilità e tutela dei
prodotti italiani. Il relatore Lulli è intervenuto
evidenziando gli aspetti principali della Proposta,
elaborata dalla Commissione X Attività Produttive: "In
termini generali, il provvedimento istituisce, con finalità
di tutela dei consumatori e di valorizzazione della
produzione nazionale, il marchio «100
per cento Italia», che identifica i prodotti per i
quali l'ideazione, il disegno, la progettazione, la
lavorazione ed il confezionamento sono compiuti interamente
sul territorio italiano. Vengono quindi disciplinate le
modalità ed i requisiti per la concessione del marchio, i
controlli effettuati sulle imprese che hanno ottenuto il suo
utilizzo e le relative sanzioni in caso di uso illecito del
marchio medesimo. Voglio sottolineare che l'ottenimento del
marchio è fondato sull'autocertificazione delle imprese e
sui successivi controlli di conformità. Sono altresì
previste specifiche disposizioni in materia di etichettatura
dei prodotti fabbricati in Paesi non appartenenti all'Unione
europea, al fine di consentire un'adeguata informazione sui
prodotti commercializzati sul mercato italiano.

Tale sistema di etichettatura assume, peraltro, una base
meramente volontaria. ...Un'ulteriore novità è costituita
dall'introduzione della carta di
identità dei prodotti made in Italy. Ferma restando
la disciplina comunitaria in materia, la definizione di made
in Italy può essere accompagnata da una scheda informativa
denominata carta di identità del prodotto finito, che
contenga informazioni utili per il consumatore in ordine
alla provenienza dei semilavorati di cui il prodotto finale
è composto".

Ovviamente la cosa ci trova perfettamente d'accordo, come
per fortuna trova d'accordo le varie forze politiche.

Non basta la legge. Tocca a ciascuno di noi

Non basta però la legge. Abbiamo già avuto modo di scrivere
che la FIAT va di male in peggio e deve essere sostenuta,
direttamente o indirettamente, con i soldi nostri. Pare però
incredibile quante auto straniere siano in forza alle
Amministrazioni pubbliche, dai Ministeri ai Comuni.

Sarà bene ricordare, andando a fare la spesa, che saranno
buone le arance israeliane o di altri Paesi ma lo sono anche
quelle siciliane, che patate, olio, sale e manodopera
l'abbiamo anche in Italia per fare le patatine senza bisogno
di comprare quelle che arrivano da Germania o Francia sia
pure confezionate con un nome italianissimo per marca.
Eccetera eccetera.

Sarà meglio abituarsi a leggere le indicazioni sui vari
prodotti, anche se magari sono scritte - un vero scandalo
cui non si riesce a porre rimedio! - in caratteri
microscopici.

E così nessuno legge.

E così si compra alla cieca.

C'é chi preferisce l'acqua minerale che viene dalla
provincia di Venezia


Per fare un solo esempio, che l'acqua minerale San Benedetto
venga dalla provincia di Venezia, Scorzè per la precisione,
16 metri sul livello del mare, abbiamo appurato che - almeno
quelli interpellati - nessuno lo sa.

Se le scritte non fossero microscopiche, o comunque se la
gente leggesse le etichette a costo di inforcare gli
occhiali o portarsi appresso la lente, magari c'é chi
continuerebbe a bere la San Benedetto perché preferisce
l'acqua di pianura, ma magari invece ci sarebbe chi si
orienterebbe sulle nostre acque di montagna, Levissima o
Frisia o Bernina...
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