Cristianesimo, vuol dire Gesù Cristo, figlio di Dio e vivente oggi tra i credenti

E’ aberrante quello che sta succedendo nel complesso quanto variegato cristianesimo, il cui principale fondatore è Gesù Cristo, figlio di Dio, amato e venerato da milioni di esseri umani, ma anche da professanti religioni diverse.

Gesù è Gesù, nessuno più di lui è stato vicino all’umanità nelle sue sofferenze. Ha soccorso i poveri, i bisognosi, gli affamati di pace e giustizia. Si è fatto uccidere per questo, per lasciare al mondo in divenire il suo esempio che sarebbe diventato- principalmente-la guida per i suoi seguaci che poi si sono costituiti in organismi di potere e- anche – di divisione e sopraffazione.
Tanto che ora, ce l’hanno a morte con l’unico Papa che nella sua semplice umanità, vorrebbe aiutare gli uomini e le donne del suo tempo, a ripercorrere – faticosamente- le sue vie: aiuto fraterno, dolcezza nella speranza che Dio è Padre di tutti, solidarietà nel sentirsi vicini.
Papa Francesco, questo uomo, provato dai dolori della vita, poveraccio come tanti di noi, non coperto da drappi e mantelli luccicanti, derivati dal potere che dovrebbe rispettare (ma che lui se ne scorda), è risultato per la maggioranza dei cristiani e dei non credenti, un uomo proprio speciale, un qualcuno “inviato “dall’Altissimo” per pacificare l’umanità.
Ma non va bene- che diamine, il Male dove lo mettiamo? _
Di fatti, ci sono gli ultraconservatori della Fondazione Lepanto e i siti web vicini a posizioni sedevacantiste, convinti che abbia ragione lo scrittore cattolico Antonio Socci a sostenere l’invalidità dell’elezione di Bergoglio soltanto perché nel conclave del marzo 2013 una votazione era stata annullata senza essere scrutinata. Il motivo? Una scheda in più inserita per errore da un cardinale. La votazione era stata immediatamente ripetuta proprio per evitare qualsiasi dubbio e senza che nessuno dei porporati elettori sollevasse obiezioni. Ancora, prelati e intellettuali tradizionalisti firmano appelli o protestano contro le aperture pastorali del Pontefice argentino sulla comunione ai divorziati risposati e sul dialogo con il governo cinese.  
Il dissenso verso il Papa unisce persone e gruppi tra loro molto diversi e non assimilabili: ci sono le prese di distanza soft del giornale online «La Bussola quotidiana» e del mensile «Il Timone», diretti da Riccardo Cascioli. C’è il quasi quotidiano rimprovero al Pontefice argentino messo in rete dal vaticanista emerito dell’«Espresso», Sandro Magister. Ci sono i toni apocalittici e irridenti di Maria Guarini, animatrice del blog «Chiesa e Post-concilio», fino ad arrivare alle critiche più dure dei gruppi ultra tradizionalisti e sedevacantiste, quelli che ritengono non esserci stato più un Papa valido dopo Pio XII. La Stampa ha visitato i luoghi e incontrato i protagonisti di questa opposizione a Francesco, numericamente contenuta ma molto presente sul web, per descrivere un arcipelago che attraverso Internet ma anche con incontri riservati tra ecclesiastici, mescola attacchi frontali e pubblici a più articolate strategie. In prima linea sul web contro il Papa, lo scrittore Alessandro Gnocchi, firma dei siti Riscossa cristiana e Unavox: «Bergoglio attua la programmatica resa al mondo, la mondanizzazione della Chiesa. Il suo pontificato è basato sulla gestione brutale del potere. Uno svilimento della fede così capillare non si è mai visto». 
 
Fronda politico-teologica  
L’attacco a Bergoglio è globale. «Nella galassia del dissenso a Francesco c’è una forte componente geopolitica - osserva Agostino Giovagnoli, ordinario di Storia contemporanea all’Università Cattolica ed esperto di dialogo con la Cina -. Accusano Bergoglio di non annunciare con sufficiente forza le verità di fede, ma in realtà gli imputano di non difendere il primato dell’Occidente. È una opposizione che ha ragioni politiche mascherate da questioni teologiche ed ecclesiali». La Cina ne è l’esempio. «C’è un’alleanza fra ambienti Hong Kong, settori Usa e destra europea: rimproverano a Francesco di anteporre alla difesa della libertà religiosa l’obiettivo di unire la Chiesa in Cina - continua -. Sono posizioni che trovano spazio spesso nell’agenzia cattolica Asianews. Il Papa, secondo questi critici, dovrebbe affermare la libertà religiosa come argomento politico contro Pechino, invece di cercare il dialogo attraverso la diplomazia».   
A dar voce al dissenso, che ha ovvie sponde interne alla Curia, sono anche ecclesiastici con aperture vaticane, come il liturgista e teologo don Nicola Bux, consultore delle Congregazioni per il Culto divino e per le Cause dei Santi. «Oggi, non pochi laici, sacerdoti e vescovi si chiedono: dove stiamo andando’ Alcuni dichiarano he «Bergoglio non ha aggiornato la dottrina, l’ha demolita, si comporta come se fosse cattolico ma non lo: l’idea stravolta di povertà eleva alla sfera dogmatica il vecchio pauperismo». Il Papa elogia la raccolta differenziata e così «le virtù del buon consumatore tardo-moderno diventano le nuove virtù evangeliche».  
Non vogliamo criticare coloro che credono- in buona fede- di difendere il cattolicesimo come- per esempio- fa  Antonio Bergoglio-
 
Teorie sui due Papi  
Nella sua pagina ufficiale su Facebook, Antonio Socci sostiene che Benedetto XVI non si sia voluto davvero dimettere ma si consideri ancora Papa volendo in qualche modo condividere il «ministero petrino» con il successore. Interpretazione che lo stesso Ratzinger ha smentito seccamente a più riprese a partire dal febbraio 2014 fino al recente libro-intervista «Ultime conversazioni», dichiarando pienamente valida la sua rinuncia e manifestando pubblicamente la sua obbedienza a Francesco. La teoria ha tratto nuova linfa dall’interpretazione da alcune parole pronunciate nel maggio scorso dall’arcivescovo Georg Gänswein, Prefetto della Casa Pontificia e segretario di Benedetto XVI. Don Georg, intervenendo alla presentazione di un libro, aveva affermato: «Non vi sono dunque due papi, ma di fatto un ministero allargato - con un membro attivo e un membro contemplativo». Socci pubblica a fine settembre, una accanto all’altra, le foto di Bergoglio e Ratzinger sotto la scritta «quale dei due?». E scrive: «C’è chi si oppone l’amore alla verità (Bergoglio) e chi le riconosce unite in Dio (Benedetto XVI)». Tra i tanti commenti in bacheca, Paolo Soranno risponde: «Francesco I sembra che sia messo al servizio del Dio Arcobaleno (quello che non impone obblighi religiosi e morali) e non del Dio Cattolico». È nella Rete che il dissenso a Bergoglio assume i toni più accesi, con persone che dietro il paravento del computer si lasciano andare a furiose invettive, come si legge nei commenti sotto gli articoli postati sui social. Sul sito «messainlatino», che si dedica a promuovere la liturgia antica, ma ospita spesso anche commenti al vetriolo sul Papa, si parla di «noiosa monotonia ideologica dell’attuale pontificato». In rete si leggono commenti sulla Chiesa che «sarà spinta a sciogliersi in una sorta di Onu delle religioni con un tocco di Greenpeace e uno di Cgil», dato che «oggi i peccati morali sono derubricati e Bergoglio istituisce i peccati sociali (o socialisti)». Sul blog ipertradizionalista di Maria Guarini, «Chiesa e Postconcilio», si leggono titoli tipo questo: «Se il prossimo papa sarà bergogliano, il Vaticano diventerà una succursale cattomassonica». Il dissenso viene dall’area più conservatrice, ma trova sponde anche in qualche ultraprogressista deluso.  
Rischio scisma?  
Tra coloro che vengono considerati stelle polari da parte di questo mondo ci sono soprattutto il porporato statunitense Raymond Leo Burke, patrono dei Cavalieri di Malta, e il vescovo ausiliare di Astana, Athanasius Schneider. Ma al di là dell’amplificazione mediatica offerta dalla rete, non sembra proprio che vi siano all’orizzonte nuovi scismi, dopo quello compiuto dal vescovo Marcel Lefebvre nel 1988. Ne è convinto il sociologo Massimo Introvigne, direttore del Cesnur: «I vescovi cattolici nel mondo sono più di cinquemila, il dissenso riesce a mobilitarne una decina, molti dei quali in pensione, il che mostra appunto la sua scarsa consistenza».   
Introvigne sostiene che questo dissenso «è presente più sul web che nella vita reale ed è sopravvalutato: ci sono infatti dissidenti che scrivono commenti sui social sotto quattro o cinque pseudonimi, per dare l’impressione di essere più numerosi». Ma che numerosi! Papa Francesco è amato per la sua semplicità e per aver voluto- ad ogni costo- riportare al mondo degli uomini e delle donne il solo e valido insegnamento del Cristo, così malmenato nei secoli- ma sempre attuale come è la sua persona e il suo straordinario sacrificio per l’umanità. Trovatene,
se potete, uno Uguale.
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Note biografiche
Nel 1977 Antonio Socci approda  a Comunione e Liberazione, (ed è un tutto dire)
Frequenta l'università di Siena, dove segue i corsi di critica letteraria di Franco Fortini e dove, nel 1983, si laurea in Lettere moderne con una tesi in filologia romanza sulla Divina Commedia.
Nel 1984 inizia a lavorare al settimanale Il Sabato. Torna, a Siena, per tre anni a dirigere l'ufficio cultura della Provincia, avendo vinto il relativo concorso pubblico.
Nel 1985 nasce la sua prima figlia, Caterina[2], l'anno successivo la seconda, Maria, e nel 1997 il terzo figlio, Michelangelo.
Rientrato al Sabato, a causa dell'inchiesta giornalistica in tre puntate sulla crisi del mondo cattolico Tredici anni della nostra storia, nel 1987 viene denunciato con Roberto Fontolan al tribunale ecclesiastico della diocesi di Milano dall'associazione di cattolici progressisti Rosa Bianca per alcune affermazioni negative su Giuseppe Lazzati. Il cardinal Martini fa opera di mediazione, cui Il Sabato aderisce ripubblicando l'inchiesta con una prefazione in cui il filosofo Augusto del Noce afferma che non vi è contenuta alcuna critica "per la figura morale di Lazzati"[3].
Dirige per alcuni mesi la rivista internazionale 30Giorni nella Chiesa e nel mondo, poi torna al Sabato e, dopo la sua chiusura nel 1993, passa al Giornale come editorialista.
Ha collaborato e collabora con Il Foglio, Libero e con Panorama. Ma – secondo me- è il classico  di Comunione e Liberazione che non vede mai oltre le sue idee.
Nel 2002 è chiamato in Rai, come vicedirettore di Rai 2. È stato autore e conduttore del programma Excalibur (2002-04). Dal 2004 è direttore – per conto della Rai – della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia.
Con la pubblicazione nel 2014 del suo libro Non è Francesco, Socci ha sollevato forti dubbi sulla modalità di elezione di papa Francesco e ha esternato la propria delusione per l'operato del pontefice, giudicato reticente nei confronti dei massacri dei cristiani perseguitati nel mondo, e dedito invece a denunciare i difetti dei cattolici che egli piuttosto dovrebbe difendere e confortare.[4]
Nel suo ultimo libro, La profezia finale, pubblicato nel gennaio 2016 sotto forma di lettera aperta a papa Francesco, Socci lancia un allarme su un'apocalisse incombente sul mondo e sulla Chiesa, indicata dai segni dei tempi quali le minacce terroristiche islamiche e lo stato di confusione creatosi con il pontificato di Bergoglio.
« Mai nella storia della Chiesa si è avuta una così spaventosa concentrazione di profezie che prospettano un tempo catastrofico per la cristianità e per il mondo. E sono profezie cattoliche, cioè legate a santi, pontefici e mistici o messaggi di apparizioni mariane riconosciute dalla Chiesa. Dal Segreto di Fatima, per il quale Benedetto XVI ha evocato il 2017 come anno cruciale, alle profezie di don Bosco, da quelle della beata Anna Katharina Emmerich alle apparizioni di Kibeho, fino alle apparizioni in Rue du Bac e Lourdes. »
(Dalla seconda di copertina de La profezia finale)
Dopo la pubblicazione de La profezia finale, papa Francesco ha inviato una lettera personale ad Antonio Socci, che l'ha pubblicata nel suo sito ufficiale, insieme alla sua risposta[5].

Opere
Obiettivo Tarkovskij. L'opera, la spiritualità, il pensiero di un grande del cinema del '900, Milano, Editoriale italiana, 1987. Prefazione di Krzysztof Zanussi.
Tredici anni della nostra storia. 1974-1987, Milano, Editoriale italiana, supplemento a Il Sabato n. 13, 1988. Con Roberto Fontolan. Introduzione di Augusto del Noce.
Pio IX e Garcia Moreno. Il papa scomodo e il presidente cattolico, Caltanissetta, Krinon, 1988. Con Rino Cammilleri.
Il gigante e la cascina. Che cosa succede quando una libera iniziativa rompe la regola della spartizione? Storia di un gruppo di giovani romani e del loro scontro con il Palazzo, Milano, Editoriale italiana, supplemento a Il Sabato n. 35, 1989. A cura di Antonio Socci. Introduzione di Giancarlo Cesana.
La società dell'allegria. Il partito piemontese contro la chiesa di don Bosco, Milano, SugarCo, 1989. Ripubblicato nel 2004 con il titolo La dittatura anticattolica. Il caso don Bosco e l'altra faccia del Risorgimento.
Cristiani. L'avventura umana di 14 santi, Roma, Nuova cultura, 1991. Prefazione del cardinale Hans Hermann Groër.
Cristiani. Vite di santi, Roma, Nuova cultura, 1993. Con Lorenzo Cappelletti.
C'era una volta il sacro. Stupidario ecclesiastico, Milano, Bompiani, 1994. Prefazione di Vittorio Messori. ISBN 884522189X.
I nuovi perseguitati. Indagine sulla intolleranza anticristiana nel nuovo secolo del martirio, Casale Monferrato, Piemme, 2002. ISBN 9788838469534. Ha ottenuto il Premio Capalbio ed è stato tradotto in spagnolo e polacco.
Uno strano cristiano. Incontrare Dio nel mondo di oggi: le ragioni di una fede che cambia la vita, Milano, Rizzoli, 2003.ISBN 9788817872874. Autobiografia. Ha ottenuto il Premio Basilicata.
In difesa della vita. Legge 40, fecondazione assistita e mass media, Casale Monferrato, Piemme, 2005. Con Carlo Casini. ISBN 9788838410550.
Mistero Medjugorje, Casale Monferrato, Piemme, 2005. ISBN 9788838484933.
Com'è bello il mondo, com'è grande Dio. Ipotesi sul nuovo millennio, Casale Monferrato, Piemme, 2005. ISBN 9788838484940.
I santi secondo me, Casale Monferrato, Piemme, 2006. ISBN 9788838486067.
Il genocidio censurato. Aborto: un miliardo di vittime innocenti, Casale Monferrato, Piemme, 2006. ISBN 9788838486050. Testo tradotto anche in spagnolo.
Il quarto segreto di Fatima, Milano, Rizzoli, 2006. ISBN 9788817022279.
Il segreto di Padre Pio, Milano, Rizzoli, 2007. ISBN 9788817018418.
Indagine su Gesù, Milano, Rizzoli, 2008. ISBN 9788817025904.
I segreti di Karol Wojtyla, Milano, Rizzoli, 2009. ISBN 9788817032834.
Caterina, diario di un padre nella tempesta, Milano, Rizzoli, 2010. ISBN 9788817045087
La guerra contro Gesù, Milano, Rizzoli, 2011. ISBN 9788817037365
I giorni della tempesta, Milano, Rizzoli, 2012. ISBN 9788817058018
Lettera a mia figlia. Sull'amore e la vita nel tempo del dolore , Milano, Rizzoli, 2013. ISBN 9788817063586
Tornati dall'Aldilà, Milano, Rizzoli, 2014. ISBN 9788817072106
Non è Francesco. La Chiesa nella grande tempesta, Milano, Mondadori, 2014. ISBN 9788804646631
Avventurieri dell'eterno, Milano, Rizzoli, 2015. ISBN 9788817079051
La profezia finale. Lettera a papa Francesco sulla Chiesa in tempo di guerra, Milano, Rizzoli, 2016. ISBN 9788817085007
 

Maria de falco Marotta
Fatti dello Spirito