RICEVERANNO I SACRAMENTI DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA

NELLA VEGLIA PASQUALE DI SABATO SANTO OTTO ADULTI

Otto adulti hanno chiesto di essere ammessi al Battesimo, alla Confermazione e all’Eucaristia nella Veglia pasquale di sabato 16 aprile, che sarà presieduta nella Cattedrale di Como dal Vescovo monsignor Oscar Cantoni. Il presule amministrerà i sacramenti dell’iniziazione cristiana a: Mohammed (61 anni, originario del Marocco), Marinela (29 anni, originaria dell’Albania), Bello (35 anni, originario della Nigeria), Pierangelo (68 anni, italiano), Alain (30 anni, originario della Costa d’Avorio), Ruben (30 anni, originario dell’Ecuador), Zainab (33 anni, originaria del Gambia) e Sidorela (28 anni, originaria dell’Albania). «I loro volti, i nomi e i paesi di origine – osservano dal Servizio diocesano al catecumenato – ci mostrano quell’orizzonte mondiale della grazia di Gesù e della fede in Lui all’interno del quale la Chiesa vive e svolge la sua missione». «Con la loro decisione di ricevere i sacramenti – è il pensiero del Vescovo Cantoni – queste sorelle e questi fratelli arricchiscono di nuova giovinezza la nostra Chiesa, così che tutti insieme possiamo essere sempre più sale della terra e luce del mondo». Fondamentale il sostegno assicurato dalle parrocchie di appartenenza: in Como la comunità pastorale “Santi della carità” (per Alain), Rebbio-Camerlata (per Zainab) e di Sagnino (per Ruben); a Sondrio la parrocchia “SS. Gervasio e Protasio” (per Bello, Marinela e Pierangelo); le parrocchie di Poggiridenti (per Mohammed) e di Livigno (per Sidorela).

«Mentre tanti battezzati smettono di partecipare alla vita della Chiesa (spesso senza neanche un motivo) – riflette don Christina Briccola, arciprete di Sondrio – tre persone, ognuna con la propria storia, vogliono diventare cristiane ed entrare a far parte della vita della nostra parrocchia, con una libertà e una consapevolezza certamente diverse da chi vi si trova da sempre e vi rimane per (buona) abitudine. Questi nostri amici hanno mostrato grande serietà durante il cammino di preparazione: per due anni si sono ritrovati quasi ogni settimana per leggere il Vangelo, combinando questo appuntamento con gli impegni famigliari e lavorativi. Mi stupisce la loro gioia nell’ascoltare Gesù, nel rivolgersi a Dio come a un Padre, nel discernere l’opera dello Spirito Santo nei propri desideri e nella propria spiritualità. Il loro entusiasmo aiuti tutti noi a renderci conto di quanto abbiamo ricevuto, a custodirlo come un “bene di famiglia”, a donarlo a quanti ce lo domandano».

«Alain – osservano Alessandra e Andrea, della comunità pastorale “Santi della Carità” di Como (Sant’Agata-Sant’Orsola-Garzola) madrina e padrino del catecumeno – si è presentato alla Chiesa chiedendo di ricevere i Sacramenti: vuole essere cristiano. La richiesta di Alain non è avanzata per dovere, ma è suscitata da un desiderio, che per l’intera comunità è un dono straordinario. Essere madrina e padrino di Alain ci ha ricordato l’importanza del saper accogliere e accompagnare l’altro “più altro”: non un parente né un amico, bensì uno “sconosciuto”, che è un fratello».

«Ruben – racconta dalla parrocchia di Como-Sagnino Cristina, che ne ha accompagnato il percorso formativo – attende con impazienza la notte di Pasqua, quando come nuovo figlio di Dio sarà accolto dal Vescovo tra i fratelli e le sorelle della Chiesa diocesana e universale. Ha compiuto un percorso approfondito, partecipando con serietà agli incontri diocesani e parrocchiali proposti. Ma è lui stesso a dirci che attraverso la parola di Dio, soprattutto attraverso le parabole, nelle quali si è sentito coinvolto e a volte quasi rappresentato dai vari personaggi – ha capito quanto sia importante la presenza di Dio nella propria vita; l’entrare a far parte di una comunità dove si condividono la stessa fede e gli stessi valori gli ha donato relazioni e amicizie, nelle quali comunicarsi gioie, preoccupazioni e speranze. La scelta di Ruben ci ha aiutato a fare il punto sulla nostra fede e ad approfondire passaggi che spesso diamo per scontati».

«Zainab è giunta in Italia quando aveva pochi anni – dice Alfredo, della parrocchia di Rebbio-Camerlata in Como –. Durante i due anni di catecumenato ho visto l’attrazione che fin da piccola ha avuto verso il cristianesimo diventare la decisione consapevole di chiedere i sacramenti dell’iniziazione cristiana… Credere, infatti, non è un vago sentimento, né l’osservanza di norme, ma è af­fidarsi a Dio. La pandemia e le esigenze lavorative hanno reso più complesso il percorso formativo, è mancata la vicinanza della comunità, ma anche gli ostacoli sono occasione di crescita e verifica».

«Ho 28 anni – spiega Sidorela/Chiara – e da più di 25 anni abito a Livigno, dove sono cresciuta e dove vivo con la mia famiglia e mio marito Emanuele, che ho sposato lo scorso giugno. Crescendo in un contesto ateo, per parecchio tempo non sono riuscita a esprimere ciò che sentivo, ­fino a quando ho conosciuto Emanuele: lui e i suoi genitori (che sabato santo saranno miei padrino e madrina) mi hanno fatto intuire l’amore che Dio ha per me e mi hanno introdotto alle parole e ai segni della fede cristiana. In parrocchia ho finalmente trovato la strada che cercavo da tempo e ora sono contenta di poter ricevere i Sacramenti, che per me sono non tanto un traguardo quanto l’inizio di un nuovo cammino. Ringrazio di cuore la mia famiglia, che mi ha sempre lasciata libera di fare le mie scelte e non le ha mai giudicate; mio marito Emanuele e i miei padrini, per avermi teso la mano e aver risposto alle domande e ai dubbi iniziali; i preti (in particolare don Rinaldo e don Gianluca) che mi hanno accompagnato durante questo percorso»

«Nella prima Domenica di Quaresima 2021 – afferma Norberto da Poggiridenti – la nostra comunità ebbe la gioia di vedere Mohammed, iniziare ufficialmente il percorso del catecumenato e dare così forma concreta al suo desiderio di entrare a far parte della Chiesa cattolica. Residente in paese da 25 anni e sposato con una donna cattolica, Mohammed aveva già da tempo incominciato a leggere la Bibbia. L’incontro con il parroco don Umberto, durante la benedizione delle famiglie, è stata la “scintilla” che ha avviato il cammino attraverso il quale Mohammed (che ha scelto come nuovo nome cristiano Simone), accompagnato dai catechisti guidati da don Lumina, si è preparato al Battesimo e agli altri sacramenti. La sua vicenda è per tutti noi una grazia: ci mostra come lo Spirito Santo agisce nel cuore di ogni uomo e come il S i g n o r e  G e s ù  offre la possibilità di appartenere al gruppo dei suoi discepoli. Accompagnando Simone abbiamo riscoperto il grande dono del Battesimo e così abbiamo rinnovato la nostra fede, che non è una teoria ma una scelta di vita».

 

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