Giustizia civile: lo scandalo dimenticato
Riceviamo e pubblichiamo:
Galli della Loggia ha riaperto in questi giorni sul Corriere
la questione delle carceri chiamando in causa il ministro
Castelli. Ha ragione è un grande problema al quale i
politici hanno sempre prestato poca attenzione.
Ma per restare in tema di giustizia, vi è un problema
altrettanto grave di cui si parla ancora meno, ed è la
giustizia civile.
L’Italia batte il record per la lunghezza dei processi, che
da noi durano più del doppio che in Gran Bretagna, in
Germania e in Spagna. Di fronte all’Europa siamo stati
migliaia di volte condannati dalla Corte di Strasburgo per i
danni inflitti ai cittadini da processi mai terminati.
Queste storie le conosciamo bene perché purtroppo ce le
trasciniamo da decenni. Quello che la gente non sa è che di
fronte a questo sfascio non vi è neanche il minimo tentativo
di affrontare il problema. In questa legislatura sono stati
dedicati al processo penale (fra le varie Cirami, rogatorie,
lodo Maccanico e falso in bilancio) intere settimane di
dibattito, neanche una volta, e ripeto neanche una volta, la
Camera o il Senato si sono riuniti per discutere i problemi
della giustizia civile.
Non esiste alcuna proposta del governo per affrontare il
tema della lunghezza dei processi. Perché questo scandalo?
Perché l’opposizione, non protesta per una simile vergogna?
La verità è che della giustizia civile a destra e a sinistra
non interessa un bel nulla. Probabilmente perché non tocca
imputati eccellenti o imprese di primo piano, ma riguarda
soprattutto milioni di italiani del ceto medio e dei meno
abbienti.
Noi del patto intendiamo farne una campagna nazionale.
Il 1 agosto, giorno di inizio delle ferie giudiziarie, che
durano ben 45 giorni (altro scandalo italiano) abbiamo
lanciato pubblicamente il tema. Il 15 settembre, il giorno
in cui l’attività giudiziaria riapre, faremo una giornata
nazionale dedicata alla giustizia civile.
Non molleremo. E’ un grande problema. Lo affronteremo con
decisione.
Forse, a pensarci bene, ancora più dei problemi del diritto
penale era questa una buona ragione per chiedere le
dimissioni di Castelli.
Mario Segni
GdS 8 VIII 03 www.gazzettadisondrio.it