Ai Magistrati di Palermo che se ne vanno per non sentire il Ministro

di a.f.


Maggioranza soverchiata

dalla confraternita degli urlanti

E'
viva da lungo tempo la reciproca polemica tra, diciamo così,
mondo della politica e mondo della magistratura. I moderati,
quelli che ancora sanno cosa sia il gusto della misura e
come sia di perdurante validità il detto latino secondo il
quale "est modus in rebus", sono probabilmente la
maggioranza in entrambi i settori, quelli che per gli altri
sono invece diventati due "fronti". Maggioranza soverchiata
però dalla confraternita degli urlanti sia con toga che con
laticlavio (questo riferimento vale anche per i deputati e
per i non parlamentari), una confraternita che ha fatto
propria l'ode manzoniana "s'ode a destra uno squillo di
tromba, a sinistra risponde uno squillo, d'ambo i lati...
ecc. ecc.".


Ammissibile
una certa dialettica


Non é che pensiamo come modello di riferimento ad una
confraternita di Frati Trappisti così abituati al silenzio
da rendere silenziosi persino i movimenti e qualsiasi
spostamento di oggetti.

Al di là delle formule di rito e di qualche ipocrisia
formale una certa dialettica reciproca potrebbe essere
ammissibile ove ed in quanto essa si fondasse su un costante
rispetto, su toni accettabili, sul rifiuto di posizioni
manichee, di lezioni ex cathaedra, di una sorta di riservato
dominio della verità. Ammissibile ed anche utile.


L'uscita
dall'aula di Palermo


Parte da questa considerazione la critica non certo
strumentale, non certo ideologica, non certo preconcetta,
non certo di parte, non certo superficiale a quei magistrati
di Palermo che abbiamo visto uscire dall'aula delle udienze
quando stava per prendere la parola il Guardasigilli.

I magistrati - Montesquieu -
hanno una posizione autonoma nello Stato, hanno anche
privilegi sconosciuti ad altri servitori dello Stato di pari
livello. Un tempo usava il "noblesse oblige". La Serenissima
Repubblica di San Marco lo aveva perfino codificato,
stabilendo pene assai più gravi per il reo che fosse nobile
rispetto a chi nobile non era.


Il "noblesse
oblige" é passato di moda


Il "noblesse oblige" é passato di moda, evidentemente.

Quei magistrati che lasciano l'aula nel momento in cui si
accinge a parlare il Ministro di Grazia e Giustizia in un
certo senso - facciamo un transfer suggestivo - applicano
l'art. 40 della Costituzione che sancisce il diritto di
sciopero, ma, come é successo per mezzo secolo, ignorando la
seconda parte, quella che afferma che il suo esercizio 
avviene "nell'ambito delle leggi che lo regolano".

Nel nostro transfer il lasciare l'aula equivale
all'esercizio di un diritto dimenticando una seconda parte -
"le leggi che lo regolano" - che riguarda i cittadini che
hanno, loro sì, il diritto di non vedere simili eventi.

Non c'é infatti parità di soggetti. I cittadini possono
mandare a casa un Ministro e persino un'intera classe
politica, non un magistrato, che é inamovibile e
intoccabile. Un referendum aveva visto 9 italiani su 10
esprimersi per la responsabilità di quel magistrato che si
fosse macchiato di colpa grave o addirittura di dolo. Non
c'é stato verso. Guai a toccare il potere del Consiglio
Superiore della Magistratura che non sembra particolarmente
zelante nel punire, salvo che lo faccia da trappista.


Abbiamo
sentito il "magone"


Molti cittadini, di varia estrazione politica, anche di
sinistra "molto sinistra" ma di uno stesso buon senso, 
vedendo quelle immagini della processione di magistrati
verso l'uscita hanno sentito dentro un "magone", quel
"magone" che di solito viene se si capita di fronte a
qualche spettacolo penoso. Potrebbero avere cento, mille,
diecimila ragioni ma non ci va che, di fatto, ci si ricordi
di un pezzo di Costituzione - quella che ognuno di loro
agitava come riferimento - dimenticandosi di un altro pezzo
che pure é indissolubilmente legato.


"La
giustizia é amministrata in nome del popolo"


Sentiamo in continuazione richiamare l'art. 101 della Legge
fondamentale dello Stato "I giudici sono soggetti soltanto
alla legge" ma non sentiamo mai ricordare che questo é solo
il secondo comma. Gli va messo insieme il primo comma sempre
dello stesso articolo 101 della Costituzione: "La giustizia
é amministrata in nome del popolo".
a.f.



GdS 20 I 05  www.gazzettadisondrio.it

a.f.
Giustizia