CREDENTI E NON CREDENTI. RAGIONE, SCIENZA, FEDE. E IL PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE DI HEISEMBERG

E nota del Direttore

Caro Direttore, come noto, l’umanità è divisa tra credenti e non credenti. I primi credono che l’universo sia stato creato da un’entità superiore, i secondi, frutto di una casuale trasformazione molecolare successiva al Big Bang. Chi ha ragione? Per rispondere a questo non facile enigma, bisogna rivolgersi a tre preziosi strumenti partoriti dalla mente umana: la ragione, la scienza e la fede. Quale mezzo è il più attendibile? Tutti penseranno alla scienza, di fatto, è la meno attendibile. Infatti, nonostante alcune correnti di pensiero, come il scientismo e il positivismo, l’abbiano deificata al rango di oracolo infallibile quale unico metro interpretativo della realtà e dello scibile, va chiarito che essa è in grado di fornire risposte prettamente di tipo tecnico, ma non di senso. Con parole semplici, è capace di spiegare il come, ma non il perché. Eppure, la maggioranza degli atei scarta a priori tanto la ragione quanto la fede, e si “accontenta” di siffatto gretto strumento “minimale”. I credenti invece, senza nemmeno aver bisogno di ricorrere alla fede, colgono con il solo uso della ragione, l’esistenza di un disegno intelligente quale causa prima dell’universo. Domanda: chi crede ciecamente nella scienza, sa spiegare la fonte dell’amore, della bellezza, della poesia, della musica e del viso amabile di un bimbo appena nato? Caos, casualità? Risposta ridicola! Dubbio: che credere o non credere, sia solo una questione di intelligenza?

Gianni Toffali

La nota del Direttore

Ci aggiungo il principio di indeterminazione di Heisenberg. Ha 80 anni e non li dimostra anche perché se è vero che il Premio Nobel Werner Karl Heisenberg (a soli 31 anni, nel 1932) lo ha formulato nel 1927, è pur vero che in realtà l’indeterminazione è connaturata all’uomo e quindi esiste, diciamo convenzionalmente, da Adamo ed Eva. Qualsiasi uomo che si mettesse a riflettere sul mistero della vita o su quello dell’universo, fossero filosofi, astronomi, religiosi, si imbatteva nel principio di Heisenberg anche se non era stato ancora formalizzato e codificato. Sappiamo quindi che certe risposte che vorremmo avere, magari come umanità e quindi accontentandoci che possa essere alla portata dei nostri discendenti, non sarà possibile averle. L’uomo deve andare avanti, e ricercare, continuamente. Ma come è stato autorevolmente detto, ogni scoperta che facciamo ci dà la sensazione, abbastanza reale, che sia aumentata la nostra ignoranza nel senso che ogni balzo in avanti apre nuovi problemi e dilata gli orizzonti. Ci sarebbe poi, in relazione a talune posizioni di “sapienti” da parlare del rapporto uomo/universo, e lo faremo prossimamente.

Giannu Toffali
Fatti dello Spirito