CHI TOCCA I FILI MUORE. SEMPRE A PROPOSITO DI GIUSTIZIA 11 1 30 41

L'on. Scalfato, magistrato con una carriera politica culminata con la Presidenza della Repubblica, e quindi del CSM, tempo fa ha dichiarato in TV che un vero scandalo è il fatto che in Italia mai nessuno persegua, nonostante che l'azione penale sia per norma costituzionale obbligatoria, le violazioni di segreto istruttorio.

In molti casi - Mani pulite docet - ristrettissima la cerchia dei sispettabili, tutti all'interno dei vari Palazzi di Giustizia. Ironicamente tempo fa su questo giornale è stata, sulla base di logica ferrea (si fa per dire) individuata la vera colpevole. Essendo gli altri al di sopra di ogni sospetto l'unica da tirare in pertica avrebbe dovuto essere la donna delle pulizie, ancorché analfabeta o extracomunitaria di lingua madre.

L'on. Scalfaro, peraltro notoriamente su ben altra sponda rispetto all'on. Berlusconi, può tirare un sospiro di sollievo. Finalmente con una tempestività eccezionale, solo 5 giorni vale a dire cosa fulminea, è stato indagato il membro leghista del CSM perché, seccondo l'accusa, avrebbe passato al giornale il fascicolo del CSM da cui è stato tratto il materiale per l'articolo on prima pagina de "Il giornale" dal titolo "Amori privati della Boccassini" (P.M. a Milano nell'indagine su Ruby, Berlusconi e quelle altre che pare non siano iscritte all'albo delle Figlie di Maria)."

Quel giornalismo non ci va, chiunque lo faccia. L'abbiamo più volte sottolineato anche perché perlopiù accade che ove le accuse svaniscano come neve al sole la deontologia professionale non esiste. Ai titoloni che accusano corrispondono poi quasi invisibili, quando ci sono, titolini di assoluzione, lasciando indietro morti e feriti. E' vero che Feltri si è scusato per il caso Boffo ma intanto Dino Boffo si era licenziato lasciando la direzione del quotidiano Avvenire.

Che allora la Boccassini fosse innamorata e si comportasse da innamorata, forse in maniera un po' imprudente come scriveva l'accusa cavandosela avendo invocato la privacy, non ce ne frega proprio niente dato che il problema non è la massiccia operazione, di fatto criticata anche dai Vescovi italiani, sulle bionde a casa Berlusconi ma l'imprudenza di comportamento, indipendentemente da quale sia la realtà dei festini.

Questo premesso c'è però da dire, come sta scritto sugli elettrodotti sparsi per ogni dove in provincia, 'chi tocca i fili muore'. 5 giorni dalla pubblicazione di questi 'amori' e subito v'è l'indagine su un membro del CSO, la perquisizione a casa della giornalista che ha scritto il pezzo e, probabilmente a breve la richiesta di rinvio a giudizio di qualcuno.

Chi tocca i fili muore. Se si approfondisce l'argomento un brivido corre lungo la schiena…

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