ACCOMPAGNATORI PASTORALI c/o BASILICA DELL'APPARIZIONE DELLA MADONNA DI TIRANO

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Sabato 15 settembre presso il salone "Beato Mario" della Basilica dell'Apparizione della Madonna di Tirano la professoressa Maria Gabriella Martini, che lavora nell'ambito del programma internazionale di collaborazione scientifico-culturale del Ministero Università con area di specializzazione filosofia della scienza, logica, teologia, ermeneutica in relazione al rapporto parola-immagine, ha tenuto una lezione aperta a tutto il pubblico sul tema "LE APPARIZIONI DELLA VERGINE NEL CHIAVENNASCO E IN VALTELLINA. PRESUPPOSTI TEOLOGICI'".

il presidente del sodalizio De Michielli dopo un saluto e una breve presentazione sul tema dell'incontro ha ceduto la parola alla professoressa Maria Gabriella Martini la quale ha parlato ad un numeroso pubblico attento per oltre due ore rispondendo anche alle tante domande.

Ecco la sintesi del suo intervento:

Il Chiavennasco è sempre stato militarmente e politicamente interessante per una felice ubicazione del territorio.

Le sue strade immettevano sui passi alpini dello Spluga, del Settimo, del Giulia (o Albula).

Al tempo della apparizione della Vergine a Gallivaggio (1492), la zona era soggetta a Ludovico Maria Sforza, detto il Moro (1542-1508), il quale intraprese a Chiavenna un'imponente opera di mura difensive, opera terminata proprio nel 1492.

Così a Tirano, il luogo strategico della Valtellina con le fortificazioni militari volute sul finire del XV secolo dallo stesso Ludovico il Moro.

La località - situata di fronte allo sbocco della Valle di Poschiavo - era naturale incrocio di importanti itinerari.

Anche qui, nel 1504, apparve la Madonna.

Ella, nelle due apparizioni - oltre a quella presunta di Grosotto nel 1487 - intese preparare certamente i fedeli di quei contadi (e non solo) ai grandi sconvolgimenti dottrinali che stavano per accadere, invitandoli a rimanere saldi nella fede cattolica, attraverso messaggi concisi, ma densi di significato.

Oltre il displuvio settentrionale delle Alpi retiche si trovava, infatti, un avversario assai interessato a quelle terre e a quei passi, il quale attendeva l'occasione propizia per rendersi despota della Valtellina e dei contadi di Chiavenna e di Bormio. Si trattava della repubblica delle Tre Leghe (Grigia, Caddea, delle Dieci Giurisdizioni), conosciuta anche con il nome di Grigioni.

L'occasione si presentò favorevole ai loro disegni quando i Francesi dovettero andarsene nel 1512.

Con i nuovi dominatori si diffuse la religione evangelica, o riformata, in quanto essi erano in maggioranza protestanti di confessione calvinista e, soprattutto, zwingliana.

In particolare: a proposito del nome 'Zwingli' la professoressa Martini ha scelto la pronuncia all'inglese, come era in uso in Germania sino al 1800, in memoria dell'impronta che le sue dottrine avevano dato all'anglicanesimo. Il tutto avvenne quando il Lord Protettore John Dudley (1502-1553) e il Vescovo di Londra Nicholas Ridley avevano chiamato in Inghilterra diverse personalità della Riforma zwingliana.

Le diversità teologiche esistenti tra i grandi Riformatori si possono intendere correttamente soltanto sullo sfondo di ciò che essi hanno in comune. I presupposti condivisi sono numerosi e si possono sintetizzare nelle seguenti espressioni: sola gratia, sola fide, sola Scriptura, solus Christus.

Per Lutero, Zwingli, Calvino questa 'formula', nel suo drastico esclusivismo, aveva un significato fondamentale, in quanto riassumeva il messaggio centrale dell'Evangelo e l'intero senso della fede cristiana, così come essi li intesero.

Se il credo protestante si fosse radicato in quelle zone, sarebbe mutata radicalmente la concezione teologica della Chiesa.

Ma Maria vegliava sui suoi figli e avrebbe continuato a vegliare con il suo potere regale di intercessione misericordiosa, affinché non mutassero la loro identità cattolica.

Angelo De Michielli

www.gazzettadisondrio.it -20.9.2012 - n. 26/2012, anno XV


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