Pasqua tra leggenda e poesia

(Maria de falco Marotta)  C’è sicuramente qualcosa che attrae irresistibilmente, sia quanti credono in Lui, il Gesù di Nazareth, condannato, torturato e crocifisso sotto Ponzio Pilato, governatore della Giudea, sia in quanti scrivono anche oggi contro di Lui Cosa vuol dire? Gesù nel mondo viene amato, cercato, criticato, subliminato anche nel 2019, per la ragione che come Lui nessuno al mondo ha saputo rendersi povero, sofferente, sentimentale con la natura umana, come l’ha fatto Lui. Certo, è necessario riconoscere che di Gesù , nel tempo che l’ha seguito, molti hanno approfittato per motivi di potere- la chiesa gerarchica, per esempio e le varie chiese che si dicono cristiane di nome ma non lo sono nei fatti- , però, innegabilmente, nel mondo intero gli ultimi suoi giorni di vita raccontati così vividamente nei quattro Vangeli, vengono celebrati con talmente tanta poesia, drammaticità, amore, fede nel mondo occidentale, che diventa un’impresa quasi pazzesca selezionare tra di loro “qualcosa” di cui ancora non si conosca tanto. Ai nostri lettori, desidero proporre su Lui, il Signore della storia, l’amabile compagno di strada nelle nostre miserie, il Confortatore dei nostri dolori, l’Unico che ti solleva dalle ambasce, una serie di “cose varie” che, mi auguro non tutte siano conosciute.

Origini e significati della Pasqua
Il termine Pasqua, in greco e in latino “pascha”, proviene dall'aramaico: pasha, che corrisponde all'ebraico pesah, il cui senso generico è “passare oltre”. Un gruppo di Padri della Chiesa d'origine asiatica - tra i quali Tertulliano, Ippolito, Ireneo- collegano la parola pascha al termine greco pàschein, che significa soffrire. Sebbene l'etimologia del termine non sia corretta, in quest'ipotesi vengono colti i significati intrinseci della Pasqua: il sacrificio e la salvezza. Per un'etimologia più esatta della parola bisogna ricorrere ad Origene ed agli alessandrini, che intendono il senso come “passaggio”. In questo caso il passaggio è attraverso il Mar Rosso, dalla schiavitù alla Terra Promessa, dunque dal vizio del peccato alla libertà della salvezza, attraverso la purificazione del battesimo. Applicata a Cristo, detta etimologia suggerisce il Suo passaggio dal mondo terreno al Padre. Un terzo gruppo di scrittori -Procopio di Gaza, Teodoreto di Ciro, Apollinare di Laodicca- suppone che l'espressione “passa oltre” si riferisca all'Angelo sterminatore, che, vedendo il sangue sulla casa degli ebrei “passa oltre”, salvando coloro che risiedono all'interno: ma, anche, al “passare oltre” alla morte da parte di Cristo.
La Pasqua è la festa liturgica più rilevante per il cristianesimo. Essa indica la Passione, la Morte e la Resurrezione di Cristo, tuttora il nucleo del patrimonio liturgico e teologico del cristianesimo, celebrato, esaltato dalle chiese cristiane, specie dalla Chiesa cattolica.In questo testo poverissimo, non propongo dispute teologiche, solamente certi aspetti della religiosità popolare in Gesù Cristo.

Alcune leggende
La  passiflora, il fiore della passione.

La primavera fece balzare dalle tenebre verso la luce tutte le piante della terra; e tutte fiorirono come per incanto.
Solo una pianta non udì il richiamo della primavera; e quando finalmente riuscì a rompere la dura zolla, la primavera era già lontana...
-Fa che anch'io fiorisca, o Signore!-  Pregò la piantina.
-Tu pure fiorirai - rispose il Signore .- Quando? -chiese con ansia la piccola pianta senza nome.
-Un giorno....- E l'occhio di Dio si velò di tristezza .
Era ormai passato molto tempo .
La primavera anche in quello anno era venuta e al suo tocco le piante del Golgota avevano aperto i loro fiori... Tutte fuorché la piantina senza nome .
Il vento portò l'eco di urla villane, di gemiti, di pianti...
Un uomo avanzava fra la folla urlante, curvo sotto la croce.
Aveva il volto sfigurato dal dolore e dal sangue.
- Vorrei piangere anch'io come piangono gli uomini.- disse la piantina con un fremito.
Gesù in quel momento le passava accanto, e una lacrima, mista a sangue,
cadde sulla piantina pietosa.
Subito nacque un fiore strano, che portava nella corolla gli strumenti della passione :
una corona, un martello, dei chiodi....: la passiflora, il fiore della passione.

La leggenda dell’uovo
L'uovo è sicuramente il simbolo più rappresentativo della Pasqua, per eccellenza la festa della primavera. La tradizione di scambiarsi le uova come segno benaugurale è antichissima, precedente addirittura al Cristianesimo. Simbolo della vita che si rinnova, infatti, l'uovo veniva donato un tempo quando la Pasqua coincideva con i riti primaverili per la fecondità: i Persiani, per esempio, già 3000 anni fa consideravano l'uovo di gallina un segno augurale simbolo della natura che si rinnova; analogamente gli Egizi erano soliti donare all'inizio della primavera uova dipinte ad amici e parenti come augurio di rinascita. I Romani erano soliti dire Omne vivum ex ovo, mentre risale alla tradizione orientale (Cina) l'idea che le origini della Terra vadano fatte risalire a un uovo gigante. Secondo la tradizione cristiana, invece, le uova sono il simbolo della Resurrezione di Cristo. La leggenda narra che Maria Maddalena, di ritorno dal Santo Sepolcro rimasto vuoto, tornando a casa per raccontare il miracolo ai discepoli, si imbatté in Pietro che non le credette schernendola: "Ti crederò solo se le uova che porti nel cestello si coloreranno di rosso". Immediatamente le uova assunsero un colore purpureo e lo scettico Pietro fu costretto a piegarsi davanti a cotanto miracolo. Da allora, alla fine di ogni Messa pasquale, venivano donate ai fedeli uova benedette dipinte di rosso a testimonianza del sangue versato da Gesù. Nel corso del Medioevo la tradizione voleva che uova sode dipinte a mano fossero servite a pranzo e donate ai servitori, mentre nel XV secolo si diffuse l'usanza di servire per colazione una frittatina preparata con le uova deposte dalla gallina il giorno del Venerdì Santo. Contrastanti, invece, le leggende che riguardano la nascita dell'uovo fatto interamente di cioccolato: c'è chi dice che fu Luigi XIV il primo a farle realizzare; altri, invece, sostengono che l'usanza provenga dalle Americhe poiché il cacao è una pianta originaria del Messico.

Leggenda dell’uovo di cioccolato.
La polverina marrone che caratterizza il cioccolato conferendogli quel gusto unico e particolare, è in realtà un frutto che cresce nelle zone equatoriali della terra, il Theobroma cacao. Il termine, conferitogli alla fine del 1700 dal naturalista Carlo Linneo, è di origine greca e significa "cibo degli dei". I primi a coltivarlo furono, senza dubbio, i Maya anche se la leggenda vuole che l'albero del cacao crescesse spontaneamente già 4000 anni prima di Cristo. Per i popoli antichi i semi di cacao erano un bene prezioso a cui si attribuiva un valore mistico e religioso. Essi venivano tostati, macinati, mescolati con un liquido e sbattuti fino a diventare spumosi: il cacao veniva, poi, servito come ingrediente principale di una bevanda schiumosa chiamata xocolatl, in grado di stimolare le forze fisiche e mentali. Un’antichissima leggenda attribuisce al cioccolato natali divini: una principessa, lasciata a guardia del tesoro del suo sposo partito per difendere i confini dell'Impero, fu uccisa dai suoi nemici che invano volevano sapere dove questi fosse nascosto. Dal sangue versato dalla fanciulla nacque una pianta il cui frutto nasconde un tesoro di semi, amari come la sofferenza dell'amore, forti come la virtù, rossicci come il sangue ingiustamente versato. Era il dono di Quetzalcoatl, dio del sole e del serpente piumato, fondatore della cultura precolombiana in Messico, per il coraggio e la fedeltà pagati con la propria vita.

Qualche canto o  poesia che ci richiami i valori di Gesù, redentore del mondo.
Esulti ormai l'angelica schiera dei cieli!
Esultino i ministri divini,
e per la vittoria di sì gran re risuoni la tromba salvifica.
Gioisca la Terra irradiata da tanti fulgori e,
illuminata dallo splendore del re eterno,
senta di essersi liberata dalla tenebra in tutta la sua
estensione.
Si rallegri anche la madre Chiesa,
adornata dallo splendore di tanta luce,
e quest'aula echeggi delle alte voci dei fedeli(canto gregoriano)
Però voglio anche sottolineare che Cristo, è, soprattutto il Principe della pace e in questo mondo che brancola ancora così tanto nel buio, le parole semplici di certi uomini che credono in quanto Lui  “Pace, riconciliazione tra le persone”, possano essere l’augurio più fraterno per la Pasqua 2019, le ripropongo, a costo di sentirmi gridare addosso” Ahoo, ma quanto sei vecchia”!
“Verrà un giorno più puro degli altri: scoppierà la pace sulla terra
come un sole di cristallo.
Una luce nuova
avvolgerà le cose.
Gli uomini canteranno per le strade
ormai liberi dalla morte menzognera.
Il frumento crescerà sui resti
delle armi distrutte
e nessuno verserà
il sangue del fratello.
Il mondo apparterrà alle fonti
e alle spighe che imporranno il loro impero
di abbondanza e freschezza senza frontiere. (Jorge Carrera Andrade).

“Avevo una scatola di colori,
brillanti, decisi e vivi.
Avevo una scatola di colori,
alcuni caldi, altri molto freddi.
Non avevo il rosso per il sangue dei feriti,
non avevo il nero per il pianto degli orfani,
non avevo il bianco per il volto dei morti,
non avevo il giallo per le sabbie ardenti.
Ma avevo l'arancio per la gioia della vita,
e il verde per i germogli e i nidi,
e il celeste per i chiari cieli splendenti,
e il rosa per il sogno e il riposo.
Mi sono seduta,
e ho dipinto la pace.( Tali SoreK)

“Se non sai sperare
che cristiano sei.
Se accetti Cristo
accetti la Sua morte
ma anche la Sua resurrezione.
E allora sai
che tu pure risorgerai
e i fratelli ed i popoli
e la terra e l'universo
E poi non vedi quante morti
ma anche quante resurrezioni? Si fatica, si lotta,
si soffre, si cade
ma la vita continua.
L'amore mette luci
tra le tenebre
sui rami nudi a primavera
rinascono gemme e s'aprono fiori
le bufere cessano e torna il sereno
l'arcobaleno riunisce
nella pace dei suoi colori
terra e cielo. (Carla Piccinini).
Amici/che carissimi/e, cerchiamo di risorgere con Cristo.
Lui, per quanto si dica e si vi si scriva contro, è la nostra salvezza.
Alleluya, viva il Signore della vita, Gesù.

Maria de falco Marotta
Fatti dello Spirito