PASQUA 2018

(Maria de falco Marotta).  La Pasqua è il culmine del Triduo pasquale, centro e cuore di tutto l’anno liturgico. È la festa più solenne della religione cristiana che prosegue con l’Ottava di Pasqua e con il tempo liturgico di Pasqua che dura 50 giorni, inglobando la festività dell’Ascensione, fino alla solennità della Pentecoste.

COSA SIGNIFICA LA PAROLA “PASQUA”?
Deriva dal greco: pascha, a sua volta dall'aramaico pasah e significa propriamente “passare oltre”, quindi “passaggio”. Gli Ebrei ricordavano il passaggio attraverso il mar Rosso dalla schiavitù d’Egitto alla liberazione. Per i cristiani è la festa del passaggio dalla morte alla vita di Gesù Cristo.

QUALI SONO LE ORIGINI DI QUESTA FESTA?
  
Presso gli ebrei la Pasqua (Pesach) era in origine legata all'attività agricola ed era la festa della raccolta dei primissimi frutti della campagna, a cominciare dal frumento. Altre feste, solo per ricordarle, erano la Festa delle Settimane, che celebrava la raccolta del grano ai primi di giugno, e la Festa dei Tabernacoli, cioè della vendemmia, a settembre. 
In seguito, la Pasqua diventa la celebrazione annuale della liberazione degli ebrei dalla schiavitù, significato che si aggiunse all’altro, come ricordo della fuga dall’Egitto e del fatto che con il sangue degli agnelli si fossero dipinti gli stipiti delle porte affinché l’angelo sterminatore, come è scritto nella Bibbia, passando da quelle case, risparmiasse i primogeniti. 
IL Seder
Ancora oggi, la cena pasquale presso gli Ebrei si svolge secondo un preciso ordine detto Seder. Ci si nutre di cibi amari per ricordare l’amarezza della schiavitù egiziana e lo stupore della libertà ritrovata. 
Per celebrare la Pasqua gli israeliti al tempo di Gesù ogni anno si recavano a Gerusalemme. Anch’egli vi si recava. La sua morte avvenne, infatti, in occasione della pasqua ebraica. Egli per i cristiani è l’agnello pasquale che risparmia dalla morte, il pane nuovo che rende nuovi (cfr 1Cor 5,7-8)
PERCHÉ SI MANGIA L’AGNELLO?
La tradizione di consumare l'agnello per Pasqua deriva dalla Pesach, la Pasqua ebraica. Infatti l'agnello fa parte dell'origine di questa festività. In particolare ci si riferisce a quando Dio annunciò al popolo di Israele che  lo avrebbe liberato dalla schiavitù in Egitto dicendo "In questa notte io passerò attraverso l'Egitto e colpirò a morte ogni primogenito egiziano, sia fra le genti che tra il bestiame". Ordinando, così, al popolo d'Israele di marcare le loro porte con del sangue d'agnello in modo che potesse riconoscere chi colpire col suo castigo e chi no. 
Con il Cristianesimo, il simbolo dell'agnello immolato per la salvezza di tutti diventa Cristo stesso e il suo sacrificio ha valore di redenzione.

PERCHÉ LA DATA DELLA PASQUA È MOBILE?
 Perché è legata al plenilunio di primavera. La datazione della Pasqua, nel mondo cristiano fu motivo di gravi controversie fra le Chiese d’Oriente e d’Occidente, la prima era composta da ebrei convertiti e la celebrava subito dopo la Pasqua ebraica e cioè nella sera della luna piena, il 14 Nisan, primo mese dell’anno ebraico; quindi sempre in giorni diversi della settimana. Solo con il Concilio di Nicea del 325, si ottenne che fosse celebrata nello stesso giorno in tutta la cristianità e cioè adottando il rito Occidentale, fissandola nella domenica che seguiva il plenilunio di primavera. Oggi la celebrazione cade tra il 22 marzo e il 25 aprile denominandola così Pasqua bassa o alta, secondo il periodo in cui capita. 
Essendo una festa mobile, determina la data di altre celebrazioni ad essa collegate, come la Quaresima, la Settimana Santa, l’Ascensione, la Pentecoste.
COSA DICONO I VANGELI?
Dopo la morte in Croce, la sepoltura di Gesù fu una operazione provvisoria, in quando essendo ormai un’ora serale e si approssimava con il tramonto il Sabato ebraico, in cui è noto era proibita qualsiasi attività, il corpo di Gesù fu avvolto in un lenzuolo candido e deposto nel sepolcro nuovo scavato nella roccia, appartenente a Giuseppe d’Arimatea, membro del Sinedrio, ma seguace di Gesù. Le operazioni necessarie per questo tipo di sepoltura, che non era l’inumazione nel terreno, e cioè il cospargere il corpo con profumi ed unguenti conservativi e l’avvolgimento dello stesso corpo con fasce o bende (ne abbiamo l’esempio nel racconto di Lazzaro risuscitato dallo stesso Gesù); queste operazioni, furono rimandate a dopo il Sabato dalle pie donne, le quali dopo aver preparato gli aromi e visto dove era stato deposto il corpo di Gesù, alla fine si allontanarono. 
Dopo la Parasceve (vigilia del Sabato) quindi appena dopo sepolto Gesù, i sacerdoti ed i Farisei si recarono da Pilato dicendogli che si erano ricordati «che quell’impostore quando era ancora in vita, aveva detto che sarebbe risorto il terzo giorno. Gli chiesero così di far vigilare il sepolcro fino al terzo giorno, affinché i discepoli, non lo rubassero e poi dicessero al popolo: È risorto dai morti. Così quest’ultima impostura sarebbe stata peggiore della prima!». E Pilato, secondo il solo Vangelo di Matteo, autorizzò il sigillo del sepolcro e dispose alcune guardie per controllarlo. 
Trascorso il Sabato, in cui tutti osservarono il riposo, Maria di Magdala, Maria di Cleofa e Salome, completarono la preparazione dei profumi e si recarono al sepolcro di buon’ora per compiere le unzioni del corpo e la fasciatura; lungo la strada erano preoccupate per la grossa pietra circolare, che chiudeva la bassa apertura del sepolcro, che era composto da due ambienti scavati nella roccia, consistenti in un piccolo atrio e nella cella sepolcrale; quest’ultima contenente una specie di rialzo in pietra, su cui veniva deposto il cadavere. Quando arrivarono, secondo i Vangeli, vi fu un terremoto, un angelo sfolgorante si accostò al sepolcro fece rotolare la pietra e si pose a sedere su di essa; le guardie prese da grande spavento caddero svenute. Ma l’Angelo si rivolse alle donne sgomente, dicendo loro: «Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete». Le donne si allontanarono di corsa per dare l’annuncio ai discepoli. 
La Risurrezione di Gesù viene annunciata da alcune donne, che secondo l’antico Diritto ebraico, erano inabilitate a testimoniare, quindi con questo evento che le vede messaggere e testimoni, si inserisce un evento storico rivoluzionario nella società ebraica e poi nella Chiesa(gerarchia) che non le ha mai considerate soggetto dell’evangelizzazione, ma solo oggetto. Questo- per me- è stato il più formidabile errore della gerarchia cattolica che ora ne sta pagando il prezzo. Speriamo che Papa Francesco sistemi meglio i ruoli. Di sicuro Cristo ci vuole tutti fratelli e sorelle ed è anche questo che gli islamici non sopportano.
COME SI COMPONE LA LITURGIA DELLA VEGLIA PASQUALE?
Per Sant’Agostino quella pasquale è “la madre di tutte le veglie sante, durante la quale il mondo intero è rimasto sveglio”. Nel corso di questa notte, la Chiesa celebra la Resurrezione di Cristo, battezzando nuovi cristiani e domandando a coloro che già lo sono, di rinnovare tutti insieme gli impegni del loro Battesimo. 
La Veglia pasquale è una celebrazione complessa ed unitaria, che si svolge in quattro momenti successivi: 
1) Liturgia della Luce che inizia con la benedizione del fuoco, la preparazione e accensione del cero quale “luce di Cristo”, e la processione con cui è introdotto nella chiesa buia, che è quindi illuminata dai ceri dei fedeli accesi al cero pasquale. Segue il solenne annunzio pasquale, detto anche dalla parola iniziale latina Exultet; 2) Liturgia della Parola con nove letture, sette tratte dall’Antico Testamento e le ultime due dal Nuovo; 3) Liturgia Battesimale; 4) Liturgia Eucaristica. Il rito si svolge nella notte, simbolo dell’umanità che senza Cristo è immersa nelle tenebre dell’ignoranza e dell’errore, del peccato e della morte.

COS'È LA BENEDIZIONE PASQUALE URBI ET ORBI?
Urbi et Orbi è un’espressione latina che significa "Alla città (di Roma) e al mondo". La benedizione Urbi et Orbi è la prima benedizione fatta da un Papa subito dopo l’elezione al soglio pontificio dalla Loggia centrale della Basilica vaticana. Viene inoltre diffusa dal Pontefice nei giorni di Natale e Pasqua alla folla riunita in piazza San Pietro e in occasioni particolari che con Francesco sono diventate routine.
I film
Naturalmente, non poso fare a meno di citarvi qualche film su Gesù: dalla insostenibile Via Crucis (The Passion) di Gibson al Gesù di Pasolini, dal nazareno di Franco Zeffirelli al tormentato messia di Scorsese, sino ad arrivare all'intenso Yeoshua di Kim Rossi Stuart e al Cristo "cantore" di Andrew Lloyd Webber. Tutti, anche nei nostri tempi, cercano di girare vita, morte e miracoli del Messia dal punto di vista squisitamente cinematografico, ma non sempre ci riescono al meglio. Vale il loro sforzo e la fede che tutti abbiamo in Gesù, anche se l’Isis continua a gettare fango su di Lui. In coro recitiamo: Viva Gesù e meno male che c’è!

Maria de falco Marotta
Fatti dello Spirito