Beato Paolo Sesto, Papa profeta
Ne aveva l’aspetto,asciutto,ieratico, i tratti essenziali, non amava i riflettori dei mass media ed in particolare aveva il coraggio di dire la verità anche se scomoda.
Sapeva guardare lontano.
Se si volesse racchiudere in una parola la grande figura di Papa Giovan Battista Montini, Paolo VI, quella del profeta ne èla più idonea e significativa.
Come tutti i profeti poco ascoltato in vita ma di grande lungimiranza.
Esemplare è il suo capolavoro :la Populorum Progressio di estrema attualita. Lo “sviluppo come nome nuovo della pace”: quale profezia! Quante guerre evitate anche oggi presenti nello scenario internazionale, quante emigrazioni non ci sarebbero state. E per perorare questa nobile causa non esitò ad oltrepassare le mure del Vaticano per trasmettere il suo messaggio all’Assemblea plenaria dell’ONU e effettuò il primo viaggio di un Pontefice nella Terra Natale di Gesù significando che la radice dei problemi era la pacifica convivenza delle tre religioni monoteiste : Cristianesimo, Islamismo e d Ebraismo.
Diede una grande spinta alla missionarietà della Chiesa Uniìversale .
Traghettò il Concilio Vaticano II,iniziato con grande intuizione ed entusiasmo ma anche con coraggio da Giovanni XXIII , con il merito di avere saputo incarnare e attualizzare la Parola del Vangelo in tutti i popoli e le culture assumendo alla Chiesa una dimensione planetaria e non più romano-centrica.
Paolo VI aveva In comune con il papa Buono le comuni radici lombarde , a pochi kilometri , bresciano di Concesio il primo e bergamasco di Sotto il Monte il secondo. Non solo un caso ma frutto di una fede e tradizione religiosa forte, feconda ,popolare particolarmente viva nei primi anni del Novecento nella terra delle prealpi lombarde.
Il suo pontificato si sviluppò in un periodo storico pieno di travagli ma anche di speranze : la guerra nel Vietnam , il terrorismo, la contestazione settantottina e all’interno della Chiesa. Non ebbe paura di ritirare gli assistenti ecclesiastici alle Acli con un richiamo ad una maggiore ortodossia e richiamo alla fedeltà con estrema sofferenza in quanto la principale associazione sociale cristiana era stata una sua creatura nel dopoguerra; il disgelo avvenne in seguito nel 1982 nella Sala Clementina con uno storico incontro tra i i dirigenti dell’associazione con Giovanni Paolo II, al quale ebbi la fortuna di partecipare.
Un altro aspetto molto importante , ma che anche nei commenti di oggi passa in secondo piano, fu la capacità di suscitare nei laici la partecipazione alla vita politica e sociale. Celebre la sua definizione di “politica come più alta forma di carità” altra espressione profetica. E negli anni giovanili come assistente nazionale della FUCI contribuì alla formazione della classe politica di ispirazione cristiana, di cui ricordiamo solo il grande statista Alcide De Gasperi, che fu il motore della ricostruzione e dello sviluppo dell’Italia del dopoguerra.