Alitalia 1 - E' una questione seria
VALENTI
Vede sig
Direttore, ci risiamo.
Si torna a parlare di Alitalia. E con la solita retorica del
caso si inaugura la sequela del "tempi duri per chi vola",
"cieli impossibili" e quant'altro in cui anche il suo
giornale non mi sembra si distingua.
Come ha notato due miei colleghi Le hanno segnalato delle
inesattezze negli articoli da voi proposti. Inesattezze
gravi, in quanto si riferiscono ad attività di lavoro, dando
impropriamente la sensazione che l'effettivo lavoro svolto a
bordo degli aerei dal personale navigante di cabina sia pari
alle novanta ore mensili.
Dato, questo, falso. Il perchè Le è stato siegato, ma io non
ho mai letto nessuna rettifica da parte del Suo giornale.
Anzi: una certa dose di scherno è stata utilizzata per
commentare la lettera di RT, che al di là della polemica
giornalistica, stigmatizzava la superficialità
dell'informazione con cui si trattano gli argomenti del
lavoro.
E, come vede, ci risiamo.
Domani si sciopera di nuovo. Ma come, non è stato firmato un
accordo? Ci direte....
88 Voli cancellati da AZ. Domani si scoprirà che magari
saranno stati duecento e giù polemiche.
Una fotocopia delle volte precedenti,
Senza che mai nessun bravo giornalista come Voi certamente
siete si prenda la briga di far parlare quelli che in teoria
non dovrebbero nemmeno esistere, in quanto rappresentati dai
firmatari di un accordo che avrebbe dovuto riportare pace
sociale in AZ.
Vede sig. Direttore, quando il mio collega si riferiva alla
cosiddetta marketta, non è andato proprio fuori bersaglio:
cosa altro è un articolo in cui si enunciano senza contro
prove tutte le argomentazioni aziendali, salvo poi
continuare a scrivere, senza che questo però faccia notizia
o permetta di far balenare a qualcuno di voi che forse
qualcosa in AZ non va, "aerei selvaggi! Le hostess si
fermano!" (ed anche in questo caso ci piacerebbe sapere da
Lei se fosse gradito che in caso di sciopero della sua
categoria qualcuno riferisse "Le giornaliste si fermano"...anzichè
i giornalisti...) .
Il punto, dunque, è tutto qui: in Alitalia le cose non
vanno.
L'azienda compie decine di violazioni quotidiane su tutto.
Voi riportate faziosamente la situazione all'esterno e noi
non abbiamo voce in capitolo.
Di queste molteplici madri sono figli i disagi che il paese
sta provando, e che vi ostinate ad accollare alla nostra
responsabilità.
Saluti.
Roberto Valenti Assistente di volo Alitalia (non hostess,
Assistente di Volo)
NOI
Ringraziamo per
l’invio e pubblicheremo ul prossimo numero (per quanto
riguarda il suo collega, il secondo, può imparare dal primo
come si possono far valere le proprie ragioni senza bisogno
di uscire dal seminato…
Cordialità -Frizziero
VALENTI
La ringrazio per la celerità della risposta.
Al di là della lettera pubblicata, il mio intento era e
rimane quello di tentare di sensibilizzare coloro che fanno
opinione suggerendo loro che le cose, almeno in Alitalia,
non stanno come sembra che stiano.
Mi permetto di rubarle un minuto per dirle solo un paio di
cosette: in un'azienda in cui si CERTIFICA l'esubero di
oltre 900 assistenti di volo, e successivamente si ricorre
alla solidarietà per evitare gli esodi facendo pagare ai
lavoratori in linea il legittimo sforzo di mantenere il
posto di lavoro per tutti, non ci si aspetterebbe di
assistere quotidianamente a centinaia di partenze con
equipaggi in sotto organico, ridotti all'osso, a causa di
mancanza risorse. Delle due l'una: o quanto si è certificato
era falso, oppure l'azienda tenta regolarmente, in spregio a
qualsiasi regola democratica che vuole il rispetto degli
accordi presi, di appropriarsi di cose che nella
contrattazione non le erano state date.
Il problema degli equipaggi incompleti in Alitalia, come
quello delle decine di violazioni contrattuali perpetrate
sotto lo scudo dell'interruzione di pubblico servizio che
espone il lavoratore a dure sanzioni disciplinari o peggio
al licenziamento, è di vecchia data.
Ed ora l'azienda, anziché ricercare una vera pace sociale e
rispettare quelle sette regole rimaste, affonda il coltello
nella piaga e con la complicità di chi ha siglato gli
accordi e di tutti i sindacati dei piloti, affossa
definitivamente anche le residue speranze di motivazione che
erano rimaste a questa categoria.
Io non sono un giornalista e non saprei come dare una
notizia, ma mi rifiuto di pensare che il conoscere un fatto
come questo, che in termini economici per Alitalia ha
significato attingere a 420 milioni di euro di prestito
ponte, e sapere contemporaneamente che la realtà è ben
diversa da quella che si vuole mostrare, con tanto di prove
materiali, forse dovrebbe fare notizia.
Forse dovrebbe interessare all'opinione pubblica, che
comunque deve sapere che il grosso degli assistenti di volo,
turlupinati da un piano di ristrutturazione che su di loro
ha attinto molto oltre il lecito, preferirebbero vedere la
propria azienda messa in forte discussione dall'opinione
pubblica piuttosto che continuare a sentirsi presi in giro e
vedere la propria professionalità ridotta al lumicino a
causa di operazioni mediatiche che vengono messe ad arte in
giro dai soliti noti.
Tutto qua: il sottoscritto, come molti di noi, si chiede
perchè non si faccia un'inchiesta giornalistica seria sulla
situazione Alitalia e perchè si passino solo le veline
aziendali, quando invece la realtà ci dovrebbe suggerire che
forse la notizia, se solo la si volesse cercare, c'è.
Con stima.
Roberto Valenti
GdS 20 III 05 www.gazzettadisondrio.it