Curiose coincidenze: «targhe alterne» e auto «euro
I recenti provvedimenti
istitutivi della circolazione «a targhe alterne» sono stati
presi, ufficialmente, per attenuare i nocivi effetti
dell’«emergenza smog». Ma come ciascuno di noi, per
esperienza diretta, può osservare, tali provvedimenti
risultano inadeguati a fronteggiare quello che - come ho già
scritto - non è una semplice e passeggera «disfunzione del
sistema», bensì un problema d’ordine strutturale, ovvero
antropologico, sociologico e politico. Per tornare a
respirare finalmente dell’aria buona in città, si dovrebbe
perciò «cambiare mentalità». Altrimenti, le «targhe
alterne», oltre che a non servire a nulla (anche perché i
controlli latitano e molti automobilisti fanno i furbi),
vengono percepite dai cittadini come un ostacolo imposto
all’espletamento delle loro quotidiane esigenze. Con un
certo margine di ragione, in mancanza di una risolutiva
politica dei trasporti pubblici…
Dunque, ricapitolando, la situazione è questa: esiste
un’«emergenza smog» alla quale chi governa (cioè è delegato
dal popolo a governare) oppone dei palliativi, mentre la
mentalità diffusa resta ancorata ad un insano individualismo
(perché ne esiste anche uno sano!), che a sua volta alimenta
tale «emergenza».
Bisogna dunque spezzare questo circolo vizioso, colpendo i
vari anelli della catena ed individuandone le connessioni,
più o meno dirette e/o volontarie. Ad esempio, risulta di
una solare evidenza la sincronia dell’istituzione - in tutta
Italia – delle «targhe alterne» col lancio delle campagne
pubblicitarie delle auto «euro 4», quelle che, come recita
una réclame, possono circolare «anche quando vigono le
targhe alterne»…
In un mondo normale, il potere politico, di fronte ad una
così smaccata sconfessione dei suoi sforzi per tutelare la
salute pubblica, dovrebbe intervenire e proibire simili
messaggi pubblicitari. Ma, si dirà, non si può, perché c’è
il «libero mercato», la «libertà d’espressione» ecc. ecc.
Tutte chiacchiere. Il mio sospetto è invece che le cose
siano ben peggiori ed inconfessabili: le «targhe alterne»,
in mancanza di mezzi pubblici adeguati, creano
effettivamente solo delle difficoltà, quindi non è esatto
dire che non servono a nulla… servono invece a far vendere
nuove automobili, immancabilmente presentate come
«ecologiche», «verdi» e via raggirando. Ripeto, la
simultaneità delle «targhe alterne» (che potevano essere
istituite in qualsiasi altro momento) e del lancio delle
auto «euro4», entrambi a livello nazionale, induce a pensar
male.
Così anche per questa volta, verrà salvato l’interesse delle
lobby petrolifere, dei costruttori d’auto, e dei politici
stessi, che remando contro l’interesse generale (la tutela
della salute pubblica) puntano a garantirsi la rielezione.
Dopo le «rottamazioni» di qualche anno fa, gli italiani
dovranno tirare fuori altri quattrini, sentendosi raccontare
che tutto ciò è in «sostegno dell’industria nazionale» e in
difesa dei posti di lavoro dei lavoratori delle industrie
automobilistiche e di quelli dell’indotto [1]. Il solito
ricatto, dunque, quando invece se si puntasse ad una
sostanziale riconversione del settore in funzione della
costruzione di mezzi per il trasporto pubblico (treni,
autobus, navette, taxi collettivi ecc.) tutti gli interessi
verrebbero tutelati. Quello generale, con la salute in primo
luogo, e anche quelli particolari dei lavoratori e degli
imprenditori, coi politici che, in uno scenario di questo
tipo, finalmente tornerebbero a svolgere la loro funzione
naturale.
fonte: "Luci sulla città", a. 1, n. 5.
Enrico Galoppini
GdS 10 VI www.gazzettadisondrio.it