L'assassina della suora fuori prigione: il CSM indaghi perché !

L'intero Paese ha reagito con
indignazione alla notizia dell'uscita di galera si Ambra,
condannata in appello ad oltre 12 anni per l'efferato omicidio
di Suor Maria Laura Mainetti in Chiavenna il 6 giugno 2000.

Stupefacente e irritante la motivazione: la Corte di Cassazione
ha lasciato scadere i termini di carcerazione preventiva non
avendo preso in esame il ricorso dei legali di Ambra.

La notizia é singolarmente venuta proprio nel giorno
dell'apertura dell'Anno Giudiziario e della contestazione
diffusa, nelle varie sedi, di tanti magistrati che si sono
presentati significativamente, e polemicamente, con la
Costituzione in mano.

La Costituzione é la legge fondamentale dello Stato, la regola
delle regole, la tutela dei diritti dei cittadini, sullo stesso
piano però dei doveri.

L'art. 3 sancisce l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti
alla legge. Se qualcuno sbaglia, dolosamente, colposamente, per
omissioni, deve essere sottoposto a giudizio per valutare se nel
suo comportamento vi sono state ragioni di sanzione.

Questa regola vale anche per i magistrati e d'altronde, all'art.
105 ciò é esplicitamente previsto. Compete al Consiglio
Superiore della Magistratura farlo.

Non basta indignarsi.

Occorre che il CSM, presieduto dal Presidente della Repubblica
e, operativamente, dal Vicepresidente - oggi l'ex Ministro
Rognoni -, indaghi.

Possono esserci ragioni obiettive, ma possono esserci anche
comportamenti omissivi.

Se fosse vero il primo punto questo servirà a mettere in atto
quelle misure che evitino il ripetersi in futuro di simili
sconci - in passato già visti, ad esempio per boss mafiosi! -.

Se fosse vero il secondo punto chi ha sbagliato paghi.

Sarebbe colpevole allargare le braccia e fare finta di niente.
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GdS 18 I 03 -

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Giustizia