Lombardia: la produzione industriale cresce su base annua ma rallenta rispetto ai tre mesi precedenti

di Vittoria Castagna - Niicoletta Bertone

LE ASPETTATIVE PER FINE
ANNO CARATTERIZZATE DA UN DIFFUSO OTTIMISMO. RALLENTA LA
CRISI NELL’ARTIGIANATO MANIFATTURIERO, TRAINATO DA BUONE
QUOTE DI ESPORTAZIONE.



Dalle interviste a più di 3.500 aziende emerge una forte
condivisione della necessità di valorizzare l’attività delle
piccole imprese attraverso la loro aggregazione e messa in
rete.


L’analisi congiunturale del terzo trimestre 2005
sull’industria e l’artigianato manifatturiero di Regione
Lombardia, Unioncamere Lombardia, Confindustria Lombardia e
con la collaborazione delle Associazioni dell’Artigianato (Confartigianato
Lombardia, CNA Lombardia, Casartigiani Lombardia, CLAAI
Lombardia) è stata effettuata attraverso 1.913 interviste ad
aziende industriali e 1.620 ad aziende dell’artigianato
manifatturiero.


Il terzo trimestre 2005 registra un aumento della produzione
industriale dello 0,8% rispetto al terzo trimestre 2004
(dato corretto a parità di giorni lavorativi ) e una
diminuzione rispetto al secondo trimestre 2005 (-0,7%, dato
destagionalizzato ), annullando l’incremento congiunturale
realizzato nello scorso trimestre e confermando un quadro di
medio periodo caratterizzato dalla stagnazione. Rallenta il
calo delle aziende artigiane (-2,1% su base annua),
trascinate da buone quote di export.


La produzione industriale del 3° trimestre 2005 si chiude
con risultati positivi su base annua (+0,8%) e con il
rientro a quota 100 dei livelli produttivi (100,08 l’indice
destagionalizzato della produzione industriale con base anno
2000=100), dopo l’accenno di ripresa dello scorso trimestre.
La variazione congiunturale risulta quindi negativa e pari a
-0,7%. Per le aziende artigiane viene confermata la
variazione negativa su base annua (-2,1% dato grezzo) e il
valore dell’indice scende ancora, fermandosi a 93,35 (dato
destagionalizzato), ma rallenta il ritmo della caduta,
grazie soprattutto ad una significativa quota di export (il
28% della produzione, valore più elevato degli ultimi anni).


L’analisi per destinazione economica dei beni mostra un
recupero dei beni di investimento e di consumo, che
incrementano i livelli produttivi rispettivamente dell’1,1%
e dello 0,9% su base annua. E’ invece in calo la produzione
dei beni intermedi (-0,4% su base annua).


La disaggregazione per settori d’attività segnala risultati
particolarmente positivi su base annua per la Chimica
(+2,3%), l’Alimentare (2,2%) e Mezzi di trasporto (+1,5%);
risultati ancora negativi per la “filiera della moda”, la
Gomma-plastica (-1,5%) e la siderurgia che chiude la
classifica (-1,6%). Nell’artigianato tutti i settori sono su
variazioni negative.


Su base annua si conferma una variazione legata alla
dimensione d’impresa: -0,2% le piccole (da 10 a 49 addetti),
+1,3% le medie (da 50 a 199) e +0,7 le grandi.

Come negli altri trimestri, il dato medio generale continua
a nascondere andamenti molto differenziati fra le imprese:
nell’industria, a fronte del 24% di imprese con variazioni
minime che oscillano attorno allo zero, si ha una
distribuzione simmetrica con un 29% che ha avuto variazioni
tendenziali superiori al +5% e un altro 29% che ha
registrato valori oltre il -5%.


Anche nell’artigianato si notano andamenti differenti tra le
imprese, con una maggiore concentrazione nell’area negativa:
a fronte del 34% di imprese stazionarie, si ha il 23% con
variazioni superiori al 5%, e il 36% con variazioni oltre il
-5%.

Altre variabili dell’andamento congiunturale:


• Il fatturato dell’industria cresce su base annua sia nella
componente estera (+1,2%) che nella componente interna
(+0,1%). Fra i settori, sono ancora particolarmente positivi
il fatturato per la carta-editoria (+3,7%), il legno–mobilio
(+3,7%) e le pelli-calzature (+3,1%). Negativi mezzi di
trasporto (-4,8%), gomma-plastica (-4,5%) e abbigliamento
(-3,4%). Fra le aziende artigiane qualche segnale positivo
arriva dal fatturato dei settori dei minerali non
metalliferi e della meccanica.


• Il tasso d’utilizzo degli impianti recupera leggermente
per l’industria (a quota 74%, dato destagionalizzato), ed
anche per l’artigianato (68,5% dato destagionalizzato). Fra
i settori si distinguono per i più elevati utilizzi il
legno-mobilio (78,7%) e l’abbigliamento (77,6%)
nell’industria, e i minerali non metalliferi (76,8%)
nell’artigianato. Secondo la destinazione economica dei beni
le aziende industriali superano il 74% per i beni intermedi
e i beni di investimento, mentre per l’artigianato il
massimo viene raggiunto dai beni intermedi (71,2%).


• Gli ordinativi acquisiti nel trimestre si mantengono su
variazioni discrete: per l’industria, quelli tendenziali
crescono del 6,9% sull’estero e del 4,2% sull’interno,
portando i giorni di produzione assicurata a fine trimestre
a quota 57,7. Secondo la destinazione economica dei beni, le
aziende produttrici di beni di investimento continuano a
registrare i valori maggiori, in particolare sul versante
estero. Gli ordini delle aziende artigiane sono nuovamente
in calo nella componente interna mentre in quella estera si
riportano di poco su valori positivi (+0,2% il dato su base
annua grezzo).


• L’occupazione all’interno del trimestre registra un
assestamento leggermente negativo per l’industria (-0,2%) e
più marcatamente negativo per l’artigianato

(-1,0%).


• Il livello delle scorte dei prodotti finiti è ritenuto
adeguato dal 75,7% delle imprese industriali (una quota che
sfiora il 30% non tiene comunque scorte); fra le restanti,
le valutazioni di esuberanza e di scarsità quasi si
equivalgono, con un saldo solo leggermente positivo (+2,3%
dato destagionalizzato). Le aziende artigiane che tengono
scorte di prodotti finiti manifestano invece segnali di
scarsità (-14,7% il saldo). Il 60% delle aziende artigiane
non tiene scorte.


• Le scorte di materie prime sono adeguate per l’83,5% delle
imprese industriali, con segnali di scarsità ed esuberanza
che quasi si equivalgono (0,2% il saldo destagionalizzato).
Gli artigiani segnalano scorte adeguate nel 76,1% dei casi,
con una maggior prevalenza, fra le restanti, dei giudizi di
scarsità (-11,6% il saldo).


• I prezzi medi delle materie prime vedono accelerare
nuovamente i ritmi di crescita passando dal +0,9% dello
scorso trimestre al +1,5% (variazioni rispetto al trimestre
precedente), per le aziende industriali. Anche le aziende
artigiane rilevano un maggior incremento passando dal +1,9%
al +2,8%. Fra i settori è più la gomma-plastica a registrare
i maggiori incrementi, sia per l’industria che per
l’artigianato. La tensione inflazionistica delle materie
prime si traduce solo in minima parte sui prezzi dei
prodotti finiti, in crescita dello 0,01% per l’industria e
dello 0,3% per l’artigianato manifatturiero.


Le aspettative degli imprenditori industriali per il 4°
trimestre 2005 sono caratterizzate da un diffuso ottimismo.
Il calo congiunturale riscontrato nel terzo trimestre viene
interpretato dagli imprenditori lombardi come un evento
temporaneo, e si attendono una ripresa della crescita per la
fine del 2005. Per l’industria tutti e quattro gli
indicatori (domanda estera, domanda interna, produzione e
occupazione) registrano aspettative più ottimistiche
rispetto allo scorso trimestre. Circa il 40% degli
imprenditori intervistati si aspetta variazioni nulle per
quanto riguarda produzione e ordini. Relativamente ai
livelli occupazionali la percentuale che ritiene non ci
saranno variazioni sale al 60%. Nel caso dell’artigianato
nelle aspettative prevale il pessimismo, con la quota di
imprenditori che prevedono stazionarietà che cresce
avvicinandosi al 50% per domanda e produzione, e
raggiungendo l’84,5% per l’occupazione.


L’andamento della produzione e le aspettative degli
imprenditori confermano per l’industria manifatturiera
lombarda prospettive a breve di lieve incremento dei livelli
produttivi acquisiti, in accordo con un andamento abbastanza
soddisfacente degli ordini e livelli bassi delle scorte di
prodotti finiti. Il modello di previsione, in particolare,
conferma per il 4° trimestre 2005 variazioni della
produzione industriale positive, sia in termini
congiunturali che tendenziali, ma molto vicine allo zero,
facendo supporre un ulteriore trimestre caratterizzato, di
fatto, da stagnazione produttiva.



DOMANDE AGGIUNTIVE. In occasione della rilevazione sul 3°
trimestre 2005 si sono verificati anche comportamenti ed
opinioni in tema di aggregazione e messa in rete delle
imprese, per valutare il livello di condivisione di una
delle possibili strategie di intervento per la crescita di
competitività del “sistema Lombardia”.


Dalle prime elaborazioni (un’analisi di maggior dettaglio
sarà disponibile nelle prossime settimane), per l’industria
si è per ora riscontrato che il 42,2% delle imprese
intervistate condivide l’affermazione che le piccole
dimensioni siano un ostacolo allo sviluppo delle capacità
competitive delle imprese sui mercati internazionali. Il
14,3% degli intervistati ha già realizzato forme di
aggregazione, l’8,7% sta concretamente valutando progetti di
aggregazione e il 14,5% è molto interessato a possibilità di
aggregazione. Per contro il 40,6% non è interessata perché
non sente l’esigenza di aggregarsi.


Per l’artigianato manifatturiero il 30,3% delle aziende è
d’accordo con l’affermazione che le piccole dimensioni siano
un ostacolo allo sviluppo delle capacità competitive delle
imprese sui mercati internazionali. Il 4,9% ha già
realizzato forme di aggregazione, il 5,1% sta valutando
concretamente progetti di aggregazione e il 13,3% è molto
interessato a possibilità di aggregazione.


Nell’insieme risultano decisamente interessanti le quote di
imprese che vedono con attenzione e interesse possibili
interventi a favore dell’aggregazione e della messa in rete
di imprese.

Vittoria Castagna - Niicoletta
Bertone



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